Con questo progetto, Capossela dal confronto con la Divina Commedia trae punti d’orientamento per una navigazione dantesca nel proprio repertorio. Se quello di Dante è infatti un viaggio tra i morti per salvare i vivi, la Bestiale Comedìa vuol essere un itinerario nell’immaginazione musicale e letteraria per redimere il reale dallo smarrimento in cui sembra gettato.
La ricerca musicale, artistica e letteraria che Vinicio Capossela porta avanti da tempo è ricca di riferimenti danteschi. Sebbene le citazioni esplicite ad alcuni passi della Divina Commedia siano presenti in particolare in alcuni brani dell’album Marinai, profeti e balene del 2011, in tutta la discografia di Capossela riecheggia l’universo metafisico dantesco attraverso una ricerca della ritualità, del primordiale, delle radici mitiche della propria cultura, tutta volta a decifrare e restituire la complessità dell’animo umano.
Il concerto per celebrare l’anniversario della morte di Dante Alighieri attingerà dunque da questa vasta discografia: un vero e proprio viaggio nell’aldilà tra santi, creature mitiche, bestie, eroi e, soprattutto, peccatori.
I compagni di questa impresa saranno due musicisti di grande talento, il poliedrico Vincenzo Vasi e il virtuoso Raffaele Tiseo, che come Virgilio e Beatrice affiancheranno il cantautore e gli daranno coraggio nel confrontarsi con una delle opere più vaste, monumentali e magnifiche della storia della letteratura mondiale.
Vinicio Capossela
Bestiale Comedìa
(concerto dantesco)
Vedi la bestia per cu’io mi volsi:
aiutami da lei, famoso saggio,
ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi.
(Inferno – Canto I)
Il Poeta affacciato al pozzo dell’umana natura.
La discesa nella matta bestialitade, l’alto passo verso la canoscenza.
Il vianDante nell’aldilà, gran teatro delle passioni, tra santi, creature mitiche, eroi, viziosi, dannati, distillatori di bellezza.
L’attrazione per l’umano, i miti, il sublime, tutto ciò che desta maraviglia.
Viaggio per canzoni tra i mostri interiori.
Itinerario poetico nell’immaginazione per redimere il reale e intravedere la grazia.