TORINO – Mario Draghi la potrebbe chiamare Transizione Giovane e Andrea Agnelli l’ha varata quest’estate assegnando il ministero a Fabio Paratici. “Siamo la squadra più vecchia che ha raggiunto gli ottavi di finale di Champions League“, aveva detto dopo l’eliminazione subita dal Lione, il 7 agosto scorso. Mercoledì a Oporto, quando è uscito Giorgio Chiellini la Juventus era sicuramente sul podio delle formazioni più giovani che hanno disputato la gara di andata degli ottavi. Ma il lavoro non è finito, la rivoluzione verde è ancora da completare e, naturalmente, verrà completata. La sconfitta di Oporto, brutta e fastidiosa per le modalità, non scalfisce il progetto e non fa cambiare idea o rotta alla società.
Il progetto
I rischi di avere una squadra inesperta erano stati messi in conto da Agnelli che vede nei talenti giovani della rosa una strada per riaprire un nuovo ciclo vincente. E sostenibile in tempi di pandemia e post-pandemia che vedranno i ricavi contrarsi almeno nell’arco dei prossimi due anni. Insomma, la Juventus va avanti. E, in fondo, ha qualcosa di simbolico il fatto che la speranza di qualificazione ai quarto di finale per i bianconeri sia legata a Federico Chiesa, 22 anni, la faccia della Juventus di domani. I tifosi se ne stanno innamorando, piace lo spirito, la combattività, l’agonismo, un complesso di cose che lo rende già “un gobbo perfetto”, solo cinque mesi dopo aver lasciato la Fiorentina. […]
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Fonte tuttosport.com