Rieccolo, quattrocentosessantuno giorni dopo. Peter Sagan non esultava da un pomeriggio d’estate del 2019, a Colmar, dove arrivava una tappa del Tour de France. Poi, a parte la parentsi dello strano calendario, prima allungato e compresso dal Covid, una serie infinita di piazzamenti. Maledizione giunta al capolinea a Tortoreto, in una giornata dall’elettrocardiogramma simile alla Liegi-Bastogne-Liegi. E visto che il buon Peter non è mai banale, fa cifra tonda: è il corridore numero 100 a iscriversi nel club dei vincitori di tappa a Tour, Vuelta e Giro.
‘’La vittoria arriva quando smetti di cercarla troppo”, spiega all’arrivo. In realtà la vittoria Sagan la cerca eccome. Parte con Ganna sullo strappo di Chieti, in un momento senza regole in cui tutti danno la caccia alla fuga giusta. Eppure i due davanti ci restano, quindi il drappello diventa più cospicuo. In sette, poi ci sono i muri – brevi ma dalle pendenze assassine, quello di Controguerra al 24% – sgretolano le certezze. Di tutti, tranne che di Sagan, che trasforma gli ultimi km in una cavalcata solitaria, con tanto di gesto liberatorio all’arrivo. “Siamo stati tutto il giorno in fuga, ero da solo ma avevo una buona gamba per controllare tutti. Sono andato bene in salita e attento a non cadere in discesa, alla fine sono arrivato da solo davanti. Ho vinto con il mio stile, facendo spettacolo”.
Una azione talmente bella da accantonare, anche se solo per un momento, i cattivi pensieri. Il Giro va infatti avanti, ma con 13 corridori in meno. Kruijswijk positivo al Covid: e tutta la Jumbo si ritira. Fioccano le accuse. “Sin dai primi hotel, al buffet erano presenti persone che non facevano parte della bolla. Dieci squadre in due alberghi con altri ospiti è stato senza dubbio un errore. Si dovrebbe essere protetti dalle persone che dirigono questo sport”, attacca van Emden, uno dei ritirati.
E ancora. Quattro positivi nello staff: anche la Mitchelton Scott, che aveva perso nei giorni scorsi il proprio faro Simon Yates, torna a casa. Michael Matthews positivo: e per fortuna la Sunweb continua. E’ il infatti il team di Wilco Kelderman, uno dei più accreditati in classifica. A tal proposito, Almeida resta in rosa e dà anche una bella immagine di freschezza, quando va in prima persona a neutralizzare la minaccia alla leadership che gli porta Pello Bilbao. “La mia squadra ha fatto un lavoro perfetto, sono orgoglioso di loro. Sto benissimo, teniamo questa maglia finchè possiamo”.
Esce di scena Vanhoucke, stressato da una tappa difficile quanto bellissima, rischia di farlo Fuglsang. Sfortunatissimo, fora in discesa sul bagnato, non trova l’ammiraglia nei paraggi e si arrangia con la bici di Felline. Nibali (“Le gambe hanno risposto bene, in discesa ho evitato rischi per l’asfalto bagnato”) e gli altri non si impietosiscono: un minuto i quindici di ritardo, per il danese il Giro è in salita. Speriamo non lo diventi per tutti.
ORDINE D’ARRIVO
1. Peter Sagan (Svk) in 04h01’56”
2. Brandon McNulty (Usa) a 00’19”
3. Joao Almeida (Por) a 00’23”
4. Ben Swift (Gbr) s.t.
5. Jai Hindley (Aus) s.t.
6. Rafal Majka (Pol) s.t.
7. Patrick Konrad (Aut) s.t.
8. Wilco Kelderman (Ola) s.t.
9. Domenico Pozzovivo (Ita) s.t.
10. Pello Bilbao (Spa) s.t.
11. Tao Geoghehan Hart (Gbr) s.t.
12. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.
13. Hermann Pernsteiner (Aut) s.t.
16. Ilnur Zakarin (Rus) a 00’50”
21. Jakob Fuglsang (Dan) a 01’38”.
CLASSIFICA GENERALE
1. Joao Almeida (Por) in 39h38’05”
2. Wilco Kelderman (Ola) a 00’34”
3. Pello Bilbao (Spa) a 00’43”
4. Domenico Pozzovivo (Ita) a 00’57”
5. Vincenzo Nibali (Ita) a 01’01”
6. Patrock Konrad (Aut) a 01’15”
7. Jai Hindley (Aus) a 01’19”
8. Rafal Majka (Pol) a 01’21”
9. Fausto Masnada (Ita) a 01’36”
10. Hermann Pernsteiner (Aut) a 01’52
11. Jakob Fuglsang (Dan) a 02’20”
12. Ilnur Zakarin (Rus) a 02’27”
13. Brandon McNulty (Usa) a 02’39”
14. Tao Geoghegan Hart (Gbr) a 02’45”
15. Antonio Pedrero (Spa) a 02’58”.
Fonte www.repubblica.it