È uno dei grandi e inaspettati successi di questa stagione televisiva e giunge all’epilogo tra nodi da sciogliere e colpi di scena da svelare, proprio come l’ha disegnata Pappi Corsicato con un mix ben riuscito di commedia e thriller e una Napoli per una volta lontana dai clichet. “Vivi e lascia vivere”, serie tv per Rai1 della BibiFilm di Angelo Barbagallo e di RaiFiction, ha diverse chiavi di lettura perché è un racconto trasversale a generi ed età. È la storia di una donna, interpretata da Elena Sofia Ricci, capace di rimettersi in gioco con un lavoro tutto al femminile e una vita sentimentale e familiare frastagliata da altrui egoismi ed errori. Ma è anche la storia di un uomo, il primo grande amore di questa donna di mezza età, ricco di chiaroscuri, un imprenditore di successo che alterna cinismo a tenerezze inaspettate e che Massimo Ghini rende magistralmente, aggiungendo al suo già ricchissimo carnet di personaggi, un’interpretazione notevole e del tutto nuova. Lui che sa di aver centrato il bersaglio spiega quello strano modo di essere così indefinito del suo alter ego con la costruzione di un personaggio che ha “voluto scoprire mano a mano, senza tesi preconfezionate ma lasciandomi sorprendere da lui e dagli eventi giorno per giorno”.
Il figlio Leonardo ci sarà nell’ultima puntata: “Non interpreto mio padre da giovane ma il suo rivale”
Ghini ce ne parla in una videointervista dove per la prima volta accetta di raccontarsi a tutto tondo insieme al figlio Leonardo, il più piccolo dei suoi quattro ma anche l’unico che ha voluto sfidarsi nello stesso terreno del famoso padre. Già, perché anche Leonardo Ghini, 20 anni, dopo la laurea all’Accademia nazionale di arte drammatica Silvio d’Amico, sta muovendo i primi passi nel campo della recitazione e proprio nell’ultima puntata di “Vivi e lascia vivere” lo vedremo all’opera nei panni dell’antagonista del padre da giovane.
Massimo Ghini ed Elena Sofia Ricci, protagonisti di “Vivi e Lascia vivere”. serie di grande successo di Rai1.
Ne è venuta fuori un’intervista doppia dove Leonardo ha raccontato i pro e i contro di una scelta che spesso viene vista attraverso la lente del pregiudizio e delle più allusioni, e dove Massimo ha raccontato come il rapporto tra lui e suo figlio sia cresciuto e si sia evoluto proprio da quando questa scelta è stata messa in campo: “Di ciò che comporta misurarsi nello stesso terreno del padre ne sanno qualcosa i miei cari amici Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi”. “Che poi non si capisce perché”, gli fa eco il figlio, “mentre in tutti gli altri mestieri seguire le orme del padre è visto come un qualcosa d assolutamente naturale. Solo il mondo dello spettacolo fa eccezione”. Il confronto è andato avanti per oltre mezz’ora nel corso della quale Massimo Ghini ha anche raccontato il suo strano destino, quello di essere un attore a tutto campo, capace di raccogliere successi in teatro e nel musical, al cinema e nella serialità televisiva, nelle commedie e nei ruoli drammatici. Un destino, però, gramo di premi e di riconoscimenti forse perché voler cambiare e non volersi specializzare in “un unico ruolo sempre uguale” ti crea intorno un’aurea di diffidenza. O forse perché sono sempre stato un tipo scomodo, impegnato in prima persona nelle battaglie sindacali dei lavoratori dello spettacolo e in politica”.
Ecco perché vorrei candidarmi a sindaco di Roma
Ed è proprio a proposito della sua passionaccia che annuncia a sorpresa di volersi candidare a guidare la sua Roma. “Oggi come oggi se volessi tornare in politica lo farei a un patto solo: candidarmi sindaco di Roma. Penso di avere tutte le possibilità: l’intelligenza, la preparazione, la cultura, per poterlo fare. Scusatemi se dico questo, il fatto è che il livello si è talmente abbassato…. un tempo c’erano Amendola, Pajetta, gente che ne sapeva molto più di te e stavi zitto ad ascoltarli. Io oggi penso di potermi mettere seduto e guardare in faccia chiunque fa la politica. E, badate che questa è una cosa triste che dico ma l’amore e la dedizione a fare la politica è pensare a un servizio per gli altri. Sono già famoso e guadagno di più sicuramente facendo l’attore che non facendo politica. Lo dico nel caso qualcuno pensi che ne ho un tornaconto personale. Questa che faccio è l’ennesima provocazione ma volevo anche attestare che la politica è una malattia che non ti passa”.