LONDRA – Due leggende della Formula 1, entrambe britanniche, che non si amano. E che l’altro ieri hanno litigato in diretta mondiale, seppur a distanza. Le due leggende dell’automobilismo sono l’inglese Lewis Hamilton, 35 anni, sei (oramai quasi sette) titoli mondiali, che domenica scorsa con la vittoria nel GP dell’Eifel al Nürburgring ha raggiunto il record delle 91 gare vinte in carriera di Michael Schumacher, e lo scozzese Jackie Stewart, 81 anni, tre titoli mondiali e idolo, dentro e fuori le piste, della vecchia generazione di piloti.
Domenica, prima della gara, Stewart non ha tessuto propriamente le lodi di Hamilton, sminuendo i suoi inarrestabili record, che di certo rimarranno imbattibili per molti anni. Innanzitutto lo scozzese ha sottolineato che Lewis ha una macchina come la Mercedes, troppo veloce per gli altri. E poi, ha continuato, “non credo si possano fare paragoni con il passato. Oggi ci sono 20-22 gare all’anno, gente come Fangio ne faceva cinque, sei, otto per stagione. Fangio per me resta il più grande pilota di sempre, dietro Jim Clark e terzo Ayrton Senna. Questi piloti guidavano ogni tipo di macchine da corsa, F1, GT, Indy, CanAm… oggi invece Lewis e gli altri fanno soltanto tante gare in Formula 1”.
Hamilton non l’ha presa bene. “Non credo che sia bello disprezzare gli altri per quello che fanno”, ha dichiarato Hamilton al “Guardian” dopo la gara di domenica quando c’è stata la toccante cerimonia della consegna del casco di Schumacher da parte del figlio Mick, “molti mi criticano, soprattutto i vecchi piloti”, accennando a uno scontro generazionale. “Non so perché. Magari un giorno gli passerà. Di certo, personalmente nutro un grande rispetto per le leggende del passato nell’automobilismo, anche per coloro che ogni volta parlano male di me. Ho sempre tanta stima per loro, perché erano altri tempi, e allora era estremamente difficile gareggiare”.
“Si discute sempre nello sport su chi sia il più grande, comparando presente e passato”, ha continuato il pilota inglese di Stevenage, “ma è impossibile fare questi paragoni. A me non interessano. Comunque tra vent’anni, quando mi guarderò indietro, prometto che non criticherò così i giovani piloti di successo. Perché”, ennesima stilettata di Lewis a Stewart, “quando un pilota invecchia ha la responsabilità di essere ancora di più una guida, un esempio, e incoraggiare la nuova generazione di piloti”.
Stewart non ha risposto alle parole di Hamilton. Il quale, al di là di questo singolo caso, più volte in passato si è lamentato del trattamento subito da colleghi e vecchie glorie. Ma come diceva Ron Dennis su di lui e Ayrton Senna, “i grandi piloti pensano sempre che tutto il mondo sia contro di loro”. Poi certo, su Fangio Stewart potrebbe avere per certi versi anche ragione. Come ricorda l'”Independent”, l’argentino cinque volte campione del mondo tra 1951 e 1957 vinse il 46,15% delle gare cui partecipò, contro il 39,39% di Alberto Ascari e “solo” il 34,87% di Hamilton. Ma sono paragoni insostenibili. Almeno su questo, Hamilton e Stewart sono d’accordo.
Fonte www.repubblica.it