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Lezione di Jova Beach Party a Statale Milano  

Lezione di Jova Beach Party a Statale Milano

”Non esiste una mappa del Jova Beach Party, lo costruiremo insieme con l’entusiasmo di chi ama le invenzioni”. Una lezione universitaria fuori dai manuali, così come fuori da ogni schema è l’ambizioso progetto di Jovanotti con il suo Jova Beach Party, che prenderà forma a partire dal 6 luglio a Lignano Sabbiadoro e toccherà 17 spiagge italiane. Un format, fin qui mai visto e per questo oggetto di approfondimenti e di analisi universitarie a cui hanno lavorato sei atenei milanesi (il Politecnico, l’università Statale, Bicocca, Bocconi, Cattolica e Iulm) con altrettanti docenti. E il risultato è stato messo nero su bianco questa mattina a ‘La Statale’. Le sei relazioni sono state esposte all’interno di un’Aula Magna gremita di studenti. ”Ho accettato entusiasta e incuriosito la proposta delle università milanesi che hanno voluto raccontare il Jova Beach Party -ha detto Jovanotti- Solo immaginare di cantare e di ballare con la gente e con i piedi nell’acqua mi rende felice, stiamo provando a fare qualcosa di nuovo che non è mai stato fatto. Ed è per questo che non c’è una mappa, perché il Jova Beach Party lo costruiremo insieme con l’entusiasmo di chi ama le invenzioni”.

Originalità estetica, divertimento e responsabilità. Ma anche concretezza e marketing: sono solo alcuni dei punti toccati dai docenti universitari nell’analizzare lo Jova Beach Party. Un evento approfondito attraverso la filosofia, l’ingegneria, il marketing e la comunicazione. ”L’ingegneria è ciò che rende realizzabile una visione e ciò che permette alle sfide di essere colte e di essere superate -ha detto durante il proprio intervento Marco Taisch, professore di Operations Management del Politecnico-Quest’anno ricordiamo i cinquant’anni dallo sbarco dell’uomo sulla luna”. ”Quello che è stato per secoli un sogno, con John Fitzgerald Kennedy diventa una visione -ha proseguito- Penso al Jova Beach Party come alla Luna di Lorenzo. E sarà per voi come 15 sbarchi sulla luna. Non solo sfida artistica ma logistica e organizzativa. Ci vuole coraggio per assumersi il rischio di questa nuova visione”. Mentre Andrea Borghini, docente di Filosofia e Teoria dei linguaggi per La Statale, con la sua relazione ”Rumore di sale” si è soffermato sul significato del ”divertimento collettivo e organizzato. Il tour permetterà anche di di-vertere le regole sociali e le invisibili strutture sociali della nostra società. Così il divertimento potrà arrivare dove il piacere e lo svago non arrivano”.

Valentina perissinotto, coordinatrice del master in Green Management della Bocconi, è intervenuta con ”Divertimento e responsabilità ambientale” e ha spiegato come sia “virtuoso” il progetto di Jovanotti: ”Il modello Jova Beach Tour -ha sottolineato- è un’idea semplice ed estremamente bella nella sua semplicità. Ogni tappa è diversa e ogni party sarà unico, ma c’è un fil rouge comune: il rispetto della natura stessa”. Francesco Massara, docente di Marketing allo Iulm, invece, con ‘Il Marketing delle esperienze e il valore del brand Jovanotti’ ha messo in evidenza che ”In questo progetto non c’è costruzione del personaggio, con Jovanotti siamo davanti a una forma di marketing diverso. Basta analizzare i testi delle sue canzoni per accorgersi della sua spontaneità”.

Poi è stata la volta di Paolo Galli, professore di ecologia della Bicocca, con il suo ‘Dialogo con il mare’. Il biologo che dirige MaRhe, il centro di ricerca della Bicocca alle Maldive, eccellenza mondiale, ha invitato Jovanotti al laboratorio naturale in mezzo all’Oceano Indiano e gli ha dedicato una manta di sua scoperta, ”una manta Jova -ha detto- Ma anche un punto sulla cartina dei mari maldiviani per segnalare il Manta Jova Point, il punto dove le mante vanno a danzare”. Per concludere Fausto Colombo, del dipartimento di scienze della comunicazione e dello spettacolo della Cattolica, ha portato l’analisi ‘La matita della musica. Ridisegnare la spiaggia fa intrattenimento e rito’ perché dalla sua analisi il punto di forza del progetto di Jovanotti è la condivisione: ”Trasformare la spiaggia-confine con la musica significa riempirla di contenuti che trasformano il confine in un luogo di incontro e di scambio anziché in una barriera,e di questo c’è un grande bisogno oggi”. Jovanotti era seduto tra gli studenti e proprio a loro si è rivolto all’inizio del workshop: ”Ho preso il treno del lavoro a 18 anni -ha raccontato senza nascondere l’emozione- mi ero appena iscritto all’università ma non ho fatto mai un esame perché non potevo perdere quel treno. Ma credo in voi. Perché credo che siate la nuova generazione in un mondo che ha una possibilità di sviluppo e di cambiamento che non può che rendere la vostra partecipazione al mondo entusiasmante”. E infine ha concluso parlando di ”’talento e di vocazione’ che vanno a braccetto e non vanno sottovalutate”.

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