Orgoglio e passione, speranze e desideri, ambizione e senso di appartenenza. A un passo dal cielo, nel Gruppo I di Coppa Davis, la seconda divisione della manifestazione a squadre, si intrecciano le storie di chi vuole tornare, o diventare, grande. Il World Group I riunisce le vincitrici dei relativi e le perdenti dei preliminari per le Finals di Madrid come la Corea del Sud, sconfitta dall’Italia a Cagliari.
Dominerà il Sudamerica, con sei nazioni presenti. Quattro avranno il vantaggio del fattore campo: Peru, Uruguay, Bolivia e soprattutto l’Argentina, la principale potenza tennistica delle 24 nazione presenti nel World Group I 2020. L’Albiceleste di capitan Gaudio, senza i suoi due migliori singolaristi Diego Schwartzman e Guido Pella, si è arresa in Colombia al Palacio de los Deportes, parte del complesso sportivo Parque Metropolitano Simón Bolívar, a Bogotà, 2.640 metri in altura.
I vincitori del 2016 giocheranno contro la Bielorussia che oggi ha un solo top 100, Egor Gerasimov, una delle rivelazioni del 2020.
In Sudamerica sarà di scena anche la nazione prima testa di serie di questa divisione, il Belgio di David Goffin, impegnato in Bolivia. Ma è nelle pieghe, lontano dai centri di attrazione, che queste sfide dischiudono le piccole grandi storie di cui si alimenta il fascino antico della Davis.
Storie come quelle dei veterani del Pakistan, Aisam-Qureshi e Aqeel Khan, miglior coppia di doppio nella storia della loro nazionale. Hanno debuttato in Davis nel 1998. Nell’ultimo match giocato, hanno battuto da soli la Slovenia vincendo anche i singolari pur non avendo classifica ATP visto che nel circuito si dedicano solo al doppio. A settembre affronteranno il Giappone crollato a sorpresa in casa contro l’Ecuador nel preliminare di marzo.
O delle nazioni che si ritrovano a inseguire un posto al sole quasi per caso, confermando in pieno quell’adagio per cui in una competizione come la Coppa Davis il ranking conta fino a un certo punto. Altrimenti non si spiegherebbe la presenza nel gruppo I della Nuova Zelanda, che nella classifica ATP ha solo due giocatori e nessuno nei primi 800 del mondo, e del Libano, che ne conta tre. Ma solo perché il primo singolarista è in realtà un tedesco con la doppia cittadinanza, Benjamin Hassan. Suoi tutti i tre punti nel 3-1 alla Thailandia a marzo.
La Thailandia giocherà nel gruppo II in Danimarca. Una sfida che potrebbe diventare un incubo per lo speaker dello stadio se dovessero incrociarsi il numero 1 thailandese Wishaya Trongcharoenchaikul e Holger Vitus Nodskov Rune, ex numero 1 del mondo junior. Il tempo di scandire i nomi, ed è finito il palleggio di riscaldamento.
E’ strano vedere nella divisione più lontana dal glamour della Caja Magica la Grecia di Stefanos Tsitsipas. Il campione delle ATP Finals è volato a marzo nelle Filippine per guidare la nazionale al successo. Anche se la nazionale è in realtà è per metà la sua famiglia. Gioca infatti insieme al fratello Petros, a quel Michail Pervolarakis già visto in ATP Cup e al doppista (fuori dalla top 500) Markos Kalovelonis.
La Grecia non è l’unico caso di nazionale “familiare”. Oltre all’Uruguay dei fratelli Cuevas (nel Gruppo I), c’è infatti lo Zimbabwe avversario della Cina, in cui evidentemente la passione tennistica si tramanda per genetica. Dopo la grande stagione dei fratelli Black (Byron fu numero 1 in doppio e 22 in singolare, Wayne vinse due Slam in doppio con il connazionale Kevin Ullyett), oggi la nazionale è sulle spalle di Benjamin e Courtney John Lock, protagonisti del 3-1 alla Siria.
In questa divisione è scivolata la Svizzera senza Federer e Wawrinka, da qui tenterà di risollevarsi la Polonia di Hubert Hurkacz e del reaparecido Jerzy Janowicz, finalista al Challenger di Pau e richiamato in Davis per la prima volta dal 2015. Semifinalista a Wimbledon nel 2013, ha sconfitto in tre set Pak Long Yeung di Hong Kong, numero 960 del mondo nel primo turno di marzo.
Se, infine, qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla natura davvero globale del tennis, gli basterà un’occhiata alle sfide di settembre per cambiare idea. Tra tutte le nazioni coinvolte nelle 24 partite di Gruppo I e II, non se ne trovano due più distanti tra loro di Barbados e Indonesia che, naturalmente, si sfideranno tra loro. La trasferta da Jakarta prevede “solo” 18.500 chilometri di viaggio. Il tennis, e la Coppa Davis, non conoscono confini.
Le sfide di settembre World Group I
Bolivia (c)* v Belgio (1)
Argentina (2) (c) v Bielorussia
Pakistan (c) v Giappone (3)
Uruguay (c) v Olanda (4)
Slovacchia (c) v Cile (5)
Finlandia (c)* v India (6)
Norvegia (c)* v Uzbekistan (7)
Libano (c)* v Brasile (8)
Nuova Zelanda (c) v Corea del Sud (9)
Romania (c) v Portogallo (10)
Peru (c) v Bosnia-Herzegovina (11)
Ucraina (c) v Israele (12)
World Group II
Zimbabwe (c)* v Cina (1)
Messico (2) (c)* v Bulgaria
Svizzera (3) (c)* v Estonia
Tunisia (c)* v Repubblica Dominicana (4)
Grecia (c)* v Lituania (5)
Danimarca (c)* v Thailandia (6)
Polonia (7) (c)* v El Salvador
Slovenia (8) (c)* v Paraguay
Turchia (9) (c)* v Lettonia
Venezuela (c)* v Sud Africa (10)
Cina Taipei (11) (c)* v Marocco
Barbados (12) (c)* v Indonesia
(c) casa
* sede scelta per sorteggio