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Come una partita a scacchi

La finalissima di domenica a Mosca mette di fronte una formazione (i francesi) che hanno molta esperienza in questi ultimi vent’anni ed una praticamente nuova, i croati. Sulla carta i transalpini sono i favoriti. Ma non sempre nel calcio…..

Il prossimo 15 luglio Croazia e Francia si sfideranno in una finale inedita per il campionato del mondo. Sulla carta Francia i francesi appaiono favoriti, oltre al gioco espresso, possono contare su un gruppo di campioni che scriveranno il loro nome nella storia di questo sport.

La Croazia, inoltre, arriva in finale prosciugata da tre partite finite ai supplementari, vinte con una ridottissima rotazione dalla panchina.

Finale scontata quindi? Assolutamente no. I croati, spinti dal loro orgoglio nazionale e anche dalle loro qualità (Modric è da pallone d’oro), possono far male ai francesi.

L’arrivo in finale della Croazia è maturato dopo che l’Inghilterra è crollata ad un passo dal sogno, rincorso da un ormai troppo lontano 1966. Dopo che Kane ha fallito un facile 2 a 0, i croati si sono svegliati ed hanno velocizzato il loro gioco, sfiorando prima il pareggio, poi pareggiando, con un gol capolavoro di Perisic, e, infine, sfiorando la vittoria prima del novantesimo.

Nei supplementari l’Inghilterra è parsa svuotata, quasi rassegnata. I croati hanno condotto le danze, ma non perché fossero più freschi, in realtà sono parsi solo più motivati, ed hanno trovato con Mandzukic il gol della vittoria. 

Una nazione con poco più di 4 milioni di abitanti raggiunge una finale storica. I croati, però, sono abituati alle imprese sportive, basti pensare a quello che hanno dato nel basket, nella pallanuoto, nell’atletica ed anche negli scacchi, dove anche il più grande, Bobby Fischer, si è abbeverato ai loro libri di teoria.

Come una partita di scacchi, Croazia e Francia sarà decisa dalla disposizione dei “pezzi” sul campo e dai loro manovratori: Didier Deschamps e Dlatko Dalic.

 Il primo è una leggenda vivente ed ha vinto tutto da giocatore, alzando addirittura una coppa del mondo da capitano. Il secondo è capitato sulla panchina croata quasi per caso, dopo che la nazionale del suo paese rischiava di non qualificarsi, il presidente della federazione croata, Davor Suker, l’ha fatto rientrare dal suo esilio dorato nei paesi arabi, dove Dalic era andato a svernare da alcuni anni, per cercare disperatamente di strappare l’ultimo biglietto per la Russia. Dopo aver condotto i suoi alla qualificazione, Dalic ha dovuto sconfiggere anche i pretendenti alla sua panchina. Suker, infatti, aveva pensato a nomi più altisonanti, come il nostro Ancellotti, per guidare la Croazia ai mondiali. Alla fine, Dlatko Dalic ce l’ha fatta, grazie anche al fondamentale gradimento dello spogliatoio

Una curiosità: se osservate bene Dalic durante la partita, noterete che con la mano destra dà delle indicazioni ai suoi giocatori, mentre la sinistra è sempre in tasca. Il religiosissimo Dalic stringe sempre durante la partita un rosario, conservato gelosamente nella tasca sinistra dei pantaloni.

 

 

 

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