LA ROCHELLE – Giornata campale per il Tour, anche se oggi non si correrà. Negli hotel delle squadre, concentrati intorno a La Rochelle, e via email a tutti i corridori arriveranno gli esiti dei tamponi anti-Covid ai quali ognuno dei rimasti in gara deve obbligatoriamente sottoporsi. Oltre agli atleti, devono essere testati anche i membri degli staff delle 22 squadre, in tutto circa 650 persone. C’è però una novità importante. Il Tour ha predisposto una sorta di secondo giro di test per colori i quali dovessero essere trovati positivi al Covid. Questa seconda tornata, quasi fossero delle controanalisi, verrà effettuata entro martedì mattina e i risultati saranno disponibili prima delle 10. In questo modo verrebbero evitati con buone probabilità di successo i casi di falsi positivi, un fatto accaduto di recente a diversi corridori, tra i quali Leonardo Basso e il canadese Hugo Houle, quest’ultimo in corsa al Tour con la maglia della Astana. Una tutela per i corridori, ostaggio nelle giornate pirenaiche delle manifestazioni d’affetto troppo ravvicinate dei tifosi, buona parte dei quali privi di mascherina, o con mascherine indossate nel modo sbagliato. Loro, i corridori, sono molto attenti: prima del via indossano mascherine che poi vengono ritirate da un addetto e deposte in un grande sacco. Dopo il traguardo gli uomini dei team porgono altre mascherine agli atleti, che quindi non affrontano un metro di strada extra-corsa privi di protezione. Anche sul palco delle premiazioni grande attenzione. Primoz Roglic ha indossato da solo la maglia gialla, una prassi divenuta indispensabile.
La bolla di squadra è composta tra trenta persone al massimo, corridori compresi. Due positivi all’interno di essa e il team va a casa. “Non esiste un piano per fermare l’intera corsa prima di Parigi” ha spiegato Prudhomme, il direttore del Tour, “né dopo quante tappe, eventualmente, la maglia gialla sarebbe considerata vincitrice della corsa”. In questa stagione ci sono due precedenti di corse a tappe interrotte prima della naturale conclusione e lo stesso assegnate. Sono l’UAE Tour di fine febbraio, vinto da Adam Yates, leader a due tappe dalla fine: allora diverse squadre si trovarono con corridori positivi al Covid e la corsa venne sospesa. Alla Parigi-Nizza di metà marzo, il tedesco Schachmann si ritrovò vincitore prima dell’ultima tappa: il sindaco della città che ha poi ospitato il Grand Depart del Tour aveva impedito l’approdo nella baia degli Angeli della corsa. Percentualmente, l’ultima tappa della Parigi-Nizza rappresentava il 12.5% dell’intera corsa (8 le frazioni previste). Arrotondando e tenendo per buona questa percentuale, il Tour dovrebbe finire alla 18ma per considerare valido e acquisito il risultato. È solo un gioco matematico, per ingannare la snervante attesa dei risultati.
Fonte www.repubblica.it