Emiliano De Martino nato ad Eboli e cresciuto a Bellizzi (periferia di Salerno) attore, diplomato presso l’accademia LA STAZIONE di Claudio Boccaccini giovane interprete di molti film di successo, è uno degli attori più brillanti del panorama cinematografico italiano. Da Scola a Veronesi, da Pieraccioni a Verdone, ha imparato da loro soprattutto la disciplina, il sacrificio e la dedizione.
“Vedere sul set questi registi -dichiara De Martino- che, nonostante l’esperienza, quando approcciano un personaggio lo fanno ogni volta come se fosse la prima, ti fa capire che nulla nel nostro mestiere è scontato e che la vera chiave di lettura è l’umiltà dei grandi”.
“Nasco dal teatro, ho iniziato a 14 anni; è un luogo in cui impari a costruire la tua identità professionale, un bagaglio che ti accompagnerà tutta la vita. Certo, il teatro è poco remunerativo ma è viscerale, non ne puoi proprio fare a meno”.
Ha scritto e diretto gli spettacoli “Solo cento volte, Mamma Napoli, 40 mq”,
“Mamma Napoli Mood” è un atto d’amore verso la città di Napoli e i suoi figli, la sua cultura e la sua umanità… ma è anche un grido, una chiamata alla non indifferenza, alla non impassibilità dinanzi ai problemi che da sempre affliggono la città partenopea. Napoli è qui vista come specchio di povertà di valori morali e sociali che possiamo benissimo ritrovare nelle grandi metropoli, dove troppe volte l’unico sbocco di sopravvivenza è rappresentato dall’uniformarsi, dal farsi massificare se non addirittura dal delinquere.
Quando, invece, dovremmo, ora più che mai visti i molti che bussano alla nostra porta, essere portatori di equità e solidarietà sociale; essere coloro che realizzano un modello di sviluppo fondato sulla dignità della persona. Ecco allora che Napoli è l’emblema di tante anime, apparentemente molto diverse tra loro, che vanno a formare il mosaico umano attraverso il quale filtrano i vari colori di una città contesa tra il dolce e l’amaro, la luce e l’oscurità, il bene e il male.
Fra commedia e dramma, filosofia del vivere e omaggio a Salvatore Di Giacomo e l’importante ricordo di una tragedia volutamente dimenticata, Mamma Napoli Mood di Emiliano De Martino è la rappresentazione di quella parte di noi che ancora si vuole commuovere dinanzi al sorriso di un anziano o di un bambino sporco e maleducato; che non vuole arrendersi all’ingranaggio stritolante di una società che ingloba e uniforma le diversità. Un viaggio tra immagini evocate ed emozioni fatte riaffiorare dai quadri rappresentati e le canzoni, edite e inedite, eseguite live con voce, chitarra e percussioni da Marco De Vincentiis (concorrente di The Voice), Valentina Proietto Scipioni ed Eduardo Ricciardelli… Un viaggio che si fa riflessione dal ‘900 ai giorni nostri, perché vi sia “una voce per chi voce non ha”.
Il penultimo personaggio di questa commedia e’: Antonio, nato morto e “storto”…. si parla quindi anche di disabilità…. E, passando da un racconto, che a tratti strappa anche un sorriso, viene narrata la vicenda di questo ragazzino affetto da tetraparesi spastica. Contrariamente alla diagnosi dei potenti “medici” stato vegetativo, Antonio vive, parla, si innamora, studia pur bloccato nel corpo di un burattino.
La sua fame di vita, e l’amore di una donna, la sua nonna, gli danno la forza per combattere e realizzare i suoi più grandi sogni, diventa medico e nel dettaglio neurologo e neuropsichiatra infantile (il riferimento ad Antonio Guidi è chiaro) e infine primo ministro italiano della disabilità ma soprattutto, come lui stesso dice, egli diventa: Antonio. Qui la trasformazione
fisica e attoriale di De Martino portano lo spettacolo ad un livello emotivo altissimo.
La bravura di De Martino Regista ritorna lasciando il pubblico con una grande riflessione o forse ancor di più, con una grande domanda: l’amore o il potere? Sul chiudersi delle
luci ritorna infatti lui l’uomo in giacca e cravatta, gelido, inespressivo: il dio Denaro…
Testo e Regia: Emiliano De Martino
Cast
Emiliano De Martino
Marco De Vincentiis
Valentina Proietto Scipioni
Con l’amichevole partecipazione di Eduardo Ricciardelli
Grafica: Palmira Pugliese
Di Angelita Puliafito dal blog di cultura CulturSocialArt