Ipnotico fino alla fine. “L’Amica Geniale” si congeda da Rai1 facendo il botto e lasciando quasi 7 milioni di fan letteralmente sedotti e abbandonati fino alla prossima serie, già annunciata da Raifiction e Hbo e già sospiratissima su Twitter, tra gif divertenti e dichiarazioni d’amore assoluto per Lila, Lenù (ma naturalmente ci sono anche le tifoserie rivali) e di antipatia per quasi tutti i maschi della serie tv, a cominciare da Stefano Caracci, il marito di Lila, e da Nino Sarratore, l’amante di una e il sogno dell’altra.
La seconda stagione, “Storia del nuovo cognome”, della serie diretta da Saverio Costanzo e da Alba Rohrwacher (che è stata regista di due episodi) ha chiuso in bellezza con 7 milioni 110mila spettatori nel primo episodio (25.81% di share) e 6 milioni 757mila spettatori con il 31.05% nel secondo. In pratica il “Grande Fratello Vip”, che raffrontato alle altre puntate con 3 milioni e 650 mila non è andato per niente male, è stato quasi doppiato.
La serie tratta dai bestseller di Elena Ferrante è distribuita in 162 paesi nel mondo
Ora naturalmente tutti si chiedono chi saranno le nuove attrici che interpreteranno Lila e Lenù da adulte. Anche se come confermato in queste interviste rilasciate da Gaia Girace e da Margherita Mazzucco a Tiscali.it le due giovani interpreti saranno presenti nei primi tre episodi della terza serie. E anzi, entrambe affezionatissime ai rispettivi alter ego, mandano degli ammonimenti precisi a chi verrà dopo di loro. Ecco Gaia Girace: “Voglio stare con Lila più tempo possibile. Mi piace giocare con lei con il look e con i suoi comportamenti imprevedibili ed esplorare nuovo aspetti della sua personalità”. Ed ecco Margherita Mazzucco, che si rivela quasi gelosa della sua Lenù: “Spero che chi verrà dopo di me non stravolga il personaggio”.
Un racconto potente che scava nelle contraddizioni di ognuno di noi
Intanto la seconda serie si è chiusa con le due ragazze che si sono ritrovate, anche se ormai divise dalla vita: quella di Elena è brillante, dopo la laurea a Pisa, la pubblicazione del suo primo libro e una promessa di matriimonio; quella di Lila invece è sprofondata nella fatica e nella miseria più nera, dopo il naufragio del suo matrimonio e il trasferimento in una periferie inquinata e senz’anima dove si affatica lavorando come operaia. Eppure, nelle tante sensazioni capace di suscitare questo racconto così potente che scava nelle contraddizioni e nelle debolezze di ognuno di noi, unao dei momenti destinati a restare è quello del monologo del “Quasi” pronunciato da Elena sulle rive dell’Arno mentre “affoga” i quaderni di appunti e di ricordi che Lila le aveva affidato anni prima.
Il monologo del “quasi”
Eccolo: “All’improvviso mi resi conto che tutta la mia vita era un “quasi”. Ce l’avevo fatta? Quasi. Mi ero strappata a Napoli e al rione? Quasi. Avevo amiche e amici nuovi, che venivano da ambienti colti? Quasi. Di esame in esame ero diventata una studentessa ben accolta dai professori che mi interrogavano? Quasi. Dietro tutti quei quasi, mi sembrò di vedere come stavano le cose. Avevo ancora paura e sentivo che da qualche parte, Lila, come sempre, era senza “Quasi”.
ciò che resta più forte
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