Ha grandi orizzonti Dominic Thiem, che batte Novak Djokovic e li racconta sull’obiettivo della telecamera. Innanzitutto “London”, Londra, dove per la prima volta vince più di una partita alle ATP Finals e alla quarta partecipazione centra la semifinale. Poi “4Ocean”, associazione no profit che si occupa di ripulire gli oceani, di di cui è diventato uno dei testimonial nel mondo dello sport. Perché non si vive di solo tennis.
Sul blu della O2 Arena, a due passi da altre acque, quelle del fiume Tamigi, Dominic Thiem dimostra di saper correre anche quando c’è da risalire la corrente. Perde il primo set, ma rimonta e supera Djokovic 6-7 6-3 7-6. Ribalta il tiebreak decisivo da 0-3, vince due punti in più del serbo e lo consegna a uno spareggio da dentro o fuori, senza calcoli, contro Roger Federer per un posto in semifinale. Matematicamente eliminato, invece, Matteo Berrettini che cercherà comunque contro Thiem di diventare il primo italiano a vincere un match alle ATP Finals in singolare.
Con la mano all’orecchio, Djokovic provoca il pubblico di Londra. Ha appena vinto uno dei punti più spettacolari del primo set contro Dominic Thiem, cerca supporto dai tifosi che nei primi game sembrano sbilanciati più per l’austriaco. “A volte la maggior parte dei tifosi fa il tifo per te, a volte è contro di te. Ho imparato come accettarlo, come affrontare la situazione. Devo accettarlo e rispettarlo, cerco di concentrarmi solo su quello che devo fare tatticamente per vincere la partita” diceva dopo la vittoria su Berrettini.
Dal punto di vista tattico, Thiem spiegava di voler rivedere la semifinale del Roland Garros che ha vinto quest’anno in due giorni su Djokovic, ultimo dei nove confronti diretti. Anche se in quell’occasione il vento ha pesantemente condizionato scelte e strategie.
L’austriaco ha definito il campo della O2 Arena piuttosto veloce, ha parlato di condizioni simili a quelle del Masters 1000 di Bercy. E non ci vede solo ostacoli o svantaggi. “Attaccare di rovescio qui mi viene più facile che sulla terra o su un campo duro molto lento con la palla che rimbalza più alta” ha spiegato.
Come nella vittoria contro Roger Federer, ricorre frequentemente alla prima esterna per poter poi attaccare con il colpo successivo. Va subito sotto di un break, ma completa il controbreak immediato a zero dopo il suo game migliore in risposta. Si vedono gli effetti del lavoro con il coach Nicolas Massu. Non è un caso se quest’anno Thiem ha vinto sul duro tre dei suoi cinque titoli in stagione, da ultimo in casa a Vienna. “Sappiamo quanto è forte, la sua dedizione e la sua professionalità sono fantastiche. E’ anche un bravissimo ragazzo, posso solo parlar bene di lui” ha detto Djokovic in conferenza stampa dopo il primo match alla O2 Arena.
Anche Massu, in un’intervista al sito dell’ATP durante il Roland Garros, in cui ha perso in finale per il secondo anno di fila contro Rafa Nadal, ha confermato le qualità umane di Thiem. Per il cileno, Dominic può aspirare a diventare numero 1 del mondo. “Dominic pensa a come diventare numero 1. Vorrebbe arrivarci e restarci. Si applica sempre al massimo, in allenamento e in campo. Poi è una persona aperta di mente, che ascolta, che chiede i miei consigli. Per un allenatore è facile lavorare con un giocatore così” ha spiegato.
Djokovic mantiene attenzione ed efficienza, commette appena due gratuiti in tutto il primo set. Djokovic mantiene attenzione ed efficienza, commette appena due gratuiti nei primi sette game. Vince un punto demoralizzante per Thiem che perde il primo dei tre minibreak nel tiebreak che decide il primo set. L’austriaco ne recupera due ma al terzo butta la risposta. Nei punti importanti, il serbo ha usato la stessa strategia con cui aveva controllato i tre tiebreak nella finale di Wimbledon. Ha tenuto senza forzare, ha allungato gli scambi e allargato il campo di Thiem, costretto a difendersi negli angoli. Dopo 65 minuti, Djokovic vince il quindicesimo tiebreak dei 19 giocati. Perderà, nel terzo set, il primo dal torneo di Wimbledon. E subirà la quinta rimonta sulle 56 partite in cui ha vinto il primo set.
Nel secondo set, scende il livello di Djokovic ma non quello di Thiem. Dopo un primo parziale perso in quel modo, in un altro periodo avrebbe ceduto a una comprensibile rassegnazione. Invece Thiem entra in campo convinto di poter cambiare la partita, e ci riesce. Si diverte e si vede. Disegna due rovesci, un lungolinea vincente e un passante diagonale su cui Djokovic accenna appena la volée in allungo, per prendersi il primo break del set.
Sale 3-0, continua a giocare un tennis che sfiora la perfezione e a mantenere un efficienza costante senza particolari cali di tensione. Sfida il “Djoker” in contrattacco, la dura e la vince. Attacca a tutto braccio, toglie al serbo la possibilità di attaccarlo sul rovescio con una palla profonda o carica. Thiem impone soluzioni di forza, domina il set 6-2 e matematicamente elimina Matteo Berrettini dalle ATP Finals.
Ma non smette di aggredire. Il break in avvio di terzo set è un segnale anche se non ancora un colpo da ko. Massu alza il pugno, sorride. Thiem in campo gliene dà modo anche con la maturità con cui salva tre occasioni di immediato controbreak. Thiem continua fare la partita, Djokovic resta attaccato a una partita che si sviluppa in un diverso scenario. Thiem erode fiducia a suon di rovesci a tutto braccio degni del Wawrinka più illuminante, ma con l’andar del set va più in sofferenza dal lato del dritto nell’affrontare i rimbalzi alti. Se in difetto con le gambe, ruota le spalle in un movimento che è più forzato e meno sicuro.
E’ il momento più difficile per l’austriaco, che ha allargato le sue prospettive in campo e fuori con la sua opera di sensibilizzazione per “4Ocean”, organizzazione no profit che ha rimosso oltre due tonnellate di rifiuti dai fondali degli oceani e dalle zone costiere. Thiem ha iniziato a indossare i loro braccialetti e a scrivere il nome dell’organizzazione sull’obiettivo delle telecamere dopo le sue vittorie. La ricerca di un diverso equilibrio nel mondo ha mosso anche Djokovic, protagonisti come il sei volte campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton di un documentario che promuove le virtù della dieta vegana.
Quando si parla di equilibrio e tenuta mentale, pochi hanno saputo trasformare le situazioni difficili in opportunità come Djokovic. Il “Djoker” versione gladiatore ribalta uno scenario che più difficile non si può: perde il servizio, concede a Thiem la possibilità di servire per il match sul 6-5 ma l’austriaco non chiude. Al tiebreak, Djokovic manda dall’altra parte della rete sempre un colpo in più. E’ una molla che assorbe l’energia della palla e la restituisce, con forza uguale e contraria. Thiem, tradito da due volée e da un doppio fallo nei primi tre punti,va sotto 0-3 ma rifiuta l’idea di perdere. Recupera due minibreak con la forza lucida di chi conosce i suoi confini e sa fin dove può spingersi.