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Irama: “A Sanremo con la vita che vince sulla violenza sessuale”  

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di Antonella Nesi

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Il messaggio di questo brano è nel finale positivo, nella vita nuova che arriva, nella rinascita dopo la violenza“. Parla così Irama, in gara a Sanremo con ‘La ragazza con il cuore di latta’, uno dei testi più duri di questa edizione. Il brano racconta infatti una storia di violenza sessuale in famiglia: “Linda è cresciuta così in fretta da truccarsi presto/Talmente in fretta che suo padre non fu più lo stesso/A scuola nascondeva i lividi/A volte la picchiava e le gridava ‘soddisfatta?’/Linda sentiva i brividi quando quel verme entrava in casa sbronzo/E si toglieva come prima cosa solo la cravatta”, canta Irama, accompagnato nel ritornello da un coro gospel (nel disco quello di Harlem, a Sanremo quello di Sherrita Duran).








“Questa canzone – racconta l’artista 23enne, reduce dalla vittoria di ‘Amici’ e dal successo dell’album ‘Giovani’ uscito in autunno – nasce da una storia vera. L’ho scritta in Salento, dove spesso mi ritiro per scrivere con Giulio Nenna, e dove ho incontrato la ragazza di cui racconto. Mentre scrivevo stavo male, quasi non volevo andare avanti. Ma poi ho pensato che era importante raccontare la violenza domestica, raccontare una storia in cui purtroppo si riconoscono molte persone. Credo che un cantautore debba prendersi la responsabilità della verità”. Nell’ultima strofa del brano, la protagonista aspetta un bambino (“Linda è cresciuta con un cuore che non batte a tempo/Ma adesso dentro la sua pancia batte un cuore in più/e non lo senti che/Questo cuore già batte per tutti e due”) ma per Irama non è importante che si tratti del figlio dell’incesto o del frutto di un nuovo amore: “Di chi è figlio non importa, è importante la nuova vita”, sottolinea.

Durante il Festival, l’8 febbraio, uscirà ‘Giovani per sempre’, una riedizione dell’ultimo album arricchita dal brano di Sanremo (scritto insieme a Giuseppe Colonnelli e agli storici collaboratori Andrea Debernardi e Giulio Nenna), da una versione acustica di ‘Bella e rovinata’ (“a cui ho aggiunto una nuova strofa”, anticipa Irama) e da nuove versioni con ospiti di due brani: ‘Non mollo mai’, featuring Vegas Jones e The Kolors, e ‘Icaro’, featuring Mr. Rain. Ma lo stesso giorno uscirà anche un 45 giri con il brano di Sanremo sul lato A e ‘Bella e rovinata’ sul lato B. “Per me il vinile – confessa Irama – è il ricordo della prima musica ascoltata in casa, dei dischi di mio nonno e di mia mamma. Della musica che si ascolta perché davvero lo si vuole e ci si prende il tempo per farlo. Oggi invece è tutto troppo veloce, anche se lo streaming ti dà la possibilità di avere una library infinita di artisti di ogni angolo del mondo”, aggiunge.

Sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, Irama ha voluto, per la serata dei duetti del venerdì, Noemi. La cantante romana, che già si è impegnata in diverse iniziative contro la violenza sulle donne, ha accettato con grande entusiasmo perché – dice – “per me questo brano è un inno alla vita”. “Mi piaceva – racconta Irama – avere la sua voce black e soul in questo brano”. E anche sul palco del festival 2019 Irama non rinuncerà agli orecchini con le piume, diventati il suo ‘marchio’ di fabbrica: “Mi rappresentano. Forse un giorno li toglierò o forse non li toglierò mai. Per ora comunque restano con me”, assicura.

Del Sanremo di Claudio Baglioni, Irama apprezza particolarmente due cose: “Mi piace l’assenza di eliminazioni che permette a tutti di cantare quattro volte e che fa sentire meno la gara in senso competitivo. Si vede che l’ha pensata uno che fa questo mestiere: c’è più rispetto per la musica. E mi piace che ci siano tantissimi giovani. È una cosa bellissima che ci sia anche un po’ di ricambio generazionale”.

Del ritorno a Sanremo, dopo l’esperienza a Sanremo Giovani del 2016, Irama è particolarmente fiero: “Avevo detto che mi sarebbe piaciuto andarci se avessi avuto il brano giusto e questo per me lo era. E ho dovuto insistere per convincere il mio gruppo ad andarci quest’anno perché eravamo già pieno di impegni”. Quanto al Sanremo Giovani di tre anni fa (un’ottima annata con Ermal Meta, Francesco Gabbani e Mahmood), resta un ricordo indelebile: “Prima di entrare ero piegato in due dalla paura. Era la prima esibizione live della mia vita. Non la dimenticherò mai. Il ricordo più brutto? La camicia che indossavo“, ride.

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