La Juventus prosegue la rincorsa a Dzeko ma riapre la pista Morata. Dopo le parole di ieri sera di Paratici nel pre partita (“non c’è una situazione Dzeko, c’è una situazione attaccante, di cui abbiamo necessità. Mancano 15 giorni, sappiamo dove dobbiamo arrivare e cosa dobbiamo fare. Oltre a Dzeko ci sono anche altre situazioni”) le certezze su un affare già formalmente concluso, almeno da parte bianconera, sono in parte venute meno. La trattativa tra Roma e Napoli per Milik ha subito un rallentamento negli ultimi giorni. I dubbi sulle condizioni fisiche del polacco, fugati dal consulto medico in Svizzera a cui si è sottoposto l’attaccante, e le richieste degli azzurri divergenti rispetto all’offerta giallorossa, stanno mettendo in serio pericolo il domino di centravanti che porterebbe Dzeko alla corte di Pirlo.
Strada alternativa
“Ci sono altre situazioni oltre a Dzeko” ha spiegato Paratici, che ha anche chiuso la pista Suarez a causa dei tempi dilatati per ottenere la cittadinanza italiana. Piste alternative che portano ad Alvaro Morata, vecchia conoscenza della Juventus con cui ha giocato per due stagioni collezionando 63 partite in Serie A e 15 gol ma anche 12 assist. L’attaccante spagnolo, classe 1992 (27 anni), è ufficialmente un calciatore dell’Atletico dal 1° luglio, dopo il pagamento della clausola da 55 milioni di euro, dopo l’anno di prestito, a favore del Chelsea.
La stessa formula, prestito con diritto di riscatto, che i bianconeri provano a strappare ai Colchoneros, che sono in trattativa con Suarez e Cavani: 10 milioni il prestito oneroso di Morata, con riscatto fissato a 45. Il dialogo è ripartito con doppia finalità: farsi trovare pronti in caso di naufragio della pista Dzeko ma anche un segnale a Roma e Napoli. Milik è entrato nell’ultimo anno di contratto, il che gli permetterebbe di svincolarsi a zero a giugno e di firmare un nuovo contratto già a gennaio. Dzeko grava sulle casse della Roma per 7,5 milioni di euro netti, stipendio di cui i giallorossi farebbero volentieri a meno nonostante l’ottimo rapporto tra la società e il calciatore.
Fonte www.repubblica.it