Benjamin Lock, 26enne dello Zimbabwe, numero 468 del mondo ha orgogliosamente pubblicato su Twitter una foto di sua nonna. Si è concessa un regalo speciale per i suooi 100 anni. Era anche lei tra i 51.954 spettatori che a Città del Capo hanno assistito al “Match for Africa”, la reunion delle rockstar del gioco, Roger Federer e Rafa Nadal, in campo davanti al pubblico più numeroso mai registrato per una partita di tennis.
“Questo evento ha ispirato e motivato mia nonna in modi che non riesco neanche a spiegare” ha scritto Lock, che senza troppe parole ha trasmesso il senso di una storia che legherà Nadal e Federer come in passato era successo solo a Martina Navratilova e Chris Evert.
L’evento ha previsto prima un doppio, Federer con Bill Gates e Nadal con Trevor Noah, poi il “Fedal” anticipato dall’ingresso in campo del capitano della nazionale sudafricana di rugby Siya Kolisi che ha regalato a Federer una maglia, ovviamente con il numero 8.L’evento serve a raccogliere fondi per la Fondazione che Federer ha istituito per sostenere l’educazione dei bambini di sei Paesi (oltre al Sudafrica, Namibia, Botswana, Malawi, Zambia, Zimbabwe). “Speriamo di raccogliere almeno un milione di dollari” aveva detto Federer, che aveva stabilito il precedente record di affluenza, lo scorso novembre a Città del Messico. Alla sua esibizione contro Sascha Zverev avevano assistito 42.517 spettatori.
#Fedal edizione #MatchInAfrica!#tennis @rogerfederer @RafaelNadal pic.twitter.com/BkrjXhA7IM
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) February 7, 2020 “Questa partita rimarrà nella mia memoria”, ha detto prima del match lo stesso Federer, sorridente quando ha visto mamma Lynette, sudafricana, attraversare la passerella dello stadio per lanciare la monetina e accompagnare la cerimonia del sorteggio nel match di doppio. “Amiamo questo popolo, amiamo questa nazione, amiamo tutti voi” ha detto poi alla tv sudafricana.
Lynette e Robert, il padre di Federer, si sono conosciuti proprio in Sudafrica. Robert, figlio di un lavoratore tessile e di una casalinga, a 20 ha lasciato la sua città natale, Berneck, nella valle del Reno sangallese, per andare a Basilea a lavorare per l’azienda farmaceutica Chemische Industrie Basel (CIBA). Dopo quattro anni decide di lasciare la Svizzera e si trasferisce nella sede della compagnia in Sudafrica, non lontana dall’aeroporto internazionale di Johannesburg. Lì lavora come segretaria la 18enne Lynette Durand che viene da una famiglia Afrikaner e vorrebbe andare in Europa, in Inghilterra.
Prodezza alla @rogerfederer a Città del Capo!#tennis #MatchInAfrica@RafaelNadal pic.twitter.com/g2yBojxyez
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) February 7, 2020 Si incontrano nel bar dell’azienda e iniziano a frequentarsi. Nello Swiss Club di Johannesburg Lynette, che giocava a hockey su prato, scopre una grande passione per il tennis, che la porterà a vincere il campionato inter-club del 1995 con il TC Ciba. Nel 1973 Robert sceglie di tornare in Svizzera. Otto anni nascerà il più famoso dei Federer, destinato ad oscurare l’omonimo prete scrittore che all’inizio del ‘900 dedicò una serie di racconti all’Abruzzo. Fino ad allora, era il più conosciuto dei Federer nella storia.
Federer, per la cronaca, ha vinto Federer 6-4 3-6 6-3 pur avendo ottenuto cinque punti in meno. Il clima da esibizione, che ha contemplato anche un paio di scambi tra ball-boys sul 4-1 40-15 per Nadal nel secondo set, in omaggio anche al divertimento dei tifosi che avevano acquistato tutti i biglietti in dieci minuti a dicembre, ha lasciato il posto a un ritmo più intenso nel terzo set. Perché, tra una palla corta, un pittino e uno svolazzo, poi comunque a perdere non ci sta nessuno.
Finisce così #MatchInAfrica… con un bellissimo abbraccio tra @rogerfederer e @RafaelNadal #tennis pic.twitter.com/crGPfHYNKy
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) February 7, 2020 Alla fine, nello stadio di calcio scaldato per una volta dal tennis, sul campo in cemento dipinto d’arancio, ridono tutti.
Sorrideranno anche i bambini che la Roger Federer Foundation aiuterà anche grazie a questo evento. In oltre sedici anni, ne ha aiutati un milione e mezzo grazie a investimenti per oltre 52 milioni di dollari. Attraverso collaborazioni di lungo periodo, la fondazione gestisce iniziative per favorire l’istruzione in Botswana, Malawi, Namibia, South Africa, Zambia, Zimbabwe.
La prima volta di Nadal in Africa resterà, dunque, ancor più memorabile. L’abbraccio finale è l’incontro di due amici che continuano a trasformare una passione in una ricca professione. Due icone che continuano a condividere un pezzo di strada, a cambiare lo sport e le vite di molti tifosi. Pezzi di vita che diventano viaggio.