La tappa più veloce di sempre della storia del Giro incorona il più veloce di adesso. Arnaud Demare ogni giorno che passa è sempre più personaggio. Un po’ per ‘le physique du rôle’ da bello, di quelli la cui faccia respinge le rughe della fatica. Un po’, anzi soprattutto, perché vince. A Brindisi arriva il tris dopo le affermazioni a Villafranca Tirrena e Matera. Media spaventosa: 51,230, mai così veloci in una frazione in linea, ‘battuta’ la Torino-Arenzano del 2009, che era stata corsa a 51,098. Volata spigolosa dopo una giornata spigolosa: la Groupama-FDJ è tirannica (Guarnieri monumentale) nel cacciare chi tenta di salire sul proprio treno, quindi Demare non è da meno, senza riguardi nello sbarazzarsi degli altri velocisti.
Per Sagan il gusto amaro di un altro secondo posto, ma almeno stavolta non c’è fotofinish che sa di beffa. Semplicemente, quando lo slovacco tenta di affiancare Demare, viene respinto con perdite. “Una squadra fantastica. E’ stata una tappa velocissima, con molto vento e tante difficoltà nella prima parte. La squadra mi ha tenuto davanti, interpretando al meglio l’arrivo”, è la disamina essenziale del vincitore. Per la Francia sportiva un sorriso in un momento di tristezza: il Covid ha vinto la sua battaglia con la Parigi-Roubaix numero 118. Cancellata: l’ultima volta era accaduto dal 1940 al 1942 con il nord della Francia occupato dai tedeschi. Una cancellazione che non può che provocare angoscia: “Io spero che, per il bene del ciclismo, si possa arrivare a Milano”. Esprime preoccupazione il ds del Team Ineos, Matteo Tosatto. “Bisogna essere positivi. A mio modo di vedere, finora è stato un bel Giro, con tanta gente disciplinata lungo le strade”.
Joao Almeida si tiene la maglia rosa (“Indossarla mi rende ogni giorno più forte”), le posizioni restano invariate, ma è quasi un caso. Non ci sono difficoltà altimetriche, ma i 143 km sono spazzati dal vento. Ne esce fuori una prima parte da tappa atlantica del Tour o da classica del nord. Gruppo frazionato e ventagli. Uomini di classifica: Almeida, Kelderman, Kruijswijk sono davanti. Numero di battistrada limitato, perfetto per luogo e situazione, velocità subito altissima. Dietro Nibali capisce che sta rischiando grosso. Poco assistito dai compagni di squadra (tra questi il più pronto a dare una mano è Jacopo Mosca), lo Squalo dà comunque la sferzata emotiva a chi è con lui: tra questi Fuglsang è il più illustre. La faticaccia dura una quarantina di km, poi si torna compatti.
Poi ci si mettono le cadute, svariate. Una di gruppo quando mancano 45 km all’arrivo. Tra quelli di classifica l’oscar della sfortuna – o della disattenzione, a volte il confine è sottile- va a Vanhoucke. Quarto in classifica, va giù due volte, se la cava. Il gruppo si fraziona di nuovo, ma dietro c’è un certo Filippo Ganna. E’ lui il collante per arrivare ad una volata compatta. “Siamo contenti di un buon inizio di Giro, cercheremo di toglierci altre soddisfazioni”, annuncia il piemontese, che viaggia sulle ali dell’entusiasmo. Domenica c’è Roccaraso, bivio importante per la classifica. Prima però Vieste: se non scappa qualcuno sarà ancora volata. Vista l’aria che tira però i predatori di tappa faranno bene ad allearsi, altrimenti potrebbero fare i conti per la quarta volta con un altro predatore, più grande di loro, con la maglia di campione di Francia.
ORDINE D’ARRIVO
1. Arnaud Demare (Fra, Groupama-FDJ) in 2h47’28”
2. Peter Sagan (Svk, Bora-Hansgrohe) s.t.
3. Michael Matthews (Aus, Sunweb) s.t.
4. Ben Swift (Gbr) s.t.
5. Alvaro Jose Hodeg Chagui (Col) s.t.
6. Rudy Barbier (Fra) s.t.
7. Davide Ballerini (Ita) s.t.
8. Enrico Battaglin (Ita) s.t.
9. Filippo Fiorelli (Ita) s.t.
10. Elia Viviani (Ita) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por, Deceuninck-QuickStep) in 24h48’29”
2. Pello Bilbao (Esp, Bahrain-McLaren) a 43″
3. Wilco Kelderman (Ned, Sunweb) a 48″
4. Harm Vanhoucke (Bel) a 59″
5. Vincenzo Nibali (Ita) a 1’01”
6. Domenico Pozzovivo (Ita) a 1’05”
7. Jakob Fuglsang (Den) a 1’19”
8. Steven Kruijswijk (Ned) a 1’21”
9. Patrick Konrad (Aut) a 1’26”
10. Rafal Majka (Pol) a 1’32”
21. Simon Yates (Gbr) a 3’52”
Fonte www.repubblica.it