(Foto Afp)
Pubblicato il: 08/04/2020 11:11
di Paolo Martini
Il musicista statunitense John Prine, leggendario cantautore country e folk, che con le sue canzoni ha raccontato la complessità della condizione umana nella vita quotidiana, è morto ieri al Vanderbilt University Medical Center di Nashville all’età di 73 anni per le complicazioni del coronavirus Covid-19.
Ammirato da Bob Dylan e Kris Kristofferson – che lo lanciò nel 1971 dopo averlo scoperto in un piccolo club di Chicago – Prine è considerato uno dei cantautori più influenti e talentuosi della sua generazione, capace di cambiare il volto della musica folk e country americana. Autore di una trentina di album, tra quelli memorabili si ricordano “Sweet Revenge” (1973), “Common Sense” (1975), “Bruised Orange” (1978), “Pink Cadillac” (1979), “Storm Windows” (1980) e “Aimless Love” (1984). Il cantautore aveva vino due Grammy Award nel 1991 e nel 2005, entrambi nella categoria Best Contemporary Folk Album. La rivista “Rolling Stone” lo ha definito “il Mark Twain dei cantautori americani”.
Prine era stato ricoverato in ospedale il 26 marzo scorso dopo l’insorgenza improvvisa dei sintomi da coronavirus ed è stato in terapia intensiva per 13 giorni. La moglie e manager di Prine, Fiona Whelan, che ha dato l’annuncio della scomparsa al “New York Times”, ha riferito di aver scoperto di essere positiva al virus dopo il ritorno da un tour europeo, lo scorso 17 marzo.
Nato a Maywood, nell’Illinois, il 10 ottobre 1946, dopo una parentesi in Germania Ovest come soldato Prime si trasferì a Chicago. Dopo anni di gavetta divenne noto nella scena folk locale, fu scoperto e lanciato da Kris Kristofferson che gli procurò un contratto con la Atlantic Records, che nel 1971 fece uscire l’album di debutto “John Prine”. Dopo cinque album con Atlantic Records, nel 1978 con “Bruised Orange” firmò il primo album con Asylum Records, a cui ne seguirono altri album. L’album “Aimless Love” del 1984 fu pubblicato da Oh Boy Records, l’etichetta discografica fondata dallo stesso Prine, con cui ha fatto uscire tutti i lavori successivi, fino all’ultimo del 2018 “The Tree of Forgiveness”.
La carriera di Prine è stata stoppata più volte da seri problemi di salute. Nel 1998 subì un intervento chirurgico per rimuovere un tumore al collo e l’operazione gli provocò un danno temporaneo ai nervi del collo limitando la mobilità della lingua: fu costretto per diversi mesi a una terapia riabilitativa per recuperare la piena funzionalità della voce, che comunque risultò modificata. Nel 2013 il cantautore fu operato con l’asportazione di una massa tumorale al polmone sinistro.
Tantissime star americane stanno esprimendo sui social network il loro cordoglio per la morte del cantautore John Prine. “Qui nella ‘E Street Band’ siamo devastati dalla perdita di John Prine. John e io eravamo insieme i ‘Nuovi Dylan’ nei primi anni ’70 e lui non era il ragazzo più adorabile del mondo. Un vero tesoro nazionale e un cantautore che rimarrà nei secoli. Mandiamo il nostro amore e le nostre preghiere alla sua famiglia”, ha scritto Bruce Springsteen. Mentre lo scrittore Stephen King ha commentato: “Il Coronavirus si è preso uno dei più grandi: John Prine, morto a 73 anni. Tante canzoni memorabili”. Mentre il regista Michael Moore ha postato il link ad un suo brano ‘Hello in There’, scrivendo: “Il grande cantante e cantautore folk, John Prine, è morto oggi a causa del coronavirus. Così tante grandi canzoni. Eccone una sulla solitudine dell’invecchiamento che diventa una richiesta per noi di non ignorare i nostri anziani”.
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