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L’amore più forte della tragedia a Chernobyl: “Rimasi con lui fino all’ultimo, su noi dette troppe bugie”

La serie televisiva sul disastro del 1986 ha scosso gli spettatori di tutto il mondo e vinto premi. Ma ora parla Lyudmila Ignatenko, che perse il marito consumato dalle radiazioni

Da sinistra: la vera Lyudmila Ignatenko e gli attori che interpretano suo marito Vasily e lei in tv

Da sinistra: la vera Lyudmila Ignatenko e gli attori che interpretano suo marito Vasily e lei in tv

Molti conoscevano già la storia del più grave disastro nucleare, quando il 26 aprile 1986 a seguito di errori di manovra e di progettazione il reattore nucleare della centrale esplose e andò in fusione del nocciolo atomico. Quei fatti, riepilogati dall’acclamata serie tv Chernobyl che ha avuto 19 candidature e vinto 3 Emmy Award (gli oscar della televisione) sono tornati a colpire il nostro immaginario e i nostri sentimenti. Su tutto una domanda: quanto ci hanno davvero detto della gravità di quel che accadde e su ciò che è finito nell’aria, nell’acqua, nel terreno su cui camminiamo? Ma a colpire più di ogni altra cosa, grazie alla serie televisiva britannica, è stata la struggente storia d’amore tra Lyudmila e Vasily Ignatenko (già raccontata nei dettagli da Tiscali News, qui). Lui, vigile del fuoco, fu tra i primi mandati dal governo sovietico nel cuore della centrale sventrata dalle fiamme e dalle radiazioni. Dissero che c’era da spegnere un semplice incendio. La verità, costellata di omertà e bugie, era un’altra. Ignatenko la pagò in modo orrendo, Lyudmila si rifiutò di stare lontano da lui mentre si trasformava e moriva come se fosse “un reattore vivente”. La pelle cambiava colore, i tessuti si liquefavano e la sofferenza era atroce. Lei gli restò accanto fino all’ultimo, tenendogli la mano e pulendolo. Nascondendo a tutti, anche ai medici, di essere incinta. Ma ora a parlare è la vera Luda (questo il suo diminutivo) che protesta per le “troppe bugie contenute nella serie”.

“Mi sono sentita aggredita”

Intervistata dalla Bbc (qui il video integrale), Lyudmila Ignatenko ha mostrato a sorpresa il suo volto e si è lamentata del comportamento della produzione della serie tv Chernobyl: “Nessun rispetto per me, mi sono trovata con gente che urlava alla mia porta e giornalisti disposti ad abbattere la mia porta a calci. Avrebbero fatto di tutto per intervistarmi”. Luda ha ricordato i momenti strazianti trascorsi al capezzale del giovane marito avvelenato dalle radiazioni: “Aveva tre fiori sotto il suo cuscino, me li diede. Erano gli ultimi, ricordo che guardavamo fuori dalla finestra insieme, quello era un nostro momento romantico” in mezzo a tanta morte. Il successo della serie tv l’ha riportata al centro delle critiche per essersi esposta alle radiazioni, fatto che provocò la morte del bambino che portava in grembo, appena quattro ore dopo il parto: “Come avrei potuto lasciare solo Vasily? Pensavo che il bimbo fosse al sicuro dentro di me, non sapevamo niente delle radiazioni. Non ho mai dato il permesso alla produzione di rappresentare la nostra storia in tv”.

I segni della tragedia addosso

Ancora la Ignatenko, nell’intervista alla Bbc ha detto che mentre giravano Chernobyl in Lituania e Ucraina, ricevette una telefonata dalla produzione che sosteneva di non essere riuscita a rintracciarla: “Mi dissero che volevano pagarmi 300 dollari. Chiesi per cosa, mi risposero: perché esisti. Allora misi giù il telefono. Era evidente che fosse una truffa, e mi spaventò perché la telefonata proveniva da Mosca e il mio Paese, l’Ucraina, è in guerra con la Russia”. La produzione ha risposto di aver cercato di parlare con Luda, non riuscendoci nel modo voluto, e di aver rappresentato la storia sua e del marito Vasily nel modo più rispettoso possibile. Del girato la Ignatenko ha visto poco: “Alcuni dettagli sono bugie, come il fatto che io reggessi in mano le scarpe di mio marito mentre lo seppellivano. Ma altri sono fedeli, come il vestiario leggero delle persone in fuga dalle radiazioni e il golfino che indossavo in quei giorni”. Ma le incomprensioni e le accuse ricevute l’hanno fatta sentire isolata. Trentatre anni dopo la morte di Vasily non si è mai voluta risposare, ma ha coronato il sogno di avere un figlio e di poterlo crescere

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