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Salini lavora a policy su compensi  

Salini lavora a policy su compensi

Fabrizio Salini

di Veronica Marino

Il tema della riduzione dei compensi artistici in Rai è da tempo all’attenzione dell’ad Fabrizio Salini e, a quanto apprende l’Adnkronos, l’amministratore delegato sta lavorando proprio in questi giorni ad una ‘politica’ generale sui compensi che riduca i costi artistici senza indebolire l’azienda. Salini, infatti, è convinto che una buona strategia industriale capace cioè di mantenere la Rai sempre competitiva sul mercato non confligga con la razionalizzazione dei compensi ed anzi sia con essa in sintonia. L’ad potrebbe illustrare al consiglio la proposta di una policy in materia in uno dei cda che precedono la pausa estiva, naturalmente dopo il via libera ai palinsesti autunnali e la loro presentazione agli investitori pubblicitari del 9 luglio a Milano.

In attesa degli esiti dell’impegno di Salini, un’idea delle riflessioni in corso ormai da qualche tempo in Viale Mazzini la si può avere scorrendo quanto ha pubblicato sulla sua pagina facebook il consigliere Riccardo Laganà il primo maggio scorso quando Laganà ha condiviso il testo della sua riflessione in materia portata in consiglio. Un documento, composto di due allegati, nel quale si evidenzia come “nel rispetto di quanto previsto nella Concessione e nel Contratto di Servizio, la Rai” è “chiamata ad offrire alle famiglie italiane programmi di servizio pubblico di qualità caratterizzati dalla presenza di cast artistici di alto valore ma, allo stesso tempo, anche a ridurre i costi, in particolare quelli relativi ai contratti di collaborazione editoriale e artistica”.

Una necessità che non è priva di rischi: “Ridurre i costi delle figure artistiche senza avere impatti negativi sui palinsesti (in termini di ascolti e qualità) è però cosa alquanto complessa”, sottolineava Laganà rilevando come “la brusca interruzione di alcune collaborazioni, tetti sommari alle retribuzioni e tagli lineari di compensi non potrebbero avere quindi gli effetti positivi desiderati e metterebbero comunque a rischio il posizionamento e l’immagine dell’Azienda”.

La soluzione che indicava il consigliere è, dunque, “condividere a livello di vertice un nuovo Piano operativo che, sulla base di uno schema di progressiva e sostenibile riduzione dei compensi, riduca le disparità (anche di genere) e porti ad un generale abbassamento complessivo dei costi delle collaborazioni di natura editoriale e delle risorse artistiche (specialmente dei compensi più elevati) valutabile anno dopo anno”. In attesa di un intervento complessivo “sempre nel rispetto della normativa vigente, alla luce del preoccupante quadro economico aziendale, misure di risparmio come la rinegoziazione dei contratti più onerosi, potrebbero essere giustificate e attuabili già nell’immediato”, sottolineava infine il consigliere.

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