Pubblicato il: 25/07/2020 20:24
(di Ilaria Floris) – “Cerco di lavorare con certi registi, è la cosa che mi importa di più. Nello scegliere i film il ruolo è importante, ma la cosa più importante è sicuramente il regista. E tra i registi italiani, mi piacerebbe lavorare con Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone”. Ad affermarlo è Isabelle Huppert, ospite della terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival, in corso al Forte Village di Santa Margherita di Pula in provincia di Cagliari, dove riceverà un premio alla sua (stellare) carriera. L’attrice francese sarà tra i protagonisti di ‘L’ombra di Caravaggio’, un film sulla figura del grande pittore -interpretato da Riccardo Scamarcio- diretta da Michele Placido.
“Sono molto felice di trovare ancora una volta Michele Placido -racconta la Huppert ai giornalisti- ho fatto un film già con lui nel 1981 (Storie di donne, di Benoit Jacquoit, ndr) e adesso ci troviamo insieme per questo nuovo progetto, io attrice e lui regista. Una bellissima idea parlare della luce, che è una cosa legata al cinema, alla ‘scienza della vita’. Caravaggio era molto affascinante, ma non quella bellezza classica”. Nella pellicola, “io interpreto questa donna nobile, Costanza Sforza Colonna, molto protettiva verso di lui, l’ha conosciuto molto giovane e tra loro c’è stata una storia d’amore, lei ha capito la sua visione, cosa voleva portare nell’arte”.
E di Scamarcio, che ha visto per ora solo in un breve incontro, dice: “Cosa mi ha colpito di lui? Gli occhi verdi. Credo sia perfetto per Caravaggio, quando l’ho visto ho pensato ‘nessuno potrebbe farlo meglio’”. Nel film recita anche la figlia, l’attrice Lolita Chammah, che ha seguito le orme della madre. “Non abbiamo scene insieme nel film -rivela la Huppert- lei è una giovane prostituita che Caravaggio ha dipinto, e questo dipinto si trova realmente in una chiesa romana”. E sui rapporti con la figlia, nata dall’unione con il regista Ronald Chammah, dice: “In realtà, lei è la madre e io sono la figlia”.
Circa il periodo di lockdown appena trascorso, la Huppert rivela che “è stato un tempo molto strano. Penso che non tutti lo abbiano vissuto allo stesso mood. Chi vive nel lusso è stato in un modo, ma altri sono stati molto in difficoltà”. E dovendo definirlo, lo descrive come “un viaggio molto interessante, un’esperienza mentale”, la cui solitudine non l’ha affatto spaventata. “La solitudine non mi fa paura -dice la protagonista de ‘La signora delle camelie- e poi condividerla ha reso meno problematico il momento personale di ciascuno”.
La Huppert, che durante la fase acuta della pandemia non si è fermata (“ho sempre lavorato”, dice), è proprietaria a Parigi di due cinema, che come altri hanno dovuto affrontare uno stop. “E un momento difficile per tutti è in generale non è facile-spiega l’attrice- anche se i miei cinema adesso stanno andando molto bene, ho in programmazione ‘L’amore in città’, film a episodi con Fellini e Lattuada, è ‘Il giardino dei Finzi Contini’”.
Infine un cenno alla possibilità di passare alla regia, percorso seguito da molti colleghi dell’attrice. “Non penso che passerò alla regia -dice- Ma sono molto fortunata, perché il modo in cui faccio i film non dico che sia come fare la regia però partecipo molto al processo dei film che interpreto. E questa è una grande fortuna”.
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