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Tv: Marco Giallini, ‘il mio Rocco Schiavone malinconico e abbandonato’  

Marco Giallini: Il mio Rocco Schiavone malinconico e abbandonato

Marco Giallini nei panni del vicequestore Rocco Schiavone

“Rocco Schiavone è abbandonato, semplicemente malinconico, perché la malinconia fa parte dell’essere umano, non è proprio un allegrone ed è per questo che piace. Perché deve essere allegro? Perché ad esempio non deve fumare? Ma cosa volete? Più è malinconico e più fuma. E’ un bel personaggio, non ho sentito tutto questo cambiamento rispetto a prima”. D’altra parte, “io fumo. E non è una battuta, magari lo fosse, altrimenti camperei di più. Io fumo davvero, fumo per fumà”. E’ con queste parole che l’attore romano Marco Giallini, aprendosi anche a ‘confessioni’ personali, descrive il ‘suo’ Rocco Schiavone che torna su Rai2 per la terza stagione dal 2 ottobre. Su Rai2 e non su Rai1, come si era a suo tempo ventilato: “Il problema non è che Rocco fumi gli spinelli, ma è la complessità della scrittura e della storia. Mi sembra che Schiavone sia un prodotto fatto apposta per Rai2″ , ha detto il direttore di rete, Carlo Freccero. In programma ci sono quattro prime serate che vedranno il vicequestore anticonformista e burbero, confrontarsi con omicidi, furti di opere d’arte, questioni di riciclaggio e ludopatia. La serie tv, una coproduzione Rai Fiction, Cross Productions e Beta Film, con la regia di Simone Spada, tratta dai romanzi Antonio Manzini pubblicati da Sellerio, riparte dalla conclusione drammatica dell’edizione precedente.

Schiavone, infatti, è preda di una profonda crisi esistenziale dopo essere stato tradito dalla sua collega Caterina, l’unica alla quale aveva aperto il suo cuore dopo la morte della moglie. “Rocco Schiavone è sostanzialmente un uomo depresso, che cerca la morte. Quindi la parola evoluzione messa accanto a lui mi fa un po’ paura. Infatti, nel prossimo libro, muore a pagina 35”, dice scherzando Manzini aggiungendo che in realtà “è sempre più solo, senza speranze. Però ha un cuore che pulsa ancora. La solitudine è un leit-motiv delle storie di Rocco e anche delle persone che sono accanto a lui. Ma è un po’ il leit-motiv dell’uomo moderno negli anni 2000: un’isola che vive in arcipelaghi difficilmente visitabili”. Non è forse un caso, quindi, che il vicequestore, in forza alla Questura di Aosta, indaghi anche in questa serie sulle disgrazie umane che colpiscono spesso gli ultimi, gli sconfitti. Figure fragili come ad esempio un prete che nasconde segreti o barboni che si azzuffano per una manciata di verdura marcia lasciata sui marciapiedi del mercato. Schiavone, ha detto Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, “è un personaggio scorretto ma con un senso profondo dell’etica, della morale e della giustizia, un senso personale che non aderisce sempre alla legalità ma che è il motore profondo delle sue azioni”.

La Andreatta, più in generale, ha sottolineato che “si apre con Rocco Schiavone la stagione autunnale della fiction di Rai2: è diventato l’emblema della linea editoriale di Rai Fiction portata alla rottura degli schemi e dei cliché”. Questa fiction è “la dimostrazione di come la Rai produca delle serie che in termini di complessità e di rottura degli schemi consueti sono al livello della grande produzione internazionale anche europea. Questa linea editoriale ci permette di recuperare il pubblico abituato a una serialità più internazionale e più sofistica e il pubblico giovane”. Proprio a proposito del respiro internazionale della fiction, la Andreatta ha ricordato che la serie tv “è stata comprata da Starz negli Stati Uniti e in Germania dalla televisione pubblica Ard che ospita, per la prima volta, dopo i tempi de ‘La Piovra’, una serie della Rai. Schiavone è stato comprato anche da Amazon Prime Video”.

Quanto al fatto che la serie sia rimasta su Rai2 e non sia invece migrata verso Rai1, come era stato ventilato, la Andreatta ha affermato che si era trattato “di un’ipotesi”. Freccero ha spiegato, più nel dettaglio, che “per Rai1, che è più inclusiva, sarebbe stata una scelta un po’ difficile perché ha una filosofia editoriale diversa da quella di Rai2. Non ho mai pensato che la serie potesse andare sulla rete ammiraglia. E’ il tessuto narrativo della serie che la sposta su Rai2. Il problema non è che Rocco fumi gli spinelli, ma è la complessità della scrittura e della storia”.

“Mi sembra che Schiavone sia un prodotto fatto apposta per Rai2. D’altra parte, la filosofia di Rai Fiction è quella di creare diverse linee di prodotto. Non si può fare solo la fiction per Rai1 e Canale 5”, ha detto ancora Freccero, che ha concluso: “Adoro Marco Gallini come attore: quando recita nelle commedie romane è un po’ come Totti, è un numero uno. L’astuzia degli scrittori e del produttore è di averlo messo in un luogo diverso dandogli un carattere inedito. E’ nel bianco assoluto opposto a Roma, che è Aosta, e dopo due battute ci si dimentica subito del lato ‘tottesco’ di questo attore formidabile. Dietro al bianco di Aosta, però, si nasconde il marcio della società che sembra linda e pulita ma che è invece un groviglio di tutto”. Una società in cui “c’è il marcio assoluto”.

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