Per capirne di più sul delicato momento vissuto dal Milan, la redazione di News.Superscommesse.it ha realizzato una lunga intervista con Giuseppe “Tato” Sabadini, bandiera del Milan per sette stagioni tra il 1971 e il 1978, con quasi 250 presenze totali, tre Coppe Italia e una Coppa delle Coppe in bacheca.
Sabadini, cosa pensa dell’altalenante cammino che sta avendo il Milan in questa stagione?
In estate la società ha operato in maniera massiccia sul mercato, ma per ora i risultati non si stanno vedendo. È stato sbagliato qualcosa o semplicemente serve tempo per assemblare i nuovi e farli ambientare nel calcio italiano?
“Il Milan in estate ha acquistato tanti giovani e in questi casi serve del tempo per vedere risultati. Non tutti i nuovi sono riusciti ad incidere. (…) Con i giovani bisogna avere pazienza, possono andare a mille e poi lasciarti da un momento all’altro se pensano di essere arrivati. Prendete Leao: per velocità, tecnica e fisicità ha pochi eguali, ma è troppo discontinuo.
Quando si accende la luce trascina la squadra, poi sparisce all’improvviso. Non è ancora un campione, per diventarlo deve smettere di essere intermittente. I campioni possono sbagliare una partita ogni tanto, ma sono quasi sempre decisivi”.
Dopo gli ultimi risultati negativi si stanno intensificando le voci sul possibile ritorno di Ibrahimovic, con un ruolo in società da definire. Pensa che possa essere d’aiuto alla squadra e prendere di fatto il posto di rappresentanza che è stato di Paolo Maldini o che rischierebbe di offuscare il lavoro di Pioli?
“Ritengo che mandare via Maldini sia stato un errore. Conosco Paolo da quando era bambino, è cresciuto qui, è un’istituzione e rappresenta il Milan. Stava già pensando a impostare una campagna acquisti diversa rispetto a quella dello scorso anno, ma purtroppo ci sono stati dei contrasti con la società. Del ritorno di Ibrahimovic penso tutto il bene possibile. Sarebbe molto utile perché ha carattere e personalità. Era uno che comandava nello spogliatoio e potrebbe farlo anche adesso che non gioca più, magari aiutando proprio i più giovani che dopo una buona partita si sentono arrivati. Non credo che il suo arrivo possa oscurare il lavoro di Pioli”.
A proposito di Pioli, l’idillio con i tifosi sembra ormai essersi spento. In tanti addirittura ne invocano l’esonero considerandolo il responsabile principale delle difficoltà della squadra. Da osservatore e da ex allenatore come giudica il lavoro del tecnico emiliano? Pensa che la partita contro la Fiorentina potrà già essere decisiva?
“Pioli ha fatto un buon lavoro negli anni scorsi e ha sempre avuto un buon rapporto con lo spogliatoio. Adesso, però, lo vedo in difficoltà anche nella gestione delle partite. Se sei avanti 2-0 e ti fai riprendere non una volta, ma due, e a Lecce hanno pure rischiato di perdere, vuol dire che c’è qualcosa che non va. (…) La squadra mi sembra in difficoltà anche sul piano fisico, ma del resto la moda in estate ormai è quella di fare sette giorni di preparazione e poi andare a giocare in giro per il mondo per fare soldi. (…) La partita contro la Fiorentina sarà importante, ma non credo ancora decisiva per lo scudetto. (…) Il Milan è attardato, ma il tempo per recuperare ci sarebbe”.