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F1, caso Racing Point: Williams e McLaren si sfilano, no a ricorso

Alla prova dei fatti il fronte contro il ‘Copygate’ non si è rivelato compatto come era sembrato nelle intenzioni. Sabato quattro scuderie di Formula 1 (Ferrari, Renault, Williams e McLaren) avevano preannunciato ricorso, giudicandola troppo indulgente, contro la sentenza sulle prese d’aria dei freni della Racing Point, colpevole di averle copiate da quelle della Mercedes W10 e per questo sanzionata con 400 mila euro di multa e 15 punti di penalità. La Red Bull si era subito chiamata fuori dalla contesa. Ma, dopo essersi prese tutto il tempo consentito, 96 ore, per confermare o meno di voler andare avanti con l’appello, solo Ferrari e Renault sono state di parola, mentre Williams e McLaren hanno comunicato di aver cambiato idea. Contro la sentenza ricorrerà anche la Racing Point, ma per motivi opposti.

La data dell’udienza deve ora essere annunciata dalla Corte d’Appello Internazionale della FIA, che ha sede a Parigi. All’origine della denuncia contro Racing Point c’è Renault, che per prima – con un reclamo nel GP di Stiria – aveva formalmente puntato il dito contro il team britannico, accusandolo di aver copiato dalla Mercedes queste parti indispensabili al raffreddamento dell’impianto frenante e all’aerodinamica delle monoposto. I commissari FIA hanno dato ragione alla casa francese, ma non hanno dichiarato illegali gli scopi raggiunti attraverso le parti clonate. E questo consente a Racing Point (soprannominata la ‘Mercedes rosa’) di continuare a usarle. Ora Williams, così come McLaren, ha deciso di sfilarsi dalla querelle. In un comunicato la scuderia si è detta soddisfatta che la Federazione internazionale stia lavorando in chiave 2021 per evitare il ripetersi delle vetture-fotocopia. Bisogna ricordare che Williams dal 2014 corre con i motori del marchio tedesco e che McLaren li utilizzerà dall’anno prossimo. Il proprietario del Racing Point, Lawrence Stroll, si è detto certo di poter dimostrare l’innocenza della sua squadra ed ha accusato di “scarsa sportività” quanti si oppongono al verdetto.

 Fonte www.repubblica.it

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