Pubblicato il: 30/10/2019 15:11
“È bello mettersi alla prova con un mestiere che non è il mio e usare la voce in modo diverso. E poi con questo film mi sono riscattato: per la prima volta doppio il protagonista”. Marco Mengoni è entusiasta della sua terza prova da doppiatore. Dopo le esperienze in ‘Lorax – Il guardiano della foresta’ nel 2012 e in ‘Il Re Leone’ quest’anno, il cantautore ha prestato la voce a Jesper, il protagonista di ‘Klaus – I segreti del Natale’, primo lungometraggio d’animazione prodotto da Netflix, in collaborazione con Spa Studios e Artesmedia Cine, che sarà disponibile sulla piattaforma dal 15 novembre. Prodotto interamente a Madrid, il film unisce tecniche di animazione tradizionale con tecnologie di ultima generazione e racconta la storia di Jesper, il peggior studente dell’Accademia delle Poste, che viene spedito su un’isola ghiacciata, oltre il Circolo Polare Artico dove la gente del posto fatica a scambiare qualche parola e tanto meno lettere. Jesper sta per arrendersi quando trova un’alleata in Alva (doppiata da Carla Signoris), un’insegnante del posto, e incontra Klaus (che in Italia ha la voce di Francesco Pannofino), un misterioso falegname che vive da solo in una baita piena di giocattoli realizzati a mano. Queste improbabili amicizie sapranno riportare l’allegria a Smeerensburg ricreando anche una nuova tradizione fatta di generosità, magia e calze appese al camino con cura.
Per Mengoni partecipare ad un film natalizio ha un sapore tutto particolare perché il cantante è nato il 25 dicembre: “Per i miei sono stato di certo il regalo di Natale perfetto – ha scherzato l’artista, reduce dal successo dell’album ‘Altantico’ e del relativo tour – Ho avuto un’infanzia molto infelice da questo punto di vista, perché non ho mai festeggiato un compleanno, era sempre il compleanno di qualcun altro più importante di me. Non so se lo conoscete!”, ha ironizzato.
Mengoni si è detto “molto felice di avere portato le mie corde vocali su questo personaggio che è molto più simile a me di quanto mi aspettassi. Io l’ho visto come un viziato, un bipolare, però è molto sensibile, esattamente tutte le caratteristiche che corrispondo a me, a quello che poi sono io”, ha aggiunto il cantante che non ha negato quanto sia impegnativo il mestiere del doppiatore: “Ogni volta che mi ritrovo a fare doppiaggio, per quanto mi possa piacere, mi rendo conto che è un lavoro stancantissimo. Arrivi in hotel la sera e sembra che tu abbia fatto una maratona”. Quanto alla differenza tra cantare e doppiare, Mengoni ha sottolineato: “Si tratta sempre di usare lo strumento della voce ma in modo diverso. Per il doppiaggio devi andare dietro ad una traccia, sei più guidato. Non puoi mettere più di tanto dentro la tua personalità. E da questo punto di vista, doppiare è più facile, perché c’è qualcuno che ha deciso al tuo posto quasi tutto quello che devi fare”.
Rispetto alle precedenti esperienze da doppiatore, Mengoni ha confessato ridendo di sentirsi “un po’ riscattato da questo personaggio, perché è il protagonista e che ha molte più battute e una costruzione diversa del personaggio rispetto a Simba (il personaggio che ha doppiato nel Re Leone, ndr.). Qui – ha aggiunto – ho avuto la possibilità di darmi di più. Ho voluto riscattarmi, mi sono impegnato molto. Spero si senta!“, ha sottolineato, confessando di essersi emozionato quando, alla vigilia della presentazione alla stampa, ha visto il film doppiato per intero. Anche Francesco Pannofino ha rivelato di essersi commosso: “Quando abbiamo doppiato l’ultima scena, mi sono commosso. Quando mi commuovo vuol dire che l’autore di quell’opera, qualsiasi cosa sia, è andato a toccare corde dell’emozione, che è quello che cerchiamo tutti”, ha detto l’attore che ha poi fatto grandi complimenti a Mengoni: “Io l’ho sentito mentre doppiava. Il suo personaggio è molto complicato, parla svelto, cambia il tono, fa versi, ha idee improvvise. Marco è stato molto bravo”.
E a chi gli ha chiesto se in futuro tornerà a fare il doppiatore, Mengoni ha risposto senza esitazione: “Se mi danno l’opportunità di farlo, sicuramente sì. Certo è stancante, ma le cose più stancanti e più difficili sono le più belle, perché sono quelle dove ci metti ancora più impegno”, ha concluso Mengoni confessando che su Netflix finora la sua serie preferita è stata ‘Le regole del delitto perfetto’.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.