Dopo Tel Aviv il velocista veronese si impone anche a Eilat, la tappa dell’attraversamento del deserto. Tanto timore, ma poi il passaggio del Giro nel deserto è scivolato attraverso una incessante monotonia. Fatta eccezione per gli scenari mozzafiato
Tanto timore, ma poi il passaggio del Giro nel deserto è scivolato attraverso una incessante monotonia. Fatta eccezione per gli scenari mozzafiato, inediti per la corsa rosa che nelle sue 101 edizioni non aveva mai oltrepassato i confini europei. Con il vento, che in occasione del passaggio della corsa ha spirato sempre a regimi ordinari e con le temperature che non sono mai andate oltre i 32 gradi. Tutta una serie di situazioni tenute tranquillamente sotto controllo dal gruppo, che non ha mai rischiato di dividersi in ventagli. Una situazione meteo nella norma, ma forse anche un pizzico di spirito di non belligeranza da parte dei corridori. Un mix di situazioni che hanno contribuito a far registrare una cronaca agonistica piuttosto scarna. Nella quale c’è solo da mettere in evidenza la lunga fuga di Barbin (Bardiani CSF), Boivin (Cycling Israel Academy) e Frapporti (Androni Giocattoli-Sidermec). Una tentativo partito al km. 1, che si è protratto fino ai meno 7 per il corridore della Bardiani CSF, e 1.200 metri in in più per gli altri due.
Il grosso del plotone ha inteso gestire così il tentativo dei tre fuggiaschi, allo scopo di favorire una gestione di corsa che privilegiasse anche oggi le ruote veloci. Un copione che è stato rispettato con estrema precisione. Un finale convulso a livello di percorso, con grosse rotonde e inversioni di marcia particolarmente critiche, che però il forte del plotone ha saputo gestire ottimamente. Poi, la volata. Questa volta è l’irlandese Sam Bennet a cercare di giocare d’anticipo, costringendo la maglia ciclamino Elia Viviani ad uscire allo scoperto. Lo sprint dell’irlandese non è il massimo quanto a correttezza e rispetto della linea retta sulla quale affrontare il testa a testa con i principali avversari. Le sue deviazioni verso destra spingono il vincitore della tappa di ieri a destra, verso le transenne. Costringendolo a far tesoro delle sue esperienze di pistard per mantenere l’opportuna calma e sangue freddo. Un atteggiamento che viene alla fine premiato. Elia Viviani riesce a risalire e respingere negli ultimi 75 metri l’ostruzionismo al limite del regolamento di Sam Bennet. Regalandosi la seconda vittoria di tappa consecutiva; l’ultima in terra israeliana. Alle sue spalle Sacha Modolo recupera sul corridore irlandese e va a conquistare la piazza d’onore.
Tutto immutato in classifica generale. A questo punto sono affidate alle prossime tre tappe in Sicilia, dopo il giorno di riposo di domani, le possibilità delle prime scremature e di ulteriori selezioni, prima dei due arrivi in salita del prossimo fine settimana.