Pubblicato il: 14/10/2019 20:02
(di Veronica Marino)
‘Una nuova Rai è possibile’? E’ la domanda alla quale il senatore del Movimento Cinque Stelle, Primo Di Nicola, vuole dare una risposta attraverso il confronto con le forze politiche, i rappresentanti dei lavoratori della Rai, il management dell’Azienda e la federazione nazionale della stampa analizzando le riforme della governance Rai che via via sono state presentate dal 2006 ad oggi, a partire da quella di Tana De Zulueta per finire con quella dell’attuale presidente della Camera Roberto Fico.
Di qui l’idea di organizzare un convegno l’8 novembre prossimo nella sala Koch del Senato con un obiettivo preciso: “L’assunzione di un impegno solenne – scandisce Di Nicola – per trovare una sintesi fra queste proposte e avviare il relativo iter parlamentare volto a varare finalmente una riforma capace di dare alla Rai l’indipendenza necessaria a mettere a frutto tutte le proprie risorse. Indipendenza garantita da un organismo autonomo elettivo che dovrà essere un editore vero in grado di nominare poi un consiglio di amministrazione”.
Giornalista di lungo corso, una carriera a L’Espresso poi al Fatto Quotidiano e infine direttore de ‘Il Centro’, Di Nicola, nel suo ruolo di vicepresidente della commissione di vigilanza Rai ha sempre mostrato massima attenzione all’autonomia dell’informazione e della Rai-Servizio Pubblico. Firmatario della legge sulle liti temerarie contro i giornalisti, che nelle prossime settimane dovrebbe sbarcare nell’aula di Palazzo Madama, il senatore pentastellato ha esaminato a fondo tutte le riforme proposte analizzando gli aspetti condivisi che ruotano attorno alla forte esigenza di autonomia dell’Azienda dalla politica e arrivando alla conclusione che sia davvero giunto il momento di trarre forza dal sentire comune alle forze politiche ora al governo, Pd, Italia Viva, Leu e M5s, traducendolo in una proposta unica che miri a far nascere un organismo capace di garantire l’indipendenza reale della Rai, a beneficio di chi lavora in Rai al servizio dei cittadini.
In Parlamento, infatti, ‘dormono’ diverse proposte di legge. E’ del 2006 quella di Tana De Zulueta, “frutto – osserva Primo Di Nicola – della mobilitazione di politici, intellettuali e cittadini”. Un disegno di legge che prevede l’istituzione di un organismo, il Consiglio per le comunicazioni audiovisive, in cui sono rappresentate in modo paritetico le principali istanze politiche, sociali e culturali del Paese. Si tratta, in particolare, di un Consiglio, con il compito di fornire gli indirizzi fondamentali all’intero sistema delle comunicazioni, e che nomina i vertici della concessionaria del servizio pubblico, selezionati mediante concorsi pubblici non in base ad appartenenze politiche ma alla professionalità e all’indipendenza. E nomina anche i componenti dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.
E’ del 2007 poi la proposta dell’allora ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che affida, invece, ad una Fondazione la proprietà, la scelta delle strategie e dei vertici operativi della Rai, prevedendo poi che la Fondazione sarà garante dell’autonomia del servizio pubblico dal Governo e della sua qualità e stabilendo che il Consiglio della Fondazione sarà designato assicurando il massimo possibile di autonomia dalla politica e dal potere economico.
Del 20015, invece, è la proposta di legge firmata da Fico e poi ricalcata in identico testo dal Movimento Cinque Stelle alla Camera (a firma Mirella Liuzzi) e al Senato (a firma Primo Di Nicola).
Un testo che in merito alla procedura di nomina dei consiglieri di amministrazione della Rai, affida un ruolo di regia, sia pure non discrezionale, all’Agcom intervenendo sulla legge istitutiva della stessa Autorità e prevedendo in particolare che ciascuno dei quattro componenti sia eletto dalle Camere con la maggioranza dei due terzi e non possa essere un soggetto che nei sette anni precedenti abbia ricoperto cariche governative, di rappresentanza politica, o ruoli nei partiti e nei movimenti politici. E’ all’Agcom, inoltre, che la proposta Fico-Di Nicola-Liuzzi affida il compito di predisporre un avviso pubblico per sollecitare le candidature a consigliere di amministrazione. Compito da svolgere in un Cda fatto di 5 componenti, compresi il presidente e l’amministratore delegato, che restano in carica per cinque anni senza possibilità di rinnovo.
Fra meno di un mese politici, sindacati, e vertici della Rai saranno chiamati ad esprimersi in modo chiaro su come depurare la Rai dall’invadenza della politica. Tra gli invitati di Primo Di Nicola ci saranno le forze che hanno presentato proposte di riforma, l’ad Rai Salini, rappresentanti della Fnsi e rappresentanti dei dipendenti della Rai, a cominciare dall’Usigrai.
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