“Sono il leader di una nuova generazione”. Teofimo Lopez nella notte tra sabato e domenica vuole aprire un’epoca del pugilato. La condizione è buttare giù dal trono dei pesi leggeri quello che molti definiscono il miglior pugile pound for pound, Vasyl Lomachenko. L’ucraino ha le cinture Wba, Wbo e Wbc in franchise (un artifizio regolamentare per evitargli le difese ufficiali), lo statunitense-honduregno di Brooklyn ha quella Ibf. Il match è stellare, ed è il primo che va oltre il Covid. La boxe ha riaperto da tempo i battenti, anche in tempo di pandemia. Lo ha fatto prevalentemente a porte chiuse e con incontri di un certo pregio: viene da pensare alla sfida tra pesi massimi in terra inglese vinta da Povetkin su White. Il prossimo 12 dicembre, sempre in Inghilterra, Anthony Joshua difenderà la sua corona dei massimi contro il bulgaro Pulev. Ma i grandissimi eventi il Covid li ha cancellati.
Questione di soldi. Fury-Wilder III ad esempio per il momento resta nel cassetto: impossibile fare a meno dei 17 milioni di dollari incassati al botteghino lo scorso 23 febbraio a Las Vegas (al netto della barca di quattrini provenienti da tv e sponsor). Loma-Lopez invece si fa lo stesso: ‘merito’ anche dell’ucraino, che si è ridotto la borsa (comunque dovrebbe arrivare comunque a 3 milioni di dollari al netto della pay per view) per soddisfare le esigenze dell’avversario.
L’incontro è la classica sfida generazionale. Loma ha 32 anni ed è arrivato al professionismo dopo una carriera spaventosa tra i dilettanti: due ori olimpici, due mondiali, 396 incontri vinti, uno perso, la finale della rassegna iridata a Chicago nel 2007 conto il russo Selimov. Passato tra i prof, una sola incertezza, dettata dalla presunzione di poter conquistare il titolo mondiale al secondo incontro: troppo anche per lui, finito imbrigliato nelle sabbie mobili dello scaltro messicano Orlando Salido. Missione compiuta nel match successivo, primo di una marcia inarrestabile che lo ha visto inanellare in serie le cinture di piuma, superpiuma e leggeri. HiTech, questo il suo alias, ha nel bagaglio una varietà eccezionale di colpi, portati in serie da tutte le angolazioni. Non a caso per 4 volte consecutive gli avversari hanno abbandonato, chiusi nel loro guscio, privati di ogni via d’uscita.
Lopez ha 23 anni e le carte in regola per giocarsela quasi alla pari. Ha buona tecnica, grinta vendere e anche una buona potenza. La dimostrazione nel match che gli è valsa la conquista del titolo Ibf contro il ghanese Commey, fulminato con un destro che ha rasentato la perfezione. Un fattore dal quale Loma dovrà guardarsi, memore del colpo dritto beccato da Linares nel maggio di due anni fa. Pugno che, prima della vendetta, costruita con una serie di colpi al fianchi, lo aveva costretto a toccare il tappeto.
Altro fattore è l’età: 9 anni non sono pochi, anche se le sensazione è che Lomachenko abbia calcolato di accettare velocemente le tante provocazioni del clan dell’honduregno. Forse uno come Lopez è meglio affrontarlo ancora un po’ acerbo. Da non sottovalutare anche il fatto che Lopez è un leggero naturale, mentre Loma viene dalle categoria inferiori. ”Sarà una partita a scacchi”, ha detto in fase di presentazione l’ucraino. Sul ring di Las Vegas sarà vietato sbagliare qualsiasi mossa.
Fonte www.repubblica.it