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Musica: inaugurazione ‘esplosiva’ con Berlioz per stagione Santa Cecilia  

Inaugurazione 'esplosiva' con Berlioz per la Stagione di Santa Cecilia

La sindaca Viginia Raggi, il sovrintendente Michele dall’Ongaro e il maestro Antonio Pappano (foto Musacchio & Iannello)

di Pippo Orlando

Sarà un’inaugurazione ‘esplosiva’ con coro e orchestra enormi“. Michele dall’Ongaro, presidente-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, definisce così l’apertura della stagione sinfonica 2019-2020 della Fondazione lirica romana che, il 10 ottobre prossimo vede il direttore musicale Antonio Pappano impegnato a dirigere la monumentale ‘Grande Messe des morts‘ di Hector Berlioz, la cui esecuzione vedrà impegnata l’orchestra con un organico straordinario: sedici timpani, quattro bande, il Coro di Santa Cecilia cui si aggiunge, in un clima di “collaborazione tra fondazioni”, quello del Teatro San Carlo di Napoli per un totale di 120 cantanti, oltre alla star internazionale della lirica, il tenore Javier Camarena, al suo debutto a Roma.

Una sfida che si ricorda per tutta la vita“, dice Pappano che ha diretto pochi giorni fa per la prima volta il ‘Requiem’ di Berlioz al Concertgebouw di Amsterdam con il Coro di Santa Cecilia, preparato da Ciro Visco, in trasferta nella capitale olandese. “E’ un’opera enorme. Nel ‘Tuba Mirum’ le trombe suonano dappertutto e con i sedici timpani c’è una specie di terremoto musicale. E’ una messa piena di dubbio e di speranza, che non si fa tutti i giorni”, dice Sir Tony, sottolineando come gli “anni a cavallo del 1830 sono molto importanti per me. Sono gli anni di Berlioz, di Rossini, di Beethoven”.

E sottolinea che nei 28 concerti sinfonici, 18 da camera e nelle quattro tournée previste dalla nuova stagione, per un totale di 270 giorni di musica, “c’è un omaggio a Berlioz (un mini festival dal titolo ‘Fantastico Berlioz’, in occasione dei 150 anni dalla morte, ndr), ma anche a Rossini, compositore fondamentale per la crescita di qualsiasi orchestra, con la ‘Messa di Gloria‘ che sarà anche registrata in cd con un cast bellissimo. E non dimenticheremo Donizetti in una serata con i finali delle tre regine Tudor (‘Anna Bolena’, ‘Maria Stuarda’ e ‘Roberto Devereux’ con il soprano Diana Damrau, ndr), e Verdi del quale stiamo per registrare l”Otello‘ con Jonas Kaufmann. Perché – osserva Pappano – è importante che la nostra orchestra capisca chi sono Donizetti, Rossini e Verdi. Rappresentano il nostro patrimonio che dobbiamo celebrare e imparare e non dare mai per scontato. Capire loro aiuta a eseguire Wagner, Strauss e gli altri”.

Il concerto rossiniano sarà anche l’occasione per ricordare Bruno Cagli, il musicologo ed ex presidente sovrintendente dell’Accademia, scomparso il 29 novembre scorso. “Ospiteremo una giornata di studi a lui dedicata – dice dall’Ongaro – e presenteremo alcuni suoi saggi su Rossini. E’ stato suo il merito di riportare al pubblico la ‘Messa di Gloria’ di Rossini”, ricorda il sovrintendente che, nell’illustrare il programma della nuova stagione, annuncia l’arrivo di un nuovo socio, Terna: “La famiglia si allarga”.

Dall’Ongaro spiega che sarà una stagione di debutti (“Avremo per la prima volta sul nostro podio Antonello Manacorda e Michele Mariotti, e il pianista pugliese Francesco Libetta“), ma anche di continuità con il passato dell’Accademia (“torneranno a dirigere gli ex direttori musicali come Daniele Gatti e Myun-whun Chung“). Ci sarà “il ritorno di Gustavo Dudamel, di Jurai Valcuha e di Gianandrea Noseda“. Inoltre il giovane pianista russo Igor Levit sarà ospite per un’esecuzione del raro e interessantissimo concerto per pianoforte di Ferruccio Busoni con Pappano sul podio. E ancora, Mikko Franck che dirigerà ‘La sagra della primavera’ in un progetto sui tre balletti di Stravinskij che prevede anche l’esecuzione di ‘Petruska’, con Gatti sul podio, e dell”Uccello di fuoco’ con Valery Gergiev.

E ancora, appuntamenti con la musica d’oggi con brani di Donatoni, D’Amico, Capogrosso, Francesconi, Franceschini e Vacchi, oltre a una prima assoluta italiana, quella della ‘Buddha Passion‘ di Tan Dun diretta dallo stesso compositore. Tra le novità, frutto della collaborazione tra fondazioni, l’Orchestra Filarmonica della Scala con il suo direttore Riccardo Chailly. Per la stagione da Camera, “tanto Beethoven – assicura dall’Ongaro – ma non abbastanza perché ci avviciniamo ai festeggiamenti del 2020 (250 anni dalla nascita, ndr). Sarà eseguita l’integrale delle sonate per violino e pianoforte con Leonidas Kavakos ed Enrico Pace“. E ancora Beatrice Rana, Grigory Sokolv, Maurizio Pollini, Arcadi Volodos e Mario Brunello alle prese con Bach di cui eseguirà le suite per violoncello e un’originale trascrizione delle partite per violino su violoncello piccolo. Infine, le quattro tournée dell’orchestra che saranno caratterizzate da una novità: “Non sarò solo io a portare in giro la nostra Orchestra – dice Pappano – ma lo farà anche Dudamel. Questo fa capire che siamo all’altezza delle altre grandi orchestre europee che vanno in giro con diversi direttori“.

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