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Genoa, Preziosi diventa ‘maggiorenne’: Maran è il 18esimo tecnico

ROMA – In principio fu Roberto Donadoni. Era la caldissima estate del 2003, quella del “Caso Catania”, della B allargata in fretta e in furia per i ricorsi. Il Genoa, appena passato nelle mani di Enrico Preziosi, venne ripescato in cadetteria: il tecnico era stato già scelto e il nuovo patron ritenne di dare fiducia a un allenatore che fin lì aveva accumulato solamente le esperienze con Lecco (in Serie C1) e Livorno (in B). Durò la bellezza di cinque giornate di campionato. Sono passati 17 anni dalla prima scelta di Preziosi e ora sulla panchina del Genoa siede Rolando Maran, chiamato a raccogliere l’eredità di Davide Nicola. Un elenco di 18 allenatori diversi senza contare i reiterati ritorni, una delle cifre stilistiche di una gestione che spesso (e malvolentieri) ha fatto adirare la tifoseria del club più antico d’Italia. Maran ha iniziato la propria avventura genoana da qualche giorno, è un mister dalle idee chiare al quale spetta l’arduo compito di dare stabilità a una panchina che, nelle ultime due stagioni, ha visto alternarsi ben sei allenatori, facendo correre fin troppo il tassametro dei tecnici approdati alla corte di Preziosi. A tenere bene il conto ci sarebbe in realtà anche un diciannovesimo nome, quello di Francesco Guidolin, ma di fatto non fu mai allenatore del Genoa in gare ufficiali: chiamato per allenare il “Grifone” in Serie A in vista della stagione 2005-06, si trovò a rinunciare all’incarico a causa del caso di illecito sportivo che trascinò i rossoblù, nel giro di qualche giorno, dal sogno del ritorno nella massima serie all’onta della retrocessione in C1 per i fatti di Genoa-Venezia e la fatidica “valigetta”.

Gasperini, l’highlander

Quel che è certo è che l’elenco sarebbe decisamente più lungo se dalle parti di Pegli non fosse arrivato, nell’estate del 2006, Gian Piero Gasperini. Numeri alla mano, il sesto allenatore della gestione Preziosi: prima di lui, in tre anni, si erano avvicendati Donadoni e De Canio (2003-04), Cosmi (2004-05), Vavassori e Perotti (2005-06). Una bella scommessa dopo il lavoro svolto a Crotone, l’inizio di un amore lungo, a tratti tormentato, che culminò immediatamente nella promozione in Serie A, pur all’interno di una Serie B “potenziata” dalla presenza di Juventus e Napoli. Nessun tecnico è rimasto in sella quanto lui nel corso dell’era Preziosi: tre stagioni e qualche mese al primo giro di giostra, valorizzando asset giovani (Criscito, Bocchetti) ed esaltando, con il suo 3-4-3, le capacità realizzative di Borriello prima e Milito poi, fino a quel quinto posto che rimane il miglior risultato fatto registrare dal Genoa dai tempi di Osvaldo Bagnoli, con tanto di ritorno in Europa. Dopo l’esonero del novembre 2010, il ritorno a stagione in corso a settembre 2013, per altri tre campionati quasi completi. “Gasp” è inoltre l’unico tecnico ad avere iniziato e finito un campionato senza esoneri nel corso della presidenza Preziosi in Serie A: ci riuscì anche Serse Cosmi, ma in Serie B.

I “recidivi”

Oltre a quello di Gasperini, e senza analizzare i casi di ritorno durante la stessa stagione, sono tre i nomi ricorrenti durante questi 17 anni: quelli di Davide Ballardini, Ivan Juric e Gigi De Canio. Quest’ultimo, apparso in panchina al posto di Donadoni nella prima stagione di Preziosi come patron, tornò in sella nell’aprile 2012, salvando un Genoa ridotto maluccio con una buona striscia nelle ultime cinque giornate. Un exploit che gli valse la conferma, salvo poi finire esonerato dopo 8 giornate del nuovo campionato. Decisamente più complesso il rapporto con Davide Ballardini, scelto nel lontano 2010 al posto proprio di Gasperini. Una stagione che i tifosi del Genoa ricordano con piacere: decimo posto finale e lo sfizio di una vittoria cruciale nel derby di ritorno, marchiato dall’argentino Boselli all’ultimo istante, che contribuì in maniera rilevante alla retrocessione della Sampdoria. Nonostante i buoni risultati, al suo posto arrivò Alberto Malesani, a sua volta sostituito da Pasquale Marino (e poi De Canio). Ballardini venne quindi richiamato alla 22esima giornata del torneo 2012-13, con il Genoa in piena zona retrocessione in seguito all’avvicendamento De Canio-Delneri: altra salvezza, stavolta in volata. Terza chiamata nel campionato 2017-18, al posto di Ivan Juric, e tranquillo dodicesimo posto finale. Pur essendosi guadagnato finalmente la conferma, Ballardini venne però esonerato dopo sole sette giornate e un bottino di 12 punti, venendo sostituito proprio da Juric e incassando le aspre critiche del patron: “Ballardini è scarso, è una persona per bene ma non sa mettere i giocatori in campo”. Anche Juric, da lì a poco, finì la propria esperienza con un esonero: al suo posto toccò a Cesare Prandelli. Per l’attuale tecnico dell’Hellas fu l’ultima parentesi di una stranissima avventura iniziata nel 2016-17 (sostituito da Mandorlini, poi richiamato) e proseguita con il doppio avvicendamento con Ballardini.

Le “meteore”

Tralasciando per ovvie ragioni Guidolin, il tecnico che ha resistito per il tempo minore all’esonero è proprio Andrea Mandorlini: 49 giorni e 6 partite in sella, con una vittoria, un pareggio e quattro sconfitte in cascina. Attilio Perotti, un simbolo in casa rossoblù, con Preziosi non riuscì ad andare oltre i 52 giorni (8 partite) nella primavera del 2006. A chiudere questo ipotetico podio c’è Thiago Motta, convocato in fretta nella scorsa stagione al posto di Aurelio Andreazzoli: 67 giorni roventi, con ben 10 partite all’attivo, e l’esonero maturato prima della sosta natalizia, per dare più tempo a Davide Nicola, arrivato poi fino al termine della stagione e in grado di mettersi in tasca una salvezza sudatissima. A rimpolpare la quota dei giorni trascorsi in panchina ci sono i due esoneri più rapidi tra quelli avvenuti con il tecnico scelto a stagione in corso: Roberto Donadoni sfora di poco il traguardo degli 80 giorni (82 per l’esattezza, facendo partire il calcolo dal primo luglio), Fabio Liverani si ferma ai 90 giorni tondi, con 7 partite (una di Coppa Italia) e una sola vittoria, nel derby con la Sampdoria. Era la stagione 2013-14 e il tecnico romano era alle sue prime esperienze. Prima che il nuovo d.s. Faggiano optasse per Maran, c’era anche il suo nome sul tavolo del Genoa del futuro, quasi a testimoniare che con Preziosi raramente c’è un addio, al massimo un arrivederci. Alla prossima panchina.

Fonte www.repubblica.it

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