L’attrice avrebbe pagato 380.000 dollari per impedire l’azione legale che un giovane attore, all’epoca dei fatti diciasettenne, voleva intraprendere contro di lei per un’aggressione sessuale
Asia Argento, tra le principali accusatrici del produttore Harvey Weinstein nello scandalo molestie, pagò 380.000 dollari (330mila euro) per fermare l’azione legale che un giovane attore intendeva intraprendere nei suoi confronti per un’aggressione sessuale: lo riporta il New York Times, citando documenti inviati al giornale da una “fonte non identificata”.
Jimmy Bennett, attore e musicista rock californiano, accusa Asia Argento di averlo aggredito nella stanza di un hotel in California, nel 2013, quando lui aveva appena compiuto 17 anni e l’attrice italiana ne aveva 37. L’età del consenso in California è 18 anni. I due avevano recitato insieme in un film del 2004, dal titolo “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa”, in cui l’attrice interpretava la problematica madre del giovane. Il Nyt ha scritto di aver provato più volte, ma senza successo, ad avere un commento sulla vicenda dall’attrice italiana e dai suoi rappresentanti. Secondo gli avvocati di Bennett, l’incontro nell’albergo californiano fu “un’aggressione sessuale”, che ha traumatizzato il ragazzo, mettendo a rischio la sua salute mentale e i suoi guadagni. I legali dell’attore avevano chiesto un risarcimento di 3,5 milioni di dollari per “aver intenzionalmente inflitto sofferenza emotiva, perdite in termini di salario, aggressione e violenza”.
L’avvertimento formale che il giovane intendeva fare causa all’attrice è stata avviata un mese dopo le pubbliche accuse di Asia Argento nei confronti di Weinstein, che l’hanno portata ad essere in una delle figure di spicco del movimento #MeToo. I termini dell’accordo per fermare l’azione legale di Bennett sono stati finalizzati lo scorso aprile, secondo i documenti visionati dal giornale americano; tra questi, vi è un selfie della coppia a letto, datata 9 maggio 2013, e che l’attore avrebbe dovuto consegnare ad Argento stando all’accordo raggiunto tra le parti. Il Nyt ha citato tre fonti a conoscenza del caso, per accertare l’autenticità dei documenti.