Piccoli Acàcio Da Silva crescono. Solo lui nella storia del ciclismo portoghese aveva preso la maglia rosa al Giro prima di Joao Almeida. Solo lui aveva vinto tappe (5, spalmate tra il l’85 e l’89’), almeno fino a Roccaraso. E qui spunta Ruben Guerreiro, 26 anni da Setubal, città che sportivamente ha in Josè Mourinho uno i suoi figli prediletti. Guerreiro, che non raccoglieva nulla da quando 3 anni fa vinse il titolo nazionale in linea, precede in un testa a testa serrato sulle pendenze finali Jonathan Castroviejo. Lo spagnolo è uno degli orfani di Geraint Thomas nel Team Ineos. Un po’ come Dowsett 24 ore prima vanta una sfilza di vittorie a cronometro, ma differenza del britannico non riesce a dare soluzione di continuità alla abitudini. La sua ultima vittoria in linea resta quella, datata 11 anni, al Tour de l’Avenir.
Giornata in cui non manca nulla. Salita (dislivello complessivo di 4000 metri), freddo (escursione termica sui 20° rispetto a Vieste) e tanta pioggia. A cercare il pelo nell’uovo, era lecito aspettarsi una ridefinizione dei ruoli più marcata nella classifica generale. Nella giornata storica del Portogallo si conferma in maglia rosa Joao Almeida: la sua è una difesa di personalità, condita dalla sofferenza solo nell’ultimo mezzo km dell’ascesa finale, quando la pendenza impenna al 12%. Perde una manciata di secondi, ma ci sta. “La mia squadra ha fatto un lavoro incredibile, è stata perfetta: indosso la maglia rosa grazie a loro. Sono una persona piuttosto tranquilla, ma sono così contento per la vittoria di Guerreiro, se lo merita davvero. Gli faccio i miei complimenti”.
La corsa dei big esplode in extremis. Poca roba a conti fatti, ma ci sono delle indicazioni: Fuglsang ad esempio rifila 14 secondi ad un Nibali arrivato sulle gambe. E occhio a Wilco Kelderman: è il principale inseguitore di Almeida (30 secondi) in classifica e quando la corsa si accende si vede poco ma c’è sempre. Ai big non interessa la fuga che decide la tappa. Sono 8: tra loro c’è Visconti, a caccia della maglia azzurra di leader della montagna. Prende punti sui primi GPM, ma non gli bastano: alla fine Guerreiro fagocita anche quella. Quello che fa più fatica è Bjerg (escluso dalla fuga iniziale, rientra con una azione notevole): le energie spese si fanno sentire quando Castroviejo e Guerreiro se ne vanno. “Che bella soddisfazione vincere una tappa al Giro d’Italia -commenta il vincitore-. Dopo tanti secondi e terzi posti, io e la squadra ci meritavamo davvero un risultato come questo. È stato molto difficile entrare nella fuga questa mattina. È straordinario aver regalato al team il secondo successo di tappa al Giro”.
ORDINE D’ARRIVO
1. Ruben Guerreiro (Por, EF Pro Cycling) in 5h41’20”
2. Jonathan Castroviejo (Esp, Ineos-Grenadiers) a 0’08”
3. Mikkel Bjerg (Den, UAE Team Emirates) a 0’58”
4. Kilian Frankiny (Sui) a 1’16”
5. Lawrence Warbasse (Usa) s.t.
6. Tao Geoghegan Hart (Gbr) a 1’19”
7. Lucas Hamilton (Aus) a 1’32”
8. Wilco Kelderman (Ned) a 1’38”
9. Jakob Fuglsang (Den) s.t.
10. Jai Hindley (Aus) s.t.
16. Vincenzo Nibali (Ita) a 1’52”
19. Joao Almeida (Por) a 1’56”
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 35h35’50”
2. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 30″
3. Pello Bilbao Lopez De Armentia (Esp, Bahrain-McLaren) a 39″
4. Domenico Pozzovivo (Ita) a 0’53”
5. Vincenzo Nibali (Ita) a 0’57”
6. Jakob Fuglsang (Den) a 1’01”
7. Harm Vanhoucke (Bel) a 1’02”
8. Patrick Konrad (Aut) a 1’11”
9. Jai Hindley (Aus) a 1’15”
10. Rafal Majka (Pol) a 1’17”
Fonte www.repubblica.it