Pubblicato il: 06/04/2020 16:10
di Antonella Nesi
“Una quarantena nella casa… di carta“. Umberto Tozzi esorcizza con una battuta il periodo di clausura imposto dall’epidemia di Covid-19 che per lui è coinciso con il debutto nella colonna sonora della fortunatissima serie Netflix ‘La Casa di Carta’. Nella quarta stagione della serie Netflix (la più vista della piattaforma tra quelle in lingua non inglese) c’è infatti la sua ‘Ti amo’: la hit del 1977 viene cantata da Berlino (Pedro Alonso), il fratello del Professore (Alvaro Morte), e dedicata durante il matrimonio alla sua moglie italiana, Tatiana (l’attrice Diana Gomez). Un’esecuzione trascinante, alla quale nel ritornello si unisce un coro di monaci. “Molto bello. Mi ha fatto molto piacere, anche perché so quanto è conosciuta questa serie in tutto il mondo“, dice Umberto Tozzi all’Adnkronos, al telefono dalla sua casa di Montecarlo.
‘Ti amo’ è il brano (scritto con Giancarlo Bigazzi) che consacrò Tozzi al successo, con la vittoria del Festivalbar e una permanenza record al primo posto dei singoli più venduti in Italia senza interruzioni dal 23 luglio al 22 ottobre del 1977. “In realtà quando lo registrai non avevo la minima idea che potesse avere quel successo e diventare un evergreen, in grado di conquistare il mondo ancora più di 40 anni dopo. All’epoca era già un miracolo per un italiano passare la frontiera di Chiasso”, racconta divertito. Nella canzone c’è un passaggio dove Tozzi canta “primo maggio, su coraggio” che sembra calzare a pennello come incoraggiamento per questa quarantena: “Sì, in questo momento quelle parole suonano come una speranza, una grande speranza. Perché io non credo che il primo maggio potremo tornare alla normalità, purtroppo“.
Ma non è la prima volta che Tozzi conquista la ribalta internazionale. Nel 1982, la versione inglese di ‘Gloria‘ (il brano del 1979 di Tozzi e Bigazzi che ottenne enorme successo in tutta Europa) cantata Laura Branigan rimase nella Billboard Hot 100 per 36 settimane e inserita nella Top 100 singoli del 1982 e del 1983. “Un risultato davvero grande da ottenere nel mercato del Nord America. E anche quella fu una coincidenza fortunata perché Greg Mathieson che aveva lavorato con me all’arrangiamento di ‘Gloria’ si trovò a lavorare al disco di Laura e, siccome mancava un pezzo, propose Gloria. Ma a pomparla furono poi i dj newyorkesi. Un successo pazzesco”, ricorda Tozzi. Da allora la versione inglese di ‘Gloria’ ha goduto di numerose citazioni cinematografiche e televisive, da ‘Flashdance‘ a ‘The Wolf of Wall Street‘. “Per chi fa musica non c’è cosa più bella che vedere viaggiare una canzone così lontano e così a lungo“, sottolinea Tozzi.
Della sua quarantena monegasca, Tozzi confessa: “A dire il vero, la mia vita è stata sempre un po’ in quarantena. Non sono mai stato molto mondano. L’unica cosa che mi concedevo prima di queste restrizioni era andare in piscina a nuotare per un paio d’ore. Per il resto sono sempre stato molto a casa, dove ho anche il mio piccolo studio per creare musica. Mi è sempre piaciuta la magia dei luoghi raccolti”, spiega. Ed è nella sua casa che sta lavorando al nuovo disco: “Doveva uscire a maggio ma adesso è tutto rimandato. Il titolo ancora non l’ho scelto. Però stiamo lavorando al missaggio. Sono circa 6 anni che non pubblico inediti ma di questi nuovi dieci brani sono contentissimo: era un bel po’ di tempo che non mi uscivano canzoni così ‘tozziane’…“, sorride.
Tozzi, che ha dovuto rimandare la ripresa del Tour con Raf prevista per febbraio (“riprenderemo appena sarà possibile”), si dice piacevolmente sorpreso dal modo in cui l’Italia ha affrontato l’emergenza del coronavirus: “Vedere gli italiani così attenti e scrupolosi mi ha fatto stare bene. E la via italiana alla lotta del virus ha fatto scuola in tutto il mondo. L’Italia sta diventando un esempio. E i Paesi che inizialmente l’avevano criticata hanno dovuto amaramente ricredersi. Credo che la stima internazionale nei confronti dell’Italia sia decisamente aumentata in queste settimane“, sottolinea l’artista. Prima di confessare “grande preoccupazione per le ricadute economiche di questo blocco, soprattutto per le piccole e medie imprese artigianali, che hanno sempre fatto grande l’Italia”, dice.
Quanto al Principato di Monaco, Tozzi racconta “che c’è stata grande apprensione alla notizia della positività del principe Alberto, che è una persona che vive molto intensamente il suo ruolo sul territorio”. “Anche qui c’è qualcuno che fa fatica a rinunciare alla corsa o alla passeggiata ma il territorio è molto piccolo e quindi molto controllato ed è difficile sfuggire alle regole”, aggiunge. “La mia speranza è che tutti in Italia, a Montecarlo e nel resto del mondo rispettino le restrizioni che ci sono state imposte, sennò ci autocondanniamo. Questo in attesa che arrivi il miracolo, cioè un aiutino da farmaci già conosciuti prima che arrivi il vaccino. Io sono credente e mi viene da dire: preghiamo insieme per questo. Ma dentro casa. Non c’è bisogno di riaprire le chiese rischiando nuovi contagi”, conclude.
Adnkronos.