Ad un anno esatto dal pianto a dirotto di Andy, Alex è riuscito almeno a trattenere le lacrime. Ma esattamente come Murray anche de Minaur ha usato l’espressione ‘This is killing me’. Ad uccidere The Demon è stato un infortunio all’addome, una lesione di secondo grado e di 4 centimetri in una zona già interessata in passato da problemi analoghi. Un malanno stavolta però più grave dei precedenti, che ha obbligato il ventenne di Sydney a dare forfait a 4 giorni dall’inizio degli Australian Open.
“Da qualche giorno faccio fatica ad alzarmi dal letto – ha rivelato de Minaur nel corso di una conferenza stampa convocata nel primo pomeriggio di giovedì – ma pur di non rinunciare allo Slam di casa ero pronto a servire dal basso, o a tirare a 120 chilometri all’ora”. Per ora mistero sulle cause della rottura del muscolo addominale, anche se il numero 21 del mondo è stato preciso nel ricostruire l’andamento degli ultimi giorni. “Ho avvertito un dolore durante la partita di ATP Cup contro Shapovalov, poi sono rimasto a riposo precauzionalmente contro Tsitsipas. Sono tornato in campo contro Evans, col quale ho disputato un match molto lungo e duro, e nello stesso giorno ho giocato anche il doppio decisivo dei quarti contro la Gran Bretagna. Infine ho affrontato un’altra battaglia contro Rafa, al termine della quale non ne avevo davvero più”.
Persa la semifinale contro la Spagna, de Minaur è volato ad Adelaide, dove si è sottoposto ad una tac che ha rivelato l’entità del danno. Un infortunio al quale il finalista delle ultime due Next Gen finals non è nuovo, anche se questa volta la lesione è più grave rispetto a quelle patite in passato e che già lo scorso anno lo avevano visto saltare due mesi per una lesione all’adduttore. Quello stop lo aveva tenuto fuori dal circuito per due mesi, senza vittorie per più di tre e lontano dalla forma ideale ancora più a lungo. Nonostante quei contrattempi, de Minaur aveva chiuso l’anno scorso con tre titoli ATP, 13 successi nelle ultime 16 partite e il best ranking al numero 18.
Insomma, difficile dire se la causa a monte stia nella predisposizione dei muscoli del giovane aussie-ispanico o se vada stanata altrove. Gli indizi, però, portano a puntare il dito in una direzione: “Non sono un medico e quindi non posso esprimermi con certezza, ma non è la prima volta che mi faccio male ad inizio anno. Insomma, potrebbe esserci un nesso con la preparazione invernale”. O più precisamente con l’intensità della stessa. Il pupillo di Lleyton Hewitt, il cui miglior risultato a Melbourne Park resta il terzo turno del 2019, non aveva fatto mistero di voler aumentare i carichi per cercare di ridurre ulteriormente il gap con i primi della classe e di tentare l’assalto alla top 10. Un progetto che de Minaur potrebbe aver pagato caro.
Alex De Minaur
Di certo c’è che gli Australian Open perdono il numero 1 di casa, e che il numero 1 di casa perderà gli Australian Open. “Appena possibile mi rimetterò a lavorare per cercare di rientrare tra un mese – ha concluso de Minaur, con la voce sempre più rotta dalla commozione -. Nel frattempo non guarderò niente e che spegnerò il cellulare per avere il minor numero possibile di contatti col mondo”. Compreso con quel Kyrgios che a Sydney se l’è letteralmente caricato sulle spalle nei quarti dell’ATP Cup e che dai campi di Kooyong ha immediatamente twittato un messaggio di solidarietà per il compagno di nazionale. “Sei un campione, fratellino. Non ti abbattere e rimettiti presto. Siamo tutti con te” ha scritto Nick. Adesso in campo maschile le speranze di tutto il Paese sono ancor di più concentrate sul 24enne di Canberra. E chissà che non sia un bene.