«Se si assegna un riconoscimento internazionale per il 2020, non può che essere per Robert. Sinceramente non capisco perché i francesi abbiano annullato questo Pallone d’Oro. Champions, Europa League e la maggior parte dei campionati sono arrivati alla fine. Sa cosa le dico? Affari loro».
Lei, oltre a essere uno dei più forti giocatori nella storia della Polonia, è il presidente della Federcalcio. Come racconterebbe Lewandowski a un bambino?
«Robert è un ragazzo speciale, in tutto. Si allena, mangia e si comporta come fosse una macchina. A un bambino direi che è un robot. E come tutti i fuoriclasse, ovviamente, ha una sensibilità diversa dagli altri. È sempre focalizzato sul come migliorare e segnare. I Messi, i Ronaldo e i Lewandowski non sono frutto di una scuola, bensì dei loro genitori. C’è una bella differenza tra essere bravi giocatori e fenomeni come loro».
Lewandowski è al livello di Cristiano Ronaldo e Messi?
«Cristiano e Leo hanno segnato un’epoca, ma anche Robert negli ultimi anni è stato molto continuo. Diciamo che dopo CR7 e Messi, c’è Lewandowski. Poi a ruota arrivano gli altri: Benzema, Lukaku… Fortissimi anche loro, ma con maggiori alti e bassi».
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Il bomber del Bayern e della sua Polonia resterà al top fino a 40 anni?
«Per arrivare a quell’età, serve molta motivazione. Comunque i tempi sono cambiati: oggi giocare fino a 36-37 anni è la normalità perché i calciatori fanno una vita più sana rispetto alla mia epoca e le società continuano a pagarli anche dopo i trenta».
Cristiano Ronaldo è arrivato alla Juventus a 33 anni. Faremo in tempo a gustarci l’ultimo Lewandowski in Italia?
«Da giovane Robert è stato vicino al Genoa, almeno così mi ha detto il suo procuratore. Penso che il treno per la Serie A sia passato e non tornerà più».
Perché?
«Perché Lewandowski sta bene al Bayern, ha un ingaggio alto e non mi sembra abbia intenzione di muoversi. Un giocatore deve venire in Serie A all’età dei sogni, non a fine carriera. È vero, CR7 è andato alla Juventus a 33 anni… Ronaldo segna in qualsiasi squadra, però se i bianconeri non vinceranno la Champions il bilancio non sarà così positivo. E il primo a essere dispiaciuto sarei io perché sono innamorato calcisticamente di Cristiano. Mi piace in tutto: come si allena, come gioca, come segna. Tornando a Lewandowski, se Robert mi chiedesse un consiglio… beh direi lui che lo vedo più in America che in Italia dopo il Bayern».
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Lewandowski segnerebbe così tanto anche nel campionato italiano?
«Farebbe molti gol e continuerebbe a conquistare campionati e classifica dei marcatori. Però sono convinto che avrebbe numeri un po’ inferiori a livello di reti. La Serie A resta il campionato più difficile d’Europa. Per gli attaccanti è una sorta di Università del calcio. In Italia se vai a Crotone o a Benevento non sai se vinci. E magari subisci cento falli. In altre Nazioni non è così».
Il bomber del Bayern,così inquadrato e preciso, rispecchia la tipica persona polacca?
«No, noi in realtà siamo un popolo fantasioso, un po’ come voi italiani. Robert è speciale e si è trovato benissimo in Germania anche per questo. Lui, con il suo modo di programmare ogni cosa, si intende alla perfezione con un club super organizzato come il Bayern. È un matrimonio perfetto nel quale uno fa la fortuna dell’altro e viceversa».
A quale numero nove della sua epoca accosterebbe Lewandowski?
«Ricorda un po’ Altobelli. O forse potremmo definirlo un Careca polacco».
Qual è la squadra che la diverte maggiormente in Serie A?
«L’Inter, perché è la più pazza: può vincere e perdere con tutti. Non fai in tempo a preparati un caffè, che la partita può essere già cambiata. Ammiro Conte, che è stato anche un mio giocatore a Lecce, e ho un debole per Lukaku. Romelu, al di là dei gol, mi sembra un buono come il gigante protagonista nel film il Miglio Verde».
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A proposito di cinema: Ibrahimovic si paragona a Benjamin Button, che nasce vecchio e muore giovane…
«Mi sta sorprendendo. Per Ibra vale un detto polacco: “meglio camminare saggiamente che correre da stupido”. Zlatan corre il giusto, ma al momento opportuno. Deve ringraziare anche il Milan: ha dieci compagni che lavorano per lui. Poi, però, lui fa la differenza: è straordinario come capacità realizzativa e intelligenza calcistica»
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Milik, al momento fuori rosa nel Napoli, dove andrà a giocare a gennaio per non mettere a rischio la convocazione con la Polonia per l’Europeo di giugno?
«No comment. Ha un contratto col Napoli ed è strano che non giochi. Ma non sono affari miei, non mi impiccio».
Haaland è stato eletto Golden Boy 2020. Concorda?
«Mi impressionò già al Mondiale Under 20 con la Norvegia. È esuberante e fin qui è arrivato con forza, entusiasmo e gol. Le qualità che possiede adesso, fra tre anni non gli basteranno più per stare al top. Ma se dovesse continuare a migliorare come ha fatto nelle ultime stagioni, diventerà il numero uno dei bomber».
Fonte tuttosport.com