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Rebus Fazio  

Rebus Fazio

(Fotogramma)

di Antonella Nesi

Un rebus di non facile soluzione per Viale Mazzini. Le parole pronunciate al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani prima dall’ad Rai Fabrizio Salini e poi dal presidente Marcello Foa su Fabio Fazio e il programma ‘Che tempo che fa’, riportano in primo piano il futuro del conduttore e del suo format, in vista della definizione dei palinsesti della prossima stagione.

Al netto delle dichiarazioni politiche (sono note le invettive reiterate del vicepremier Matteo Salvini contro il ‘supercachet’ di Fazio e anche le perplessità dei Cinquestelle, che però annoverano il conduttore in un elenco più ampio di star, di cui fa parte anche Bruno Vespa), carte alla mano la situazione che Viale Mazzini si trova di fronte non è semplice. Com’è noto, il contratto quadriennale di Fazio con la Rai scadrà il 30 giugno 2021 e la Rai, in caso voglia cambiare le cose, deve affrontare una serie di penali di non poco conto.

Va chiarito intanto che i contratti sono in realtà due: uno quadriennale con Fazio e l’altro (da rinnovare di anno in anno) con la società di produzione L’Officina, con cui comunque la Rai si è impegnata per l’acquisizione della licenza del format di ‘Che Tempo Che Fa’ per tutti i 4 anni di durata del contratto di Fazio. Le possibilità che la tv di Stato ha di fronte (a meno che non intervenga un cambiamento degli attuali contratti concordato tra le parti) sono essenzialmente tre.

La prima, in caso di interruzione tout court di ‘Che Tempo Che Fa’, comporterebbe per la Rai il pagamento, per ognuna delle due restanti stagioni, di 2.240.000 euro del contratto di esclusiva con il conduttore e autore (per 32 puntate di prima serata e 32 di seconda serata) più una penale di 600.000 euro per la mancata messa in onda, a cui vanno aggiunti 704.000 euro da versare a L’Officina per la licenza del format di ‘Che Tempo Che Fa’. Un conto troppo salato per rinunciare a tante prime e seconde serate che andranno sostituite con qualcosa che avrà comunque dei costi non bassi, in linea con quelli dei programmi in onda sull’ammiraglia Rai.

La seconda possibilità riguarda l’ipotesi di spostamento su altra rete Rai di ‘Che Tempo Che Fa’, che, secondo gli ultimi rumors potrebbe essere Rai2 e non Rai3 (perché i costi sarebbero più in linea con i budget della seconda rete e con quelli della terza). In questo caso la Rai dovrebbe infatti comunque corrispondere 54.000 euro per ogni puntata di prime time e 16.000 euro per ogni puntata di seconda serata, con la possibilità di rinegoziare con L’Officina (cui Rai dovrebbe comunque obbligatoriamente rivolgersi per la produzione) il corrispettivo per la produzione secondo parametri in linea con la nuova rete ‘ospitante’.

La terza possibilità, infine, è quella (sempre prevista dai contratti in essere) di sostituire ‘Che Tempo Che Fa’ con ‘Rischiatutto’ o altri programmi analoghi da condividere tra le parti, al costo di 50.000 euro a puntata fino al raggiungimento di 2.240.000 euro a stagione (dunque circa 48 puntate di prime time). A cui andrebbero comunque aggiunti 1.408.000 euro da versare a L’Officina per le due stagioni restanti di licenza del format (704.000 a stagione). Questa terza ipotesi al momento risulta poco percorribile, perché nei progetti del conduttore non ci sarebbe alcun altro programma al momento se non ‘Che Tempo Che Fa’.

Alla luce di questo scenario assumono un significato più chiaro le parole pronunciate sabato da Salini a Dogliani: “Con Fabio Fazio stiamo valutando insieme diverse ipotesi. Tra due mesi presenteremo i palinsesti autunnali e abbiamo diverse ipotesi in campo che stiamo valutando insieme. Io comunque considero Fabio Fazio uno dei talenti televisivi in forza alla Rai”, ha sottolineato sabato l’ad, lasciando intendere di essere già al lavoro sulla ricerca di una soluzione. E – a quanto si apprende – i contatti con il conduttore e il suo entourage sono già avanzati per trovare una soluzione che possa portare un vantaggio alla Rai e che deve passare necessariamente per un accordo.

D’altronde anche l’intervento critico di Foa a Dogliani ha fatto riferimento alla situazione contrattuale: “Il compenso di cui beneficia Fabio Fazio è molto elevato, al di sopra di qualunque altra valutazione di merito che può essere fatta rispetto agli ascolti che fa. Nella Rai del cambiamento che vuole essere anche rispettosa del canone pubblico è chiaro che, per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare, si pone un problema di opportunità”, ha scandito il presidente.

In realtà, secondo fonti ben informate, lo stesso Fazio avrebbe fatto sapere di essere disposto a sedersi attorno a un tavolo per discutere ma a patto che la cosa non riguardi solo lui. E a patto che si faccia un’analisi del rapporto costi-benefici dei suoi contratti: va detto infatti che il programma di Fazio, la domenica, copre sia la fascia di access prime time, sia la prima serata, sia la seconda serata e che, a fronte di questo, il costo ‘fuori tutto’ della puntata (che si aggirerebbe intorno ai 400.000 euro) non è poi così alto per il mercato televisivo. Anche perché porta notevoli introiti pubblicitari e perché sostituirlo vorrà dire trovare per Rai1 due o tre programmi per la sola puntata della domenica.

Alternative che è difficile immaginare possano costare di meno di quanto costa ora l’intero pacchetto Fazio, che copre anche la seconda serata del lunedì. La soluzione più realistica, al momento, sembra comunque proprio quella di traslocare ‘Che Tempo Che Fa’ su Rai2. Un accordo ancora non c’è ma una certezza sì: che a diventare il capro espiatorio, da esibire magari in campagna elettorale, Fazio non ci sta.

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