La Ferrari ha confermato che farà appello contro la sentenza della Fia sulla Racing Point, “copia” della Mercedes 2019 sul team freni (tolti 15 punti e 400mila euro di multa). La decisione passa ora alla Corte di Appello di Parigi.
La vicenda
Il secondo week end di Silverstone si era aperto con la sentenza di parziale condanna della Fia contro la Racing Point, la cosiddetta “Mercedes rosa”: 400 mila euro di multa e -15 punti in classifica costruttori per il team inglese reo di aver copiato le prese d’aria dei freni dalle Frecce 2019. La Ferrari, l’anno scorso al centro di polemiche per presunte irregolarità sul motore con conseguente inchiesta chiusa con un accordo segreto con la Fia, aveva presentato subito l’intenzione di fare appello contro un verdetto che giudicava insufficiente. La stessa intenzione è stata espressa da McLaren, Renault, Williams e la stessa Racing Point. “La sentenza è un punto di partenza importante perché riconosce un’infrazione delle regole. Ma noi siamo convinti che copiare non sia il processo giusto, che non sia legale” ha spiegato sul circuito britannico il team principal delle rosse, Mattia Binotto. “Il giudizio peraltro riguarda solo le prese d’aria, noi vogliamo riflettere se allargare il concetto all’intera macchina”.
L’indagine era stata sollecitata dalla Renault che ha presentato tre proteste in altrettante gare, anche se il verdetto della federazione ha sanzionato le vetture rosa soltanto per il gp di Stiria, mentre per le due seguenti (Ungheria e Silverstone 1) ha emanato una reprimenda, consentendo di fatto alla rosa di continuare a correre in questo campionato con quegli stessi elementi giudicati irregolari perché frutto di un trasferimento dati, e non di un design autonomo. La Racing Point ha infatti costruito le prese d’aria dei freni, elemento importante per l’aerodinamica, sfruttando un passaggio di informazioni dalla Mercedes quando queste componenti erano ancora cedibili (non lo sono più dal 6 gennaio 2020, quando è entrato in vigore il cambio di regolamento ratificato il 30 aprile 2019). Insomma non le ha costruite lei ma la Mercedes, risparmiando di fatto risorse e traendone dunque vantaggio.
Fonte www.repubblica.it