ROMA – Quei due che si divertono a essere perfetti, oltre i sei metri, Armand Duplantis e Sam Kendricks, se vogliamo Louisiana e Mississippi uniti per un obiettivo comune come la felicità dello sport, ci dicono che se le gare fossero sempre queste, se fossero sempre quella dell’asta che abbiamo vissuto a Losanna, tutti insieme, non importa se vicini o lontani, se tra la folla (1000 persone) di Place d’Europe o dalla televisione o in streaming, sarebbe quasi inutile aspettare un’Olimpiade. Eh già, potenza dell’agonismo che sbugiarda i traguardi tradizionali, sbandierati, veri ma a questo punto non sempre indispensabili. I due grandi dell’asta, i due ragazzi americani, ma uno con passaporto svedese, campioni di bellezza e persino di amicizia, hanno fatto venire le lacrime agli occhi a tutti coloro che hanno e avranno per sempre a cuore le sorti dell’atletica.
Mentre calava la sera, e con le luci quasi da ristorante per l’ultimo tentativo di Duplantis a 6,15 (non c’erano più le condizioni di illuminazione per esibirsi…), con quella pedana srotolata sotto le arcate del ponte, nel rumore, finalmente reale, di un pubblico entusiasta del quale si poteva intuire il sorriso e l’emozione dietro la mascherina d’ordinanza, Duplantis e Kendricks hanno fatto volare, oltreché se stessi, anche l’idea coraggiosa del presidente Coe di tradurre, di traghettare nuovi formati, che da Losanna sappiamo essere territori anche per grandi prestazioni. Viaggiare verso l’alto, oltre i sei metri, è un’impresa che questi due ragazzi hanno da tempo cominciato a sdoganare con un’impressionante continuità. Anni fa saltare 5,90 voleva dire vincere un mondiale (il grande Gibilisco, ieri in pedana come coach di Stecchi, così fece a Parigi nel ’99). Oggi questi due fenomeni di qualità tecnica e di appeal mediatico hanno cancellato centimetri di storia, come se fossero polvere, ma senza dimenticarli, anzi facendone tesoro insieme con i nomi che hanno reso possibili le loro carriere luminose. Ciò che ieri sembrava roba da astronauti, oggi è una pietanza capace da sola di portare spettacolo anche in piazza. Ma mantenendo alto il livello della manifestazione. E da oggi sarà questa la differenza.
Vederli saltare tra la gente, nel vero senso della parola, è qualcosa che comunque vale più delle misure saltate: vale una resurrezione dopo le difficoltà, vale quanto può valere una salute riconquistata dopo una convalescenza vissuta nella paura, dal sistema sportivo così come dalla società mondiale dal quale esso prende vita. Il mondo è più bello se saltano Duplantis e Kendricks (ieri 6,07 il primo, 6,02 il secondo). Se poi appena conclusa una prova vanno a dare il cinque a tutti gli innamorati, tanti giovanissimi, che si sono stretti attorno a loro per difendere un’idea comune e se ne stanno lì a un metro dai ritti e dall’asticella, dalla pedana e dai sacconi, allora il cerchio delle meraviglie si chiude. E’ come se, con loro, saltassimo tutti. A Losanna è stata fatta un po’ di storia.Fonte www.repubblica.it