Una rossa (Vettel) coi freni in fiamme al 6° giro di 53, l’altra (Leclerc) a tutto o troppo gas sbatte contro le barriere a 220 km all’ora, per fortuna senza conseguenze per lui, mentre cerca di rimontare dalle retrovie dopo la prima delle due safety car della corsa. Doppio ritiro per le Ferrari a Monza, non succedeva dal 1995 (Alesi-Berger). Dopo qualifiche disastrose (13° il monegasco e 17° il tedesco, bocciato già in Q1 causa anche traffico), la gara di casa, sebbene piena di colpi di scena compresa doppia partenza dopo la sospensione decisa per recuperare i detriti della rossa numero 16, offre la stessa scena degli ultimi gran premi per Maranello: una debacle.
Podio senza Mercedes e Red Bull
Ma dal podio mancano anche le Mercedes e la Red Bull: non succedeva da 146 gare, Ungheria 2012, che vinse Hamilton su McLaren. Il sei volte campione del mondo, partito dalla pole, chiude 7° all’ultimo giro dopo aver scontato una penalità di 10 secondi e stop&go per essere entrato nella pit lane chiusa (stesso destino per Antonio Giovinazzi) dopo l’incidente di Leclerc. Dal fondo della griglia, in ritardo di 26 secondi, è il massimo che gli riesce di recuperare. Il suo compagno di squadra, Valtteri Bottas, partito 2° e bruciato al via dagli inseguitori, si lamenta per una mancanza di potenza del motore e chiude 5°. Ritiro anche per Max Verstappen, la sua Red Bull parcheggia per un problema al motore.
AlphaTauri, una vittoria italiana
E con tutti i grandi, o ex tali, fuori dai giochi, in una Monza per fortuna senza tifosi, l’inno di Mameli suona lo stesso e lo fa in un incrocio di vari destini: vince l’AlphaTauri, il team di Faenza che si chiamava Toro Rosso quando Vettel vinceva la sua prima gara proprio a Monza, nel 2008. Stavolta è un francese a guidarla, ma milanese d’adozione, Pierre Gasly, 10° al via e risalito in cima dopo la bandiera rossa: il 24enne, retrocesso dalla casa madre, la Red Bull, alla sua sorella minore a metà stagione 2019, si prende il suo primo successo in carriera dopo il podio di 14 mesi fa in Brasile. Piange e urla Pierre, tutti i ragazzi con cui è cresciuto, compreso Charles, vanno a complimentarsi con lui: “E’ incredibile, non mi rendo neanche conto di quello che è successo. La gara è stata folle, siamo riusciti a sfruttare al massimo la bandiera rossa. La macchina era veloce, ma lo erano anche quelli dietro. L’anno scorso primo podio per me e ora la prima vittoria e addirittura qui a Monza. Sono senza parole. Questo team ha fatto tanto per me, mi ha dato la mia prima opportunità in F1 e il mio primo podio, io ho dato loro la mia prima vittoria. Primo francese a vincere dal ’96? Sì, è una cosa che avrei sempre voluto cambiare ma non mi aspettavo che potesse arrivare con l’Alpha Tauri, abbiamo lavorato per migliorare passo dopo passo”.
Secondo podio in carriera per Sainz
Solo di un piccolo passo indietro, ad appena 4 decimi, chiude 2° il prossimo ferrarista Carlos Sainz, partito 3°. Per lo spagnolo, 26 anni, è il secondo podio in carriera dopo il 3° posto sempre in Brasile, nel 2019. Ci prova fino agli ultimi metri a vincere, “ma mi sarebbe servito un altro giro. Grandissimo risultato, ma sono a metà deluso. Pensare di aver avuto la possibilità di lottare per la vittoria è incredibile e ci sono arrivato vicinissimo. Fosse stata una gara normale, 2° dietro a Hamilton, sarei stato felicissimo. Senza bandiera rossa avrei chiuso secondo dietro Lewis”.
Terzo un altro poco più che ventenne (21), Lance Stroll sulla Racing Point: “La gara è stata davvero folle, sono felice per Pierre, credo che abbia meritato questo risultato, è partito benissimo ed è stato costante fino all’ultimo giro. Questo risultato è però anche un po’ una delusione perché potevo forse fare qualcosa di più, però non avevo assolutamente aderenza in partenza e tanti mi hanno superato. Ho lottato con Sainz, abbiamo perso un po’ di tempo. Oggi la vittoria non era lontana ma il terzo non è un brutto risultato”.
Vettel: “Un incubo”. Leclerc: “Errore mio ma macchina difficile da guidare”
E’ bruttissimo, forse più del previsto, quello della Scuderia. Vettel, costretto ad andare contro le barriere di polistirolo per fermarsi, non lo nasconde: “Sì, è stato un weekend da incubo, peggiore del previsto. Meglio che non ci siano i tifosi a guardarci. Tenere la testa alta è difficile, ma cerchiamo di fare un finale di stagione degno”. Leclerc arrabbiatissimo, anche perché sa di averci messo del suo nell’incidente: “La Ferrari è molto difficile da guidare, ho dato il massimo ma ho fatto un errore. Non so se ho chiesto troppo alla macchina, forse, ma ho preso il muro”. Tra una settimana, il gp al Mugello per festeggiare le 1000 gare della Ferrari: l’unica consolazione è che Hamilton non potrà eguagliare Schumacher con 91 successi (è rimasto “fermo” a 89). “Sulla carta è un circuito migliore per noi e io ho qualche giorno per recuperare dalla botta. Sto bene? Più o meno”.
Binotto: “Stagione che ci insegnerà qualcosa per il futuro”
Il team principal, Mattia Binotto, non nasconde la delusione e non promette sogni: “E’ la peggior conclusione possibile di un weekend difficile. Non c’è nulla di peggio di non finire la gara, specie per un problema di affidabilità come per Vettel. Non dobbiamo dimenticare ma imparare dai nostri errori, questa stagione ci insegnerà qualcosa per il futuro. Il Mugello? E’ una gara importante per noi, ma dopo due week end così promettere qualcosa diventa difficile. La dirigenza? I confronti sono continui, lo faremo ancora e sempre in modo costruttivo”.Fonte www.repubblica.it