E’ dal primo giorno, a Nizza che il Tour aspettava i 2 km finali di Puy Mary. Quel picco del 15%, quella pendenza dove bluffare è impossibile. E bluff non c’è stato. La maglia di Roglic diventa sempre più gialla, mentre l’altro sloveno delle meraviglie, Tadej Pogacar, sembra l’unico che può buttarlo giù dalla vetta. L’arrivo nel Massiccio Centrale dice che in questo momento la piccola Slovenia fa da riferimento. E dice anche che la Colombia delle aquile deve leccarsi le ferite proprio sul terreno preferito. La classifica generale presenta una assoluta linearità: quei due, poi Bernal (che ha perso 38’’ ed ora insegue a 59), Uran, Quintana e Lopez. Quattro colombiani in fila. Quintana nei giorni scorsi l’aveva buttata là: ‘’Facciamo un alleanza tra colombiani”. Bernal non aveva raccolto, vediamo in seguito. Slovenia o Colombia: a Parigi il prossimo 20 settembre, difficilmente suonerà un inno diverso. E questo nonostante Landa, Porte, Adam Yates e Mas abbiamo una classifica discreta. Il disco della Marsigliese poi è destinato ad un altro strato di polvere: Romain Bardet e Guillaume Martin sono usciti malconci dal corpo a corpo.
Slovenia batte Colombia per la generale, ma Colombia batte Germania per il successo di tappa. Daniel Martinez ha vinto il Giro del Delfinato: di solito è il passaporto per un ruolo di primo piano al Tour. Lui è l’eccezione, si era perso. Ritrova tutto nella tappa con il dislivello più arduo delle tre settimane (4400 metri totali), districandosi dalla morsa dei due tedeschi, Leonard Kamna e Maximilian Schachmann. “Un giorno speciale per me. Una caduta ha condizionato la mia prima settimana. Non avevo grandi scelte nel finale – spiega – ho rischiato e nel finale sapevo che Kamna poteva scattare, ho gestito tutto con intelligenza”.
Il Massiccio Centrale dunque non ha tradito le attese. Primo arrivo della storia a puy Mary, ma salita nota agli appassionati di Tour: il Pas de Peyrol, che di fatto introduce l’assalto finale, è stato scalato dieci volte. Federico Bahamontes (1963), Lucien Van Impe (1973, poi dieci anni dopo) transitati in testa, sono citazioni sufficienti per capirne il grado di difficoltà.
Cenni di cronaca. Prima ora di corsa a tutta, poi si sviluppa la fuga ‘perfetta’. Tra attitudine alla salita e capacità di gestire azioni del genere, tanti dei diciassette che vanno avanti la sanno lunga. Ci sono parecchi francesi – Alaphilippe, Barguil, Rolland, Edet -, tra gli altri anche Soler e Powless. Dietro è sfida tra Jumbo e Ineos, mentre una caduta provoca spavento e ammaccature a Romain Bardet e Nairo Quintana. Va ancora peggio a Bauke Mollema: l’olandese, un regolarista da prime dieci posizioni, è costretto al ritiro per la frattura del polso.
Sul col de Neronne, penultima fatica, Schachmann va da solo. E’ uno di quei corridori che si difende benino dappertutto: crono, salita, corse a tappe brevi (ha vinto la Parigi-Nizza), classiche. Al Lombardia, temerario in discesa, era quasi finito dentro una macchina di una signora capitata lì senza sapere come. Dietro Martinez, inizia la caccia, Kamna cerca di sfruttare il lavoro del compagno di squadra (sono due Bora) per il contropiede. Gli ultimi 2 km chiariscono tutto. Martinez e Kamna restano soli e si scattano ‘in faccia’ fino all’epilogo.
Circa il discorso maglia gialla, Pogacar accende la miccia, e l’esplosione è deflagrante. Roglic salta sopra il ritmo del connazionale, poi è lui stesso a scandirlo. I colombiani non tengono, ma è solo un round, il match è ancora lungo. “Oggi è un giorno molto duro, non mi sentivo molto bene. I miei avversari sono andati più forti di me, devo accettarlo”, ha detto Bernal. “Ma ora farò di tutto per ripristinare la situazione”. Chissà, magari alleandosi con qualcuno…
ORDINE D’ARRIVO
1. Daniel Martinez (Col, Education First) in 5h01’47”
2. Lennard Kamna (Ger, Bora-Hansgrohe) a 4″
3. Maximilian Schachmann (Ger, Bora-Hansgrohe) a 51″
4. Valentin Madouas (Fra) a 1’33”
5. Pierre Rolland (Fra) a 1’42”
6. Nicolas Edet (Fra) a 1’53”
7. Simon Geschke (Ger) a 2’35”
8. Marc Soler (Esp) a 2’43”
9. Hugh John Carty (Gbr) a 3’18”
10. David De La Cruz (Esp) a 3’52”
12. Primoz Roglic (Slo) a 6’05”
13. Tadej Pogacar (Slo) s.t.
18. Egan Bernal (Col) a 6’43”
CLASSIFICA GENERALE
1. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) in 56h34’35”
2. Tadej Pogacar (Slo, UAE-Emirates) a 44″
3. Egan Bernal (Col, Ineos-Grenadiers) a 59″
4. Rigoberto Uran (Col) a 1’10”
5. Nairo Quintana (Col) a 1’12”
6. Miguel Angel Lopez (Col) a 1’31”
7. Adam Yates (Gbr) a 1’42”
8. Mikel Landa (Esp) a 1’55”
9. Richie Porte (Aus) a 2’06”
10. Enric Mas (Esp) a 2’54”
13. Tom Dumoulin (Ned) a 4’32”
14. Richard Carapaz (Ecu) a 5’11”
Fonte www.repubblica.it