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Masterchef, il vincitore: somiglio a Johnny Deep e Salt Bae ma io sono ‘aquila’

Il neo chef ai giovani: “fermatevi un attimo e trovate obiettivo, zio bricco!”

Il suo ‘zio Bricco’ ormai e’ diventato un tormentone. Maître 34enne, originario della Puglia ma residente in Emilia Romagna, Francesco Aquila, per tutti ‘Aquila’, e’ il vincitore della decima edizione di MasterChef Italia, il cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, che quest’anno e’ ‘volato alto’ anche negli ascolti, raggiungendo una media di un milione e 40mila spettatori, risultando cosi’ l’edizione piu’ vista degli ultimi tre anni. Un po’ Johnny Depp e un po’ Salt Bae, Aquila, con la sua determinazione e le sue eccellenti doti culinarie, ma anche grazie alla sua simpatia, e’ riuscito non solo a farsi apprezzare e benvolere dai suoi stessi avversari, ma soprattutto a convincere i tre giudici stellati Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, che lo hanno incoronato ‘re’ al termine di una finale avvincente. L’agenzia Dire lo ha intervistato.

– Aquila, intanto complimenti per la vittoria…
“Grazie! Ma devo ancora realizzare, anche se sono passati alcuni giorni…”.

– Francesco Aquila, per tutti ormai ‘Aquila’, chi era prima di vincere Masterchef?

“Quello che ero lo sono ancora adesso, cioe’ sono un cameriere, poi diventato maître, e anche docente in una scuola alberghiera di Riccione, mi piace insegnare e poter tramettere qualcosa. Per il resto, oltre al titolo, sono sempre lo stesso. Non e’ cambiato assolutamente nulla”.

– Nelle prove di accesso, molti hanno notato una tua somiglianza con Nusret Gökçe, conosciuto come ‘Salt Bae’, il celebre cuoco di carne, noto piu’ che altro per il modo in cui usa il sale. È stato un caso o era voluto?

“Mi hanno paragonato a lui e anche a Johnny Depp, ma io sono ‘Aquila’, cosi’ come mi ha soprannominato anche lo chef Barbieri. Quando lavoro in sala indosso la giacca, la cravatta o il papillon, e in questo stesso modo mi sono presentato per I casting. Ma e’ il mio modo di essere, poi per fortuna il pubblico mi ha imparato a conoscere per quello che sono. E rimango cosi'”.

 All’inizio forse non eri tra i favoriti, ma poi sei riuscito a dimostrare il tuo reale valore fino a convincere totalmente I giudici. C’e’ stato un momento in cui hai capito che potevi arrivare alla vittoria?

“Sinceramente fin dall’inizio mi ero prefissato un obiettivo, pensavo: ‘io sono qui per lavorare, per impegnarmi e per vincere questo programma’. E quando ci si prefissa un obiettivo, se veramente ci si crede, non sara’ oggi, non sara’ domani, ma ci si arriva. Pero’ devi crederci tu per primo”.

– Nel 2015, intanto, eri stato persino scartato dale selezioni…

“Quell’anno portai un piatto da casa, perche’ nelle precedent edizioni si poteva iniziare la preparazione e poi completarla davanti ai giudici. Andai quindi a fare il provino e ci rimasi talmente tanto male di non essere stato chiamato nei giorni successivi, che pensai: ‘Con MasterChef ho chiuso, continuo a fare la mia vita’. Invece poi, a distanza di un tot di anni, ho pensato di nuovo, per gioco, di inviare candidatura. E ora eccomi qua”.

– Nella vita, insomma, bisogna sempre provarci…
“Non bisogna mai fermarsi. Chi si ferma e’ perduto”.

 Quale e’ stato, invece, il momento piu’ difficile durante la competizione e quanta carica ti ha dato il pensiero di tua figlia, Ludovica, di 4 anni?

“Mi dato tantissima carica. È stato molto difficile per me starle lontano, ma lei e’ stata allo stesso tempo anche quell’arma in piu’, cioe’ quella marcia in piu’ per andare avanti. Pensavo: ‘Lo sto facendo per lei, devo farlo per lei'”.

– Questa edizione e’ stata caratterizzata, oltre che da eccellenti doti culinarie, anche da una grande sintonia tra I concorrenti. Eravate diventati tutti amici o sbaglio?

“È vero, siamo diventati amici, e sentirti dire questo mi ha fatto venire i brividi. Gli amici non te li danno, ti capitano, e quando crei un legame cosi’ forte, anche se c’e’ di mezzo una competizione, il legame e l’affetto rimangono, perche’ sono cose vere. Quando sono usciti tre dei concorrenti a cui ero molto legato mi ha fatto male, anzi ci ha fatto male. È stata una cosa reciproca e il sentimento, quando e’ reale, non si puo’ nascondere. Ci sentiamo ogni giorno”.

 ‘Zio bricco’ e’ stato un altro grande protagonista di questa edizione, questo tuo intercalare e’ diventato anche il sottotitolo del tuo libro di ricette, che uscira’ l’11 marzo… Ma da dove nasce?
“‘Zio bricco che ricette!’, e’ chiaro, ormai e’ il mood del 2021! Come nasce? È un’espressione che puoi utilizzare in tutti I ‘brodi’ e in tutti i piatti, perche’ non e’ offensiva, non e’ una parolaccia, ma e’ solo un’esclamazione, positiva o negativa.

Nasce perche’ in alcune circostanze non puo’ usare altri intercalare, magari meno eleganti, invece ‘zio bricco’ lo posso usare sempre. Nasce cosi’, insomma, in sostituzione di altro… La uso almeno da cinque anni, cioe’ da quando insegno, i miei studenti lo sanno bene!”.

– Quella di quest’anno e’ stata la prima edizione di Masterchef caratterizzata dal Covid. Come ha influito sul programma e su voi concorrenti?

“Sicuramente ha influito, ma e’ anche vero che eravamo gia’ ‘svezzati’, sapevamo come comportarci e conoscevamo le regole da rispettare. Quindi e’ stato un ‘pelo’ piu’ difficile ma neanche piu’ di tanto”.

– In molte regioni d’italia i ristoranti sono chiusi, in altre a mezzo servizio. Ti stai avvicinando ad una professione che in un momento come questo sta vivendo una forte crisi… C’e’ una ricetta per uscirne?

“Sicuramente dobbiamo attenerci ai Dpcm, perche’ gli esperti ne sanno senz’altro piu’ di noi, quindi rispettiamo le regole. Questo e’ il consiglio piu’ grande che io posso dare”.

– Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Anche perche’, prima o poi, questa pandemia finira’…

“Finira’ di sicuro, al 100%. Certamente non mi fermo, di progetti ne ho tanti, ma devo ancora valutarli. Sono stato proclamato vincitore poco tempo fa e solo piu’ avanti sapro’ dare delle risposte piu’ chiare. Attualmente sto valutando…”.

 Ti contendono pero’ gia’ due Regioni: la tua originaria (la Puglia) e quella tua adottiva (l’Emilia Romagna)… A chi dirai di si’?

“Si’, e’ vero, mi stanno contendendo (sorride Aquila, ndr), ma io appartengo ad entrambe. D’altronde ho intitolato il mio libro ‘My way’, cioe’ la mia strada, che parte da Gravina di Puglia e arriva a Bellaria Igea Marina. Quindi la Puglia e l’Emilia sono tutte e due casa mia, non c’e’ bisogno che mi contendano”.

– Un’ultima domanda, Aquila… Tu sei giovane e hai dimostrato di avere grandissime doti, forza e determinazione, prima di tutto. Che consiglio ti senti di dare ai piu’ giovani che vogliono intraprendere la carriera da chef?

“Gli darei intanto questo consiglio: di fermarsi un attimo, di prendere carta e penna e di scrivere in cosa sono bravi. Bisogna crearsi un obiettivo e bisogna soprattutto credere in quell’obiettivo, arrivando poi a realizzare davvero cio’ che avevano annotato su quel foglio. Questo per cambiare la loro vita, per rivoluzionarsi e per diventare delle persone piu’ forti. Ma ci devono credere loro, innanzitutto, contando sempre e solo sulle proprie spalle. Insomma: zio bricco ragazzi, provateci!”.
FONTE: AGENZIA DIRE
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