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Politi (Iene): “Io ancora positivo dopo 30 giorni, ne bastano 15 per uscire?” 

Politi (Iene): Io ancora positivo dopo 30 giorni, ne bastano 15 per uscire?

(Da Facebook)

Un comunicato e un video sul sito delle Iene raccontano la storia della “iena” Alessandro Politi che si è ammalata di coronavirus, e che trenta giorni dopo è ancora positiva al test anche se i sintomi sono scomparsi quasi subito. “Quanti potrebbero essere positivi e non saperlo senza il test?” si chiede Politi. E soprattutto, “bastano davvero 15 giorni d’isolamento per poter uscire di casa?”.

Racconta la iena colpita da covid-19: “Ho avuto febbre e tosse per pochi giorni, poi mi sono sentito bene. Ma dopo un mese il mio tampone è ancora pienamente positivo”. La redazione delle Iene ricorda come il programma di Mediaset sia fermo ormai da un mese, “dopo che uno di noi è stato contagiato dal coronavirus. Il nostro collega che si è ammalato è – per l’appunto – la Iena Alessandro Politi, che approfondisce un tema molto importante: sono davvero sufficienti quindici giorni di isolamento dalla fine dei sintomi per poter tornare a uscire di casa?

Ecco il racconto di Politi in un video. “Il 5 marzo mi sono svegliato con un forte mal di testa, febbre alta e un po’ di tosse”, racconta la Iena. “In quel momento non c’erano ancora i decreti di chiusura. Provo in tutti i modi a farmi fare un tampone, anche se non vogliono farmelo perché non ho una sintomatologia così grave. Comunque in ospedale spiego che sono un giornalista e sono stato in diretto contatto con tante persone e colleghi”.

La preoccupazione di Alessandro Politi era soprattutto per tutti coloro che potevano entrare in contatto con Le Iene e lo staff, come ad esempio gli intervistati che, considerato il periodo, potevano anche trovarsi in ospedale. Dopo un po’ di titubanza il personale accetta e l’esito del tampone è chiaro: positivo al COVID-19, l’ormai famoso coronavirus.

“La cosa sorprendente – continua Politi – è che la sera stessa con una tachipirina la febbre è passata, il giorno successivo avevo meno sintomi e al terzo giorno non avevo più niente”, racconta la nostra Iena Alessandro Politi. “Se non avessi fatto il tampone, avrei pensato di avere un’influenza”. Passato il periodo obbligatorio di quarantena, è il momento di rifare il test: per essere considerati guariti, infatti, servono due tamponi consecutivi negativi. “Io stavo bene, ma dopo 17 giorni ero ancora pienamente positivo”.

“Passano altri dieci giorni e il 3 aprile – insiste Politi – cioè l’altroieri, faccio un altro tampone”, racconta la Iena. “Ormai è quasi un mese che sono senza sintomi, ma l’esito è sempre lo stesso: pienamente positivo. Ho chiesto se è normale, i medici hanno ipotizzato che potrei aver preso una carica virale più aggressiva. Il mio corpo fortunatamente la sta gestendo bene ma ci vuole più tempo per debellarla”.

E’ qui che ad Alessandro Politi sorge un dubbio: “Perché le istituzioni permettono a persone che hanno avuto i miei stessi sintomi di uscire di casa dopo 15 giorni” senza aver ricevuto un tampone? “Quante persone potrebbero essere a lavorare con il rischio di diffondere il virus?”.

Le Iene ricordano che fino a poco tempo fa “alle persone con sintomi lievi come Alessandro Politi il tampone non veniva proprio fatto, ma si doveva ’solo’ rispettare la quarantena alla fine della sintomatologia. E chi è stato a contatto diretto con un malato, a meno di casi eccezionale, non riceve alcun tampone in assenza di segni della malattia: unica prescrizione, l’isolamento”. “Come si è deciso che i quindici giorni siano sufficienti, se io – conclude la iena Politi – dopo trenta giorni sono ancora positivo? Non è che forse il contagio tarda a fermarsi anche per questo motivo?”.

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