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Teatro Stabile del Veneto omaggia Pina Bausch 

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Pina Bausch (Foto di Piero Tauro)

Il Teatro Stabile del Veneto rende omaggio al mito di Pina Bausch, madre e leggenda del teatro-danza europeo, a dieci anni dalla sua scomparsa con la rassegna ‘A Pina Bausch’. Dal 19 gennaio prossimo al Teatro Verdi di Padova e al Teatro Goldoni di Venezia per la rassegna di danza Evoluzioni vanno in scena quattro spettacoli firmati da straordinari danzatori, allievi ed eredi della celebre coreografa, regista e ballerina: Damiano Ottavio Bigi, Dominique Mercy e Cristiana Morganti.

Ad arricchire la rassegna una mostra fotografica curata dal fotografo di scena Piero Tauro e un cortometraggio che dà voce alle memorie degli spettatori dalla Bausch.

Il primo appuntamento è in programma al Teatro Verdi di Padova
, il 19 gennaio con Damiano Ottavio Bigi, danzatore del Tanztheater Wuppertal fondato da Pina Bausch e coreografo di fama internazionale, in ‘Signs’. Lo spettacolo, diretto da Alberto Cavallotti, mette in dialogo la danza di Damiano Ottavio Bigi e la musica del violoncello barocco di Adriano Maria Fazio, tra i più grandi talenti internazionali dell’ultima generazione di violoncellisti specializzati nel repertorio barocco e nella prassi esecutiva storicamente informata.

‘Signs’ è uno scambio di intenti dove la musica diventa gesto e il gesto diventa fiato. Un gesto da ascoltare e un suono da vedere grazie a un programma musicale che spazia dal Settecento fino alla musica contemporanea: da alcuni movimenti dalle prime tre Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, il Capriccio in Do minore di Giuseppe Maria Dall’Abaco, passando per ‘Nepdalfele’ da ‘Signs, Games and Messages’ di György Kurtág (1926) e, in prima esecuzione assoluta, ‘Quasi una sarabanda’ di Orazio Sciortino, pianista e compositore siracusano nato nel 1984.

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La rassegna prosegue poi al Teatro Goldoni di Venezia, il 16 febbraio, con Dominique Mercy, memoria vivente del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, divo senza tempo, in grado di esprimere un mondo emotivo che solo i ballerini della sua età riescono a portare sul palco. Con i suoi sessantacinque anni dimostra, infatti, che anche in un’arte così fisicamente esigente come la danza, l’intensità data dall’esperienza prevale sull’agilità della gioventù.








Ad aprire la serata è ‘That Paper Boy’, costruito appositamente a partire dalle caratteristiche del corpo di Mercy dal coreografo Pascal Merighi. In scena si sfidano il silenzio e l’immobilità in una performance tutta incentrata su un plié scomposto che fa fatica a nascere. Un monologo danzante, dove sguardi e gesti minimi comunicano tutta la potenza dell’interpretazione. Completano il programma della serata ‘WAK.NTR Rehab’, sei soli commissionati dalla Fondazione Pina Bausch e interpretati da Pascal Merighi, e ‘Songs of Childhood’, un delicato duo tra Thusnelda Mercy e Dominique Mercy, che ci avvicina ad un vocabolario coreografico intimo e personale, in un’atmosfera che evoca legami naturali, ricordi e filiazioni, non solo artistiche.

Ultimo appuntamento della rassegna in scena sia al Verdi di Padova sia al Goldoni di Venezia, rispettivamente il 27 e il 29 marzo, è ‘A Fury Tale’ di Cristiana Morganti, danzatrice tra le più popolari del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, che dal 2011 ha intrapreso un percorso autonomo come coreografa, riuscendo a definire una propria cifra autorale, pur mantenendo solida l’impronta bauschiana, e ricevendo importanti riconoscimenti.

Le interpreti di questo lavoro sono Anna Wehsarg e Anna Fingerhuth, due gemelle diverse, duellanti e amiche, rabbiose e affettuose. Due corpi messi a confronto, in cerca di un contatto che crei una relazione. Sull’onda di un collage musicale che da Bach viaggia fino al techno-rock, le duellanti-amiche paiono l’incarnazione duplicata di un unico modello di femminilità, capace di narrarci, in modo comico e straziante, il desiderio forsennato del distinguersi e del farsi illuminare dallo sguardo del mondo. Con ‘A Fury Tale’ Cristiana Morganti, in dialogo costante con le due figure, offre una sua riflessione sensibile, ironica, intensa, sulla bipolarità dell’essere, con uno sguardo attento, complice e pungente.

Il progetto ‘A Pina Bausch’ prevede la mostra fotografica ‘Visioni e tradimenti. L’incontro con Pina Bausch ed il Wuppertal Tanztheater’ curata da Piero Tauro, fotografo di scena esperto di teatro danza e danza contemporanea, che dal 19 gennaio al Teatro Verdi di Padova e dal 23 gennaio al Goldoni di Venezia rimarrà in esposizione per tre mesi con ritratti di danzatori del Tanztheater Wuppertal.

Il 16 febbraio a Venezia verrà presentato il cortometraggio ‘Quello che ci muove. Memorie degli spettatori di Pina Bausch’ di Rossella Schillaci (videomaker e antropologa visiva), prodotto dalla Fondazione Piemonte dal Vivo in collaborazione con Azul e Pina Bausch Foundation, presenta una raccolta di audio interviste di spettatori che hanno assistito a spettacoli di Pina Bausch in Italia. A introdurre al pubblico la proiezione sarà Susanne Franco, studiosa e ricercatrice dell’Università Cà Foscari di Venezia e curatrice della recente ‘Maratona Bausch’.

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