Pubblicato il: 25/05/2020 18:43
Poco prima dell’inizio della crisi da Coronavirus, il Teatro Lo Spazio di Roma è stato affidato alla guida di Manuel Paruccini, nominato neodirettore artistico dopo una lunga carriera da primo ballerino del Teatro dell’Opera. Iniziata a gennaio 2020 con entusiasmo e spirito di rinnovamento, l’esperienza di Paruccini, come direttore, non è ancora riuscita a partire. Ma Manuel e i suoi non demordono e, per dare il via alla Fase2 e coltivare l’aspettativa del ritorno alla normalità, monteranno la nuova insegna del teatro arrivata proprio in piena emergenza, che resterà accesa come messaggio concreto di buon auspicio a partire da giovedì 4 giugno, dalle ore 19.30
“Sono stato un ballerino professionista – dichiara Manuel – sono abituato a cadere e a rialzarmi, ed è per questo che con l’inizio della Fase2 il mio primo pensiero è andato alla nostra nuova insegna, ferma in magazzino, che sarà montata e tenuta accesa, come concreto segno di speranza per tutti i lavoratori del nostro settore. Se è vero infatti, che si parla di riapertura di cinema e teatri il 15 giugno, è altrettanto vero che i direttori artistici di molte sale, non sono nelle condizioni di iniziare un nuovo corso, se non con la certezza di non pareggiare mai i conti, ed essere sempre in perdita”.
L’insegna verrà comunque accesa e il messaggio sarà proprio quello di riaffermare l’entusiasmo di chi è alle prese con i lavori per il rilancio di un palco, che nel tempo ha ospitato grandi nomi del teatro contemporaneo, come Roberto Herlitzka, Mariano Rigillo, Paolo Triestino, UldericoPesce, Nicola Pistoia, Claudia Della Seta, Enzo Iacchetti, Pino Ammendola e Maria Letizia Gorga, Giuseppe Manfridi, Mascia Musi e tra gli ultimi, anche la Palma d’Oro a Cannes Marcello Fonte.
Il neo direttore Paruccini, con la collaborazione artistica di Riccardo Casertano, ha bruscamente frenato l’attività di costruzione per quella che sarebbe stata la sua prima stagione teatrale, costretto come tutti al rispetto delle norme di sicurezza contro il Covid-19. Una sosta obbligata per la sala che da oltre un decennio è riferimento culturale del quartiere San Giovanni e che, in piena crisi, ha visto interrompersi i primi interventi già attuati, come la bonifica dei camerini e del backstage, o la conferma di spettacoli con cui sarebbe partita la prossima stagione 2020/2021 ipotizzata per la metà di Ottobre 2020.
“Viviamo una situazione di fermo, non sappiamo cosa accadrà per spazi come il nostro, sostenuti solo dall’attività di spettacolo – prosegue Manuel Paruccini-La riapertura dei teatri del 15 giugno è senz’altro un segnale positivo, più che altro perché spinge a pensare ad una nuova stagione autunnale, che speriamo sia libera dal vincolo epidemiologico. Diverse sono le problematiche da affrontare di spazi pubblici, fondazioni e privati. Mi domando a cosa possa servire riaprire in un momento in cui normalmente questi spazi chiudono e in cui ricominciare a lavorare è pressoché impossibile”.
“La mia preoccupazione è che il governo abbandoni i teatri, solo perché ha dato loro la possibilità di riaprire – ha proseguito Manuel Paruccini- Penso sia doveroso da parte delle istituzioni, prevedere comunque un sostegno al settore, almeno fino a dicembre 2020, per dar modo ai direttori artistici di riorganizzarsi per una reale ripartenza. Riaprire il 15 giugno per i teatri, non significa uscire dalla crisi. La crisi per noi è solo cominciata”.
“È pur vero che il teatro si può fare con la fantasia, con l’energia, con la creatività. In un garage, piuttosto che nel cortile di un condominio, ma anche per questo c’è necessità di investire economicamente – ha concluso-senza ricorrere sempre al sacrificio e allo spirito di adattamento degli artisti, che devono spesso elemosinare spazi e raschiare pentole già consumate”. Con queste parole Paruccini rivela lo stato d’animo di una squadra appena formatasi e che ora è ferma ai box, in attesa di conoscere quale sarà il futuro per il piccolo spazio Off, che da anni è attivo con proposte di spettacoli sperimentali e dal considerevole spessore culturale.
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