A quattro giorni dal via del Tour de France esplode nel ciclismo il caso dei falsi positivi al Covid-19. Oscar Gatto (Bora-Hansgrohe) si era sottoposto tre giorni fa a un test, come da procedura. Stamane ha ricevuto il risultato: positivo, appunto. Ha avuto contatti con alcuni compagni di squadra: ok, la Bora non ha potuto prendere il via del Bretagna Classic-Ouest France di Plouay, vinto poi dall’australiano Matthews. Mentre si correva la gara il team tedesco ha sottoposto tutta la squadra a tampone. Tutti negativi, compreso Gatto. Corsa andata, pazienza. Ma il veneto è solo il terzo falso positivo scoperto nell’ultima settimana. Prima c’erano stati Hugo Houle (Astana) e Inge van der Heijden (CCC femminile). E Houle correrà anche il Tour de France.
Il post di Ralph Denk (Bora)
“Sembra che le mie preoccupazioni siano confermate” ha scritto in lungo, interessante post sui social Ralph Denk, team manager della Bora. “È noto che i test PCR hanno un certo tasso di errore e quindi producono risultati falsi positivi. Questo di per sé non sarebbe un problema, se ci fosse la possibilità di controllare immediatamente i risultati nel caso di riscontro positivo. Nella normativa antidoping sono previsti, proprio per questo motivo, un Campione A e un Campione B. Se il Campione A è positivo, il risultato viene verificato con il Campione B. Nell’attuale strategia di test dell’UCI, questa verifica non è presente. Anche i laboratori antidoping sono accreditati, il che significa che determinati standard sono fissati e controllati. Oggi abbiamo ritirato tutta la nostra squadra da una gara World Tour. Si tratta di punti, ma anche di presenza sui media, in altre parole, il valore pubblicitario su cui si basano gli impegni dei nostri sponsor. Oggi non è stato possibile ottenere questi benefici. Certo, la salute di tutte le persone coinvolte dovrebbe e deve sempre avere la priorità, tuttavia è ancora insoddisfacente che non si tenga conto di tutti gli altri aspetti. Penso che gli aggiustamenti debbano essere effettuati immediatamente qui. Chiediamo anche certezza riguardo alle procedure e alla strategia di test. Se non lo abbiamo, presto avremo problemi seri, perché chi vuole investire in una lotteria del genere?”. Il protocollo del Tour prevede che i corridori e gli staff delle squadre effettuino tamponi sei e tre giorni prima della partenza e in ognuna delle giornate di riposo (7 e 14 settembre). Nel caso di due positivi in una squadra (corridori e membri dello staff, è indifferente) nell’arco di sette giorni, tutto il team dovrà lasciare la Grande Boucle.
Fonte www.repubblica.it