L’Italia non è mai stata così bella. E se l’espressione è valida per tutti i livelli del tennis tricolore, lo è ancora di più per ciò che riguarda il circuito Challenger. Nel 2019, il nostro Paese ha chiuso al comando la classifica per nazioni con una cifra record, mai raggiunta in precedenza: 15 titoli, uno in più dello scorso anno, per giunta con 17 finali a contorno. Il quadro dei vincitori vede al comando Jannik Sinner e Gianluca Mager con tre centri a testa (Bergamo, Lexington e Ortisei per l’altoatesino; Coblenza, Barletta e Biella per il ligure), seguiti da Stefano Travaglia (Francavilla e Sopot). A una vittoria ci sono sette giocatori: Lorenzo Giustino (Almaty), Salvatore Caruso (Barcellona), Andreas Seppi (Cary), Lorenzo Sonego (Genova), Federico Gaio (Manerbio), Alessandro Giannessi (Vicenza) e Matteo Berrettini (Phoenix). Ben dieci tennisti diversi (qui una loro gallery), uniti da un progetto comune: trarre il massimo dalle loro potenzialità.
Berrettini, da Phoenix a Londra
Un obiettivo che passa necessariamente dal circuito minore dell’Atp, persino per coloro che poi sono destinati ad arrivare molto, molto in alto. Prendiamo Matteo Berrettini, che già nel 2018 aveva vinto il suo primo titolo del Tour maggiore (a Gstaad) e si pensava (a ragione) ben avviato verso una permanenza costante ad alto livello. Eppure, nel momento di sbocciare, il romano ha preferito frequentare per una volta ancora i Challenger, conquistando il titolo sul cemento americano di Phoenix, torneo che peraltro non si è rivelato una passeggiata (3-6 7-6 7-6 in finale al kazako Kukshkin). Il circuito si è rivelato un trampolino di lancio anche per Jannik Sinner, esploso a Bergamo in febbraio e confermatosi poi più volte durante la stagione, con i due centri di Lexington e Ortisei a garantirgli i punti necessari per entrare tra i top 100. Top 100 acciuffati per la prima volta da Stefano Travaglia e Salvatore Caruso, e mantenuti da Andreas Seppi, sempre con un contributo importante giunto dagli eventi di seconda fascia.
Lorenzi a quota 400. Ma senza titoli
Lorenzo Sonego si è confermato a Genova, in uno degli eventi più prestigiosi della stagione italiana, ma in quel caso più che di punti c’era soprattutto bisogno di fiducia. Quella che ha trovato anche il ligure Gianluca Mager, autore di centri e ormai a un passo dall’ingresso nei migliori 100 del mondo: un traguardo che solo qualche anno fa sembrava ancora piuttosto lontano. Giustino, Gaio e Giannessi, invece, pur vincendo un titolo, sono rimasti un po’ più indietro nel ranking, ma per tutti loro l’inizio del 2020 potrebbe essere un buon momento in vista dello step decisivo. Chi invece è rimasto a secco di vittorie è Paolo Lorenzi, che pure ha giocato tre finali, tutte perse contro Federico Coria (a Savannah), Gaio (a Manerbio) e Mager (a Biella). Proprio a Manerbio, però, il senese è riuscito a festeggiare le 400 partite vinte nel circuito, un primato difficilmente attaccabile dai suoi connazionali.
I ranking per nazioni
CHALLENGER (158 tornei in totale): Italia 15, Usa e Spagna 14, Australia 10, Francia 9, Slovacchia 8, Argentina 7, Brasile 6, Giappone e Germania 5, Svezia, Lituania, Gran Bretagna, Serbia, Finlandia 4, Portogallo, Polonia, Canada, Kazakistan, Svizzera, Corea del Sud, Austria 3.
ATP TOUR (66): Spagna 8, Serbia 7, Italia e Francia 6, Australia, Russia e Austria 5, Stati Uniti e Svizzera 4, Argentina, Cile e Grecia 3.
ATP TOTALE (224): Spagna 22, Italia 21, Stati Uniti 18, Australia e Francia 15, Serbia 11, Argentina 10.
GIOCATORI NEI TOP 100: Francia 12, Spagna 10, Italia e Usa 8, Australia 6, Argentina e Serbia 5, Germania 4.