Pubblicato il: 17/02/2020 16:34
Sarà un ‘Turco’ ricco di desiderio e fantasia, con giochi di realtà e finzione e la comicità velata da un’ombra di malinconia. Poeticamente più vicino a Italo Calvino che a Luigi Pirandello, con il suo carico di personaggi irrisolti: il marito geloso, il cicisbeo languido, la moglie simbolo della libertà erotica. A 23 anni dall’ultima rappresentazione scaligera, ‘Il Turco in Italia‘ torna al Piermarini per otto rappresentazioni, dal 22 febbraio al 19 marzo, in un nuovo allestimento con la direzione di Diego Fasolis e il debutto con la regia alla Scala di Roberto Andò, costumi di Nanà Cecchi e scene di Gianni Carluccio.
“Sono onoratissimo di dirigere il ‘Turco’ alla Scala – spiega Fasolis -perché manca da molti anni ed è stato anche trattato male la prima volta che fu eseguito al Piermarini (nonostante il cast stellare, il 14 agosto 1814, l’opera fu accolta con molta freddezza, ndr). Andò è un registra straordinario, con lui l’intesa è stata completa”. Per il capolavoro (non solo) buffo di Rossini e Felice Romani è stato scelto un cast eccezionale: Alex Esposito sarà il turco Selim, Rosa Feola vestirà i panni di Donna Fioriella, Giulio Mastrototaro sarà Geronio, Edgardo Rocha Narciso e Mattia Olivieri il poeta Prosdocimo.
“Il ‘Turco’ è un’opera difficile, che può apparire sfuggente – sottolinea Andò -. E’ sfuggita a un pubblico che si è trovato davanti questo oggetto difficile da definire su un piano tra il comico e il serio. Un problema che spesso si ha con Rossini. E’ un opera che anticipa Pirandello ma è vero fino a un certo punto. C’è una drammaturgia ben precisa che usa la figura del metateatro, però mi fa più pensare più a ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’ di Italo Calvino, un romanzo nel romanzo nel quale alla fine si coglie un senso di impossibilità. Il ‘Turco’ arriva nella sua giocosità seria, con questa leggerezza profonda, con personaggi che sono da commedia ma assorbiti da un’ombra di malinconia. C’è il desiderio di conoscere la realtà attraverso la finzione”.
Estremamente originale e moderno, il ‘Turco’ intrinseca differenti livelli, tra tradimenti e giochi di passioni, come l’intreccio amoroso che ruota intorno a Fiorilla (moglie di Geronio desiderata da Selim e Nariciso e il ruolo del ‘burattinaio’ del poeta Prosdocimo, in cerca di un soggetto interessante per un’opera comica (“Ho da far un dramma buffo / e non trovo l’argomento”). Situazioni e scene che si rincorrono in un gioco continuo tra ironia e melanconia. Un’opera che ha un rapporto circolare con il ‘Così fan tutte’ di Mozart’ e che non è priva di problemi testuali.
“L’aspetto più difficile da cogliere è stato quello di individuare una linea di demarcazione tra la commedia e gli aspetti più insidiosi – spiega Andò -. Quello che mi interessava era solo stare dentro la costrizione libera e felice della musica. Ci sono momenti attraverso i quali Rossini rimette a posto i codici dell’opera buffa come quando la malinconia e il pessimismo cinico prendono il sopravvento. Il lieto fine invece ci dice che i personaggi restano irrisolti e la loro vera natura è ancora tutta da scoprire “.
Nel ruolo di Fiorilla Rosa Feola, tra i più brillanti soprano del nostro tempo. Nata a Caserta, Rosa si sente molto vicina al personaggio, simbolo di libertà sessuale ma non per questo poco malinconica. “E’ un personaggio per me speciale – sottolinea Feola – anche per il suo carattere partenopeo. Essendo partenopea vedo in lei una vena tragicomica”.
“Fiorilla – sottolinea ancora il soprano – è brava a trasformare la sua tragedia, cioè la noia del matrimonio, in modo di decidere della sua vita. Esprime tutta la sua libertà sessuale e il suo voler essere sé stessa a tutti i costi senza preoccuparsi delle conseguenze anche se alla fine subisce perché è costretta alla fine a tornare con il marito. Musicalmente sento leggerezza nell’esprimere le sue emozioni fino alla drammaticità finale. Sarà una Fiorilla molto colorata anche con i costumi, che esprimeranno tutta l’eleganza e la spontaneità del personaggio”.
E poi c’è Alex Esposito, che sarà il turco Selim. “Con lui torno a casa – spiega il basso baritono -. Rossini, oltre ad essere un compositore magnifico è anche un insegnante di vita perché impone disciplina per cantarlo e interpretarlo, nessuno è come lui”. In scena la protagonista assoluta resterà comunque la musica. “Quella di Rossini la devi aiutare – fa notare Esposito – è un grande esempio di allenamento di teatro anche sociologico, sul palco con lui non sei mai da solo e non puoi slegarti da chi hai attorno. Rossini ti mette a nudo sia teatralmente che vocalmente”.
Adnkronos.