Pubblicato il: 18/06/2019 13:41
La vita che Franco Zeffirelli “porta con sé davanti al Signore è quella di un uomo di cultura, di un artista. Nell’espressione culturale e artistica la Chiesa riconosce una modalità alta della vocazione dell’uomo alla trascendenza e quindi un’esperienza che si intreccia con il cammino della fede”. Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante l’omelia proclamata questa mattina nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore per le esequie del regista. Della “grandezza dell’arte e della missione che le è affidata”, Franco Zeffirelli è stato “un protagonista universale”. “Di qui l’attenzione che la Chiesa riserva agli artisti, grata per come attraverso le loro opere l’uomo venga richiamato ai suoi interrogativi più profondi e indirizzato verso un oltre che lo svincoli dalle miserie del consumismo e dell’utilitarismo”, ha spiegato Betori.
Come per il poeta e senatore a vita Mario Luzi nel 2005 e, prima di lui, per il ‘sindaco santo’ Giorgio La Pira nel 1977, in via del tutto eccezionale per le personalità laiche, il Duomo di Firenze ha ospitato questa mattina i funerali solenni di Zeffirelli. Betori anche in questa occasione ha sottolineato “la più volte ribadita professione di fede cattolica” del regista, soffermanosi quindi su un ricordo del regista che “non può dimenticare”, legato al giorno in cui fece il suo ingresso di vescovo a Firenze nel 2008: trovò “Franco Zeffirelli ad accoglierlo ai piedi dell’immagine di Maria cara a tutti i fiorentini, quella della Santissima Annunziata. So che nel giorno del mio ingresso egli volle a tutti i costi avere la possibilità di dirmi benvenuto in questa sua città che stava per diventare anche la mia, e questo avvenne sotto lo sguardo di Maria, immagine di quella maternità che a lui era stata troppo presto negata”.
Adnkronos.