In una lettera al presidente del Coni, varie sigle ambientaliste sottolineano che i Giochi Olimpici Invernali hanno raggiunto “dimensioni ormai gigantesche del tutto incompatibili col fragile ambiente dolomitico”.
Un Coordinamento di Associazioni Ambientaliste, Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore WWF O.A. Terre del Piave, Mountain Wilderness Veneto, Libera Cadore presidio Barbara Rizzo, Gruppo Promotore Parco del Cadore, Italia Nostra sezione di Belluno Ecoistituto Veneto “Alex Langer”, ha inviato al presidente del Coni Giovanni Malagò una lettera nella quale espone le ragioni della netta contrarietà alla scelta di Cortina d’Ampezzo quale candidata italiana alle Olimpiadi Invernali 2026.
Nella lettera, si rileva che i Giochi Olimpici Invernali hanno raggiunto “dimensioni ormai gigantesche del tutto incompatibili col fragile ambiente dolomitico”.
Nelle ultime 3 edizioni, si sottolinea, sono stati quasi 3.000 gli atleti gareggianti, seguiti da altrettanti preparatori, allenatori e tecnici delle stesse squadre nazionali; e oltre 1.000 sono stati i commissari e tecnici CIO; in pratica si è trattato di 6-7.000 persone, già solo di “addetti olimpici”. A essi vanno aggiunti tutti gli operatori “media” accreditati: a Torino erano oltre 5.000, ma nel 2010 a Vancouver già 10.000 e a PyeongChang addirittura 14.000. A questi si sommano gli operatori ‘interni’ professionali e i “volontari” di supporto; a PyeongChang i volontari in servizio durante i giorni ufficiali dei Giochi erano oltre 15.000, anch’essi, da ristorare e alloggiare in apposite strutture. Senza contare le migliaia di spettatori che sono nelle aspettative degli organizzatori dei Giochi Olimpici. “Un carico antropico non sopportabile dal territorio dolomitico, la cui bellezza è pari solo alla sua fragilità”.
“Se cosi’ stanno le cose, – scrivono le associazioni ambientaliste – è evidente che pensare di proporre nelle Dolomiti un’Olimpiade ‘ambientalmente sostenibile’ è una contraddizione in termini e del tutto irrealistico”.
Fonte: AGI