Pubblicato il: 01/09/2019 18:04
dall’inviata Antonella Nesi
Due papi, lo stesso obiettivo: l’oblio. “The New Pope esplora l’ambizione di due grandi papi: essere dimenticati, perché essere dimenticati può essere una salvezza”, dice il regista Paolo Sorrentino presentando in anteprima mondiale fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia la serie Sky ‘The New Pope’, sequel di ‘The Young Pope’.
La nuova serie, che approderà sulla piattaforma Sky a inizio 2020, si apre con Pio XIII (il papa giovane interpretato da Jude Law) in coma. E dopo una parentesi imprevedibile quanto misteriosa, il potentissimo cardinale Voiello (Silvio Orlando) riesce a far salire al soglio pontificio Sir John Brannox (il nuovo papa interpretato da John Malkovich), un aristocratico inglese moderato, affascinante e sofisticato, che prende il nome di Giovanni Paolo III. Il nuovo papa sembra perfetto, ma cela fragilità e segreti. Brannox capisce subito che sarà difficile prendere il posto del suo carismatico e illustre predecessore. E mentre Voiello fatica a gestire una Chiesa aggredita da scandali e da nuove minacce esterne, alcuni fedeli cominciano a idolatrare Pio XIII che, dal suo letto di ospedale, inizia a lanciare strani messaggi.
Secondo Sorrentino la storia di questi due papi ruota intorno “all’utopia della purezza. Questa è l’essenza della loro maestosa religiosità. L’ambizione del loro cammino”. Essendo “veri servi di Dio, hanno bisogno di sbiadire, per lasciar brillare il nitore della fede e della pace”.
“Ma – aggiunge il regista – la lunga via per essere dimenticati è costellata dagli ostacoli terreni dell’umano sentire: le derive fondamentaliste, le tentazioni mondane, il richiamo della vanità, le pietose vocazioni affaristiche, la schiavitù delle paure e dei vizi, gli intralci sentimentali”.
John Malkovinch, protagonista nei panni del nuovo papa Sir John Brannox, racconta del rapporto con la sceneggiatura e con Sorrentino: “Mi interessava moltissimo immergermi in questo mondo del Vaticano e nella religiosità che non è tra i miei normali interessi. E farlo con Paolo, che è un regista unico per il suo grandissimo senso della geografia e riesce ad immergere completamente i suoi personaggi in un ambiente. Ed è uno scrittore molto brillante e questo ha reso questa serie molto avvicente”.
“Secondo me questa serie affronta la voglia di qualcosa spirituale che ha la gente, di aver qualcosa a cui credere, anche nei miracoli”, aggiunge Malkovich raccontando di aver accettato il ruolo perché “mi era piaciuta moltissimo la prima serie ed avevo amato anche gli altri lavori di Paolo Sorrentino”. Quanto al suo rapporto con le fiction per la tv, Malkovich sottolinea: “Molti registi bravi hanno cominciato a muoversi verso il formato televisivo. E presto anche io potrei dirigere qualcosa per il piccolo schermo. Anche se mi piace molto lo schermo grande del cinema”.
Se per Malkovich il suo papa è “nuovo nuovo”, perché si è unito nel secondo capitolo ad un progetto che già parlava di un papa “molto giovane e nuovo”, per Jude Law, già protagonista di ‘The Young Pope’ è un “felice e inaspettato ritorno”: “Sembrava impossibile che Lenny Belardo potesse andare oltre quello che aveva già esplorato. E invece, con un’idea che Paolo mi accennè proprio qui a Venezia, è riuscito a farlo confrontare anche con un nuovo Papa. Una cosa complessa per Lenny che doveva capire che lui non era l’unico papa. Molto interessante. Così come l’entrata in gioco di altri poteri ed altre minacce”, dice l’attore, riferendosi al fotto che in questa nuova serie fa il suo ingresso nella storia anche la minaccia jihadista (“non posso dire come – sottolinea Sorrentino – perché vorrei evitare spoiler”).
Nella nuova serie c’è anche la famosa scena del papa in mutande al mare e Law chiarisce: “Lo slip non è la cosa più piccola che indosso in questa stagione. C’è una scena dove indosso solo un tovagliolo di stoffa piccolissima”. “Ma vi assicuro che il nudo è stato equamente distribuito tra uomini, donne e naturalmente animali”, scherza Sorrentino. Che poi elogia il lavoro fatto da tutti gli attori della serie: “Come diceva Carmelo Bene non servono attori bravi ma attori capaci di andare fuori di sè. E loro sono tutti attori capaci di andare oltre il sè”.
Adnkronos.