ROMA – Dopo il gustoso antipasto della Supercoppa italiana alzata da Milano, sabato sera la sfida tra Treviso e Trento alzerà il sipario sul campionato di serie A. Un torneo che si preannuncia ricco di contenuti tecnici, anche se alle prese con le limitazioni imposte dal coronavirus. Forte di una carriera costellata di successi prima come giocatore e poi in veste di allenatore, con tre scudetti conquistati da tecnico in piazze diverse (Varese, Fortitudo e Siena) e l’argento olimpico alla guida della Nazionale, Carlo Recalcati fa per noi le carte al campionato.
Coach, come ha vissuto i mesi senza basket?
“Si è trattato senza dubbio di un’esperienza nuova. Viste le notizie poco confortanti sono stato tra i primi a sostenere che lo sport doveva fermarsi. Non mi sono affatto meravigliato che si potesse passare un periodo senza basket”.
La riapertura parziale degli impianti è già un segnale incoraggiante…
“Sono stato a vedere la finale di Supercoppa. Devo essere sincero, non credo che assisterò dal vivo a un’altra partita finché non sarà possibile farlo in piena libertà. Stare a tre sedili di distanza dalla persona con la quale sei andato al palasport, senza poter scambiare opinioni e con lo steward che ti intima di alzare la mascherina se scivola sotto il naso, non permette di godersi appieno un evento sportivo. Non mi meraviglia che durante la Supercoppa il 25% di capienza consentita non sia mai stato raggiunto”.
Cosa serve allora alla serie A per non perdere troppo appeal?
“Il vero problema non riguarda la serie A, che sarà visibile in streaming e in tv. A pagare il prezzo più alto delle restrizioni saranno soprattutto le categorie minori e i settori giovanili. C’è il pericolo di perdere potenziali giocatori che magari scelgono di dedicarsi a sport individuali, dove i rischi di assembramento e aggregazione sono minori”.
Quali indicazioni ha dato la Supercoppa?
“Ha confermato che i favori del pronostico vanno a Milano, nonostante Venezia e Virtus Bologna possano provare a metterla in difficoltà. L’Olimpia, pur utilizzando poco alcuni stranieri di primo livello, ha dimostrato una sicurezza impressionante. In realtà la storia si ripete da anni e poi, fortunatamente per l’interesse del campionato, Milano non sempre riesce a vincere. Questa volta però credo abbia davvero tutto per imporsi”.
Chi ha messo a segno il migliore colpo di mercato?
“A dispetto della crisi economica sono arrivati giocatori importanti, su tutti Datome, Hines e Delaney a Milano. Varese, invece, ha avuto la capacità di trattenere in Italia un campione del calibro di Scola, che probabilmente non se la sentiva di sostenere un impegno stressante come l’Eurolega. E poi attenzione agli stranieri presi da Brescia nel reparto dei lunghi. Li conosco poco, mi incuriosiscono”.
Quindi si aspetta un campionato competitivo?
“Direi di sì. Anche Trieste, Pesaro, Trento, Brindisi e Fortitudo hanno allestito roster interessanti. Cremona e Roma, pur partendo in ritardo, sono tutte da scoprire. Paradossalmente, nonostante le conseguenze del coronavirus, si profila un campionato di livello superiore rispetto alla scorsa stagione”.
Quali giovani possono lasciare il segno?
“Mi intriga la scelta di Moretti di tornare in Italia per mettersi alla prova in una realtà difficile come Milano, dove non manca la concorrenza. Il confronto quotidiano con grandi campioni gli consentirà di imparare e di migliorarsi, dato che il suo obiettivo dichiarato è l’Nba. Pajola della Virtus Bologna in Supecoppa ha confermato di essersi ritagliato un ruolo importante in una squadra ricca di guardie. Davvero interessante, poi, la scelta di Cantù di puntare a lungo termine su Procida, che ha sottoscritto un contratto quinquennale”.
Basket
Nel settembre 2018 ha annunciato che non avrebbe più allenato. Si è mai pentito?
“Nessun rimpianto. Avevo preso quella decisione già qualche mese prima di renderla pubblica. È stata una scelta ponderata. Sono una persona concreta e pragmatica, se avessi pensato che poteva tornarmi la voglia di sedere in panchina non avrei fatto una dichiarazione del genere”.
Progetti per il futuro, magari con un ruolo dirigenziale?
“Svegliarmi la mattina e decidere cosa fare e cosa no, al momento è il mio unico progetto. Avere giornate tutte per me, senza allenamenti, riunioni, conferenze stampa era ciò che desideravo quando ho scelto di lasciare dopo 60 anni di basket. Sto bene così”.
Il programma della prima giornata
Treviso-Trento sabato ore 20.30
Virtus Roma-Fortitudo Bologna domenica ore 12.00
Varese-Brescia domenica ore 17.00
Reggio Emilia-Milano domenica ore 17.10
Trieste-Cremona domenica ore 17.30
Pesaro-Sassari domenica ore 18.30
Virtus Bologna-Cantù domenica ore 19.00
Venezia-Brindisi domenica ore 20.45
Fonte www.repubblica.it